Trieste. È stata la quinta sezione della Cassazione, presieduta dal giudice Aurelio Cappabianca, a respingere il ricorso presentato dall’Agenzia delle Entrate contro la sentenza della Commissione Tributaria Regionale del Friuli Venezia Giulia che aveva dato ragione all’Università degli Studi di Trieste sul trattamento fiscale dei contributi per la ricerca.
L’Università degli Studi di Trieste è stata assistita dall’avvocato Corrado Diso dell’omonimo studio legale in Trieste con l’avvocato romano Laura Tricerri, mentre l’Agenzia delle Entrate è stata difesa dall’avvocatura dello Stato con l’avvocato Mario Capolupo
La vicenda riguarda il trattamento fiscale dei contributi erogati all’Università di Trieste da CNR (Consiglio nazionale delle ricerche) e dall’ASI (Agenzia spaziale italiana). L’avviso di accertamento, relativo alle imposte IRPEG ed ILOR del 1996, era stato dichiarato illegittimo dalla Commissione Tributaria Regionale del Friuli Venezia Giulia, con sentenza del 2007 con cui aveva stabilito che “tutte le attività espletate dall’Università sia verso il CNR che l’ASI, erano state eseguite in regime di strutturale pareggio economico, con obbligo giuridico alla retrocessione delle maggiori somme non utilizzate, derivandone perciò che nessun reddito era stato conseguito”.
La Suprema Corte, con sentenza pubblicata il 27 febbraio scorso, ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando la sentenza di secondo grado a favore dell’Università di Trieste e condannando l’agenzia al pagamento delle spese del giudizio.
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