Scandalo Baratter, il PATT obbliga alle dimissioni da capogruppo in Consiglio provinciale

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franco panizza san michele
Al suo posto un altro consigliere “chiacchierato” per gli incarichi professionali in contemporanea alla carica politica. Rossi grida al complotto per gli attacchi concentrici al partito e al governo provinciale. E sulla testa del segretario piove l’accusa di plagio politico

franco panizza san micheleDavvero un bruttissimo aprile per il Partito Autonomista Trentino Tirolese che subito dopo la riconferma del segretario Franco Panizza anche a costo di una profonda spaccatura tra la base del partito e i vertici ha subito una tempesta dopo l’altra.

Dopo il “caso” dell’apologia del fascismo da parte del nel presidente di partito e neo dimissionario Carlo Pedergnana (salvato di un soffio dalla sfiducia nel consiglio comunale di Arco) è toccato al capogruppo in Consiglio provinciale Lorenzo Baratter, “inguaiato” da un accordo preelettorale sottoscritto con l’associazione degli Schützen, dove lui in caso di elezioni s’impegnava a corrispondere 500 euro al mese, costretto alle dimissioni dalla carica dal suo partito sotto le pressioni degli alleati della maggioranza di centro sinistra autonomista. Al suo posto va Lorenzo Ossanna, in attesa che la posizione giudiziaria di Baratter si chiarisca, anche se sulla figura del nuovo capogruppo c’è qualcuno che storce il naso per via degli incarichi professionali ricevuti da enti locali dal consigliere durante lo svolgimento del suo mandato, cosa non illegale ma sicuramente inopportuna che ha costretto il Consiglio a riscrivere più chiaramente i casi di incompatibilità.

Poi è toccato al governatore del Trentino, Ugo Rossi, che ha stupito tutti convocando una riunione straordinaria di giunta provinciale per comunicare l’avvio di un’inchiesta preliminare da parte della magistratura relativa ad un appalto assegnato dall’Azienda sanitaria provinciale all’epoca di quando lo stesso Rossi era assessore alla sanità, appalto che vede coinvolto anche il cognato di Rossi, Maurizio Bezzi. Anche se Rossi e Bezzi non figurano tra gli indagati (almeno allo stato delle indagini), parrebbe che nell’occhio degli inquirenti sia finito l’appalto della gara da quasi 140.000 euro riguardante servizi di telemedicina ed in particolare le sue modalità di svolgimento: un appalto cui hanno partecipato “big” del settore (come Telecom Italia Spa o Medic4all Italia Spa), gara indetta ad inviti. L’Azienda sanitaria provinciale ha dapprima invitato il 17 ottobre 2012 5 aziende, salvo poi tre settimane dopo invitarne una sesta, la neo costituita Telemedika Srl, (partecipata da Bezzi al 40% attraverso un’altra società, la Webbs Srl) che risulta costituita una manciata di giorni prima dell’apertura della gara, che poi sbaraglierà la concorrenza a pieno punteggio aggiudicandosi l’appalto.

Nonostante in quest’ultimo caso le indagini della magistratura trentina siano ancor allo stato preliminare senza inquisiti, le continue grandinate giudiziarie e politiche fanno gridare il governatore Rossi «al complotto» per fare cadere anzitempo la sua maggioranza, la prima nella storia dell’Autonomia trentina a trazione Patt, partito che è riuscito ad imporre un suo uomo alla guida della coalizione grazie a delle primarie del 2013 gestite in modo fallimentare da parte del PD.

Da ultimo una chicca: nel tritacarne finisce anche il segretario del Patt, il senatore Franco Panizza che si è arrogato il merito di essere riuscito a fare passare un emendamento per la stabilizzazione dei bonus energetici. A leggere il comunicato diffuso dal senatore autonomista, parrebbe che il merito del provvedimento fosse solo suo. Peccato che abbia fatto i conti senza l’oste, oste impersonato dal senatore leghista Sergio Divina, secondo cui «la proposta di Panizza è giunta buona ultima e solo grazie allo spostamento di una settimana delle discussione del tema in Senato, cosa che ha consentito anche la discussione della mozione a firma di Panizza ed altri assieme a quelle presentata ben prima da altri senatori. Una situazione che lascia allibiti, con l’ultimo arrivato che sale sul podio e sventola la sua bandiera. Tutti noi – termina Divina – qui a Roma cerchiamo di fare al meglio il nostro lavoro, ma manteniamo un minimo di sobrietà e, soprattutto, non ci appropriamo del lavoro degli altri». Insomma, oltre a firmare patti elettorali illegittimi o a candidare postafascisti alla presidenza del partito, il Patt ha pure un segretario con il vizietto di copiare e di appropriarsi del merito. Altrove lo starebbero già inseguendo con i forconi…

 

Su richiesta del legale delle persone inquisite, si aggiorna l’articolo segnalando che Paolo Dalprà è stato successivamente assolto per insussistenza di prove con sentenza della Corte d’Appello di Trento del 26 ottobre 2018, passata in giudicato il 12 marzo 2019. Per Lorenzo Baratter, il Tribunale di Trento in data 30 maggio 2017 ha stabilito il proscioglimento perché il fatto non sussiste.