Secondo il “Monitor dei distretti industriali” Triveneto supera l’Italia e la Germania

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Atessa CH Honda Italia
Crescita dell’export ai massimi storici, pari al 29% del sistema nazionale. Dal Trentino Alto Adige la prestazione migliore

 

Atessa CH Honda Italia E’ stato presentato a Padova il “Monitor dei distretti industriali del Triveneto” aggiornato al quarto trimestre 2015, curato dalla Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. Nel 2015 le esportazioni del NordEst hanno raggiunto i loro livelli massimi: +6,2% rispetto al 2014, volumi per 27 miliardi, pari al 29% delle esportazioni del sistema nazionale dei distretti. Tra i primi trenta distretti italiani per crescita delle esportazioni in valore assoluto 11 sono triveneti: tra questi spiccano sia per crescita che per dimensione l’Occhialeria di Belluno, il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, i Dolci e pasta veronesi, le Carni di Verona e le mele dell’Alto Adige.

Anche nel quarto trimestre sono emerse indicazioni positive, con aumento tendenziale dell’export del 5,4%, superiore alla media nazionale, con il Trentino-Alto Adige che mostra l’evoluzione migliore (+14,1%). Lo scorso anno i distretti triveneti si sono confermati altamente dinamici, mostrando un andamento migliore rispetto sia al resto del manifatturiero italiano (+6,2% vs. +3,7%), sia al manifatturiero tedesco (+6,2% vs. +5,2%). L’avanzo commerciale si è ulteriormente ampliato nel 2015 arrivando per i distretti triveneti a 17,7 miliardi di euro. L’avanzo dei distretti veneti è stato predominante nel 2015 con 15,2 miliardi, pari all’86% del totale del NordEst. Se si considerano 14 anni di storia dei distretti (dal 2002 al 2015), il territorio distrettuale del Triveneto ha accumulato un surplus commerciale pari a 202 miliardi di euro. 

I distretti veneti hanno riaffermato nel 2015 la loro preminenza internazionale ponendosi come il vero motore della crescita dei distretti industriali italiani. L’export di distretti veneti ha registrato un aumento del 6,2% (+5,1% nel quarto trimestre), per un totale di 1,4 miliardi di valori esportati in più rispetto al 2014. Ben 20 distretti su 25 hanno registrato segno positivo, 7 di questi hanno mostrato incrementi a 2 cifre (tra il 10% e il 29%). Oltre ai già citati distretti dell’occhialeria di Belluno, del vino Prosecco di Conegliano, dei dolci e pasta veronesi e delle carni di Verona si sono messi in evidenza la concia di Arzignano, la meccanica strumentale di Vicenza, il mobile di Treviso. Nei mercati maturi i distretti veneti hanno mostrato una buona evoluzione: in particolare, nel 2015 l’export verso Stati Uniti e Regno Unito ha registrato un aumento pari a 626 milioni di euro, il 18% in più rispetto al 2014. Le vendite estere dei distretti veneti hanno mostrato un profilo di crescita elevato anche in alcuni nuovi mercati come Polonia, Repubblica di Corea e Turchia. Come facilmente prevedibile, le esportazioni venete hanno subito forti contrazioni in Russia, Ucraina, con una riduzione di circa un quarto delle esportazioni rispetto all’anno precedente. Cali rilevanti si sono registrati anche in Brasile (-18%) Hong Kong e in Austria.

I distretti del Trentino-Alto Adige hanno confermato la loro crescita a 2 cifre nel 2015 (+10%). Le esportazioni della regione hanno toccato il loro massimo storico dopo i minimi del 2009: hanno raggiunto 1,6 miliardi (un incremento di 144 milioni sul 2014) pari ad una variazione del +45% rispetto al 2009. Nuovi livelli record sono stati toccati anche dal surplus commerciale che tra il 2002 e il 2015 si è quasi raddoppiato, salendo quasi a quota un miliardo di euro (+445 milioni). I distretti migliori, con la crescita più pronunciata rispetto ai livelli ante crisi del 2009, sono stati quelli delle mele sia del Trentino sia dell’Alto Adige (rispettivamente +48,3% e 46,2% rispetto al 2008). Nel 2015 hanno toccato nuovi record storici anche i distretti del legno e arredamento dell’Alto Adige, le mele del Trentino, i salumi dell’Alto Adige e i vini Bianchi di Bolzano. La Germania, principale mercato di sbocco (32% dell’export distrettuale regionale), è prima anche per crescita in valore assoluto dell’export nel 2015, seguita da Egitto (Mele dell’Alto Adige), Stati Uniti (distretti dei Vini) e Cina (Legno e arredo). 

Nel 2015 il Friuli Venezia Giulia ha registrato un aumento delle esportazioni del +3,6% rispetto al 2014, con una dinamica solo lievemente inferiore alla media nazionale (+4,2%). I distretti che si sono distinti per i maggiori incrementi sono stati il mobile di Pordenone (+5,9%, pari a 38 milioni di euro in più sul 2014) e il prosciutto di San Daniele (+48,7% e +13 milioni). In positivo anche l’evoluzione delle esportazioni dei coltelli e forbici di Maniago, dei vini del Friuli e delle sedie e tavoli di Manzano, mentre gli elettrodomestici di Pordenone hanno diminuito i valori di export rispetto al 2014. Grazie a queste performance, tre distretti – prosciutto San Daniele, coltelli di Maniago e vini del Friuli – hanno toccato nuovi massimi storici. Gli altri distretti della regione sono ancora lontani dai livelli del 2007-08. I mercati verso i quali si sono registrati i maggiori incrementi delle esportazioni nel 2015 sono stati principalmente il Regno Unito, gli Usa e la Germania, seguiti dagli Emirati Arabi. E’, invece, proseguito il calo verso il mercato russo.

In assenza di gravi crisi internazionali, per il biennio 2016-17 si prevede una crescita media annua del PIL superiore all’1%. Senza azioni incisive, il potenziale di crescita dell’economia italiana resta tuttavia ancora basso e inferiore alla media europea. Per allineare il potenziale italiano di sviluppo a quello delle migliori economie europee occorre che si allarghi la platea dei protagonisti di successo del sistema produttivo. 

Molto importanti oggi sono le start-up innovative e le nuove medie imprese distrettuali vincenti, particolarmente diffuse nel Triveneto. Dall’analisi realizzata dalla Direzione studi su un campione di startup innovative italiane, emerge per queste imprese una crescita elevata (+73% del fatturato tra il 2002 e il 2014, contro il -2% delle imprese di pari dimensioni e specializzazione) e livelli e dinamica migliore della redditività. Inoltre, nei distretti veneti si sta affermando un nucleo nuovo di medie imprese (con fatturato tra i 10 e i 50 milioni di euro), capaci tra il 2008 e il 2014 di aumentare significativamente il fatturato (+17,3%), di accrescere i propri addetti (+5% circa), di rafforzare i propri livelli di produttività del lavoro e di redditività, facendo leva anche su una struttura patrimoniale più solida.