Crisi a Bologna: nel 2015 prezzi in calo dello 0,6%, il più alto tra i capoluoghi italiani

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Le due torri simbolo di Bologna.
Calo annuale dovuto a crollo petrolio e aumento turismo “low cost” 

 

emilia romagna torri di bolognaIl 2015 è stato a Bologna un anno di deflazione, con un calo dei prezzi su base annua dello 0,6%, il più alto tra i capoluoghi italiani. Una diminuzione che si tradurrà in circa 40 milioni di reddito in più per i cittadini (200 euro a famiglia). 

I numeri derivano anzitutto dal crollo del prezzo del petrolio, che nel 2015 ha fatto registrare in città un calo consistente sui costi dei carburanti (Gpl a -21,7% e gasolio a -12,5%) e dei servizi energetici, tra cui acqua ed elettricità (scesi a -1,9% contro la media nazionale di -0,8%). L’aumento più importante si è avuto sui beni alimentari, cresciuti dello 0,3% rispetto al 2014 ma comunque sotto il dato nazionale (+1,1%). Altro fattore rilevante è stato l’adattamento di Bologna al turismo “low cost”, che nei servizi ricettivi e di ristorazione ha fatto scendere i prezzi dell’1,5% (in Italia a +1,3%). Dal 2000 al 2015 l’inflazione bolognese è arrivata al 29%, quasi quattro punti in meno di quella nazionale (33,2%).

Nella città delle Due Torri il calo dei prezzi su base annua non avveniva dal 1959, anno in cui si registrò un dato negativo dell’1,1%. «I 40 milioni di reddito disponibile in più che ne derivano – ha sottolineato la vicesindaco di Bologna, Silvia Giannini – si sommeranno ai 60 milioni dovuti alla riduzione di tasse e tariffe sancita dalla Legge di stabilità, e decisa con il bilancio comunale preventivo per il 2016». 

Tra i cali più consistenti, emersi dalle analisi dei dati Istat, c’è quello sui prezzi dei beni del settore “comunicazioni”, che tra gli altri comprendono computer e smartphone, scesi dell’1,8%, mentre una diminuzione dello 0,2%, si è avuta nell’ambito di cultura e spettacoli. Dal punto di vista della frequenza di acquisto, il maggior calo si è avuto sul costo dei beni a media frequenza (-0,8%), mentre quelli ad alta frequenza hanno registrato un abbassamento dei prezzi dello 0,7%. L’unico aumento si è avuto tra i prodotti a bassa frequenza d’acquisto, nel 2015 più cari dello 0,3%. Allargando il focus alle altre province dell’Emilia-Romagna, che in totale ha registrato un calo dei prezzi dello 0,2%, la maglia nera è andata a Parma, dove i prezzi sono saliti di mezzo punto percentuale rispetto al 2014.