Assemblea di Assoimprenditori Alto Adige all’insegna de “il coraggio di percorrere nuove strade”

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Pan: «no a nuovi confini in Europa e sì a nuove infrastrutture per collegare il territorio con le realtà confinanti». Boccia: «l’Europa è il frutto migliore della nostra politica post bellica»

 

assemblea 2016 assindustria Bolzano da sx kompatscher Pan Boccia BoschiAssemblea annuale di Assoimprenditori Alto Adige aderente a Confindustria a Bolzano alla presenza del presidente nazionale Vincenzo Boccia e della ministro Maria Elena Boschi impegnata in un tour politico nella regione all’insegna del tema “Il coraggio di percorrere nuove strade”.

Un’assemblea improntata tutta alla dimensione europea, richiamata sia da Boccia che dal suo omologo locale, Stefan Pan, la storia di successo di un’Europa senza frontiere interne, la necessità di riforme che garantiscano un contesto competitivo a cittadini e imprese, l’urgenza di una politica industriale che permetta alle imprese di creare quel valore indispensabile per finanziare la politica sociale. Di fronte ad una sala gremita da circa 400 imprenditori in rappresentanza di oltre 33.000 addetti e rappresentanti del mondo politico, economico e sociale, riuniti al Centro Congressi Hotel Four Points by Sheraton. Boccia ha ricordato a chi vuole innalzare nuove frontiere che «non ricordano che poco meno di trent’anni fa, noi, in Europa, i muri li abbattevamo. Forse la memoria si è smarrita nel corso delle generazioni. Allora sta a noi ricordare che l’Europa è il frutto migliore della nostra politica post bellica. Che è nata per mediare, educare a tolleranza, promuovere crescita economica e sviluppo sociale. Un’Europa che è riuscita, pur con tante carenze, a realizzare un equilibrio di civiltà diverse, a coniugare libertà e autorità, economia di mercato e benessere sociale».

«Il tempo è maturo per costruire, consolidare l’idea, il sogno, la visione degli Stati Uniti d’Europa. E’il nostro tempo, e in questo tempo presente, progetteremo il nostro futuro – ha proseguito Boccia -. Dobbiamo stimolare proposte per un’Europa integrata, per la crescita e competitività, nell’interesse dell’Italia, nell’interesse dell’Europa e dei cittadini europei. Siamo il mercato più ricco del mondo ed abbiamo un debito aggregato inferiore agli Usa. Serve un’Europa in cui ci sia coerenza tra le politiche monetarie espansive della Bce e le politiche economiche per la crescita. Occorre recuperare il metodo comunitario della sovranità condivisa. Dobbiamo auspicare una grande iniziativa politica per avviare un processo di ridefinizione dei trattati

Boccia ha poi allargato il discorso alla cultura d’impresa: «la cultura dello sviluppo economico, la cultura industriale contamini l’amministrazione pubblica, la giustizia è necessario che diventi un patrimonio comune condiviso, perché senza sviluppo economico, senza sviluppo industriale non ci sarà benessere e non ci sarà sicurezza per i cittadini. Per noi – ha proseguito Boccia – la grande questione nazionale è la questione industriale. L’Italia è il secondo Paese manifatturiero d’Europa, una delle sette grandi potenze economiche al mondo, ma non si è ancora dotata di una politica industriale. Ora è il tempo di farlo». Boccia intende portare l’attenzione «ai fattori strutturali della competizione con uno sguardo al breve, medio e lungo termine, chiarezza nelle priorità, uso convergente di tutte le leve dell’intervento pubblico». Per il presidente di Confindustria, «politica industriale vuol dire oggi trasformare i vincoli in opportunità, affrontando questioni chiave per la competitività delle nostre imprese e del nostro paese: dal costo dell’energia, che deve spingere sempre più verso l’efficienza energetica, alla questione ambientale, che sarà centrale in tutte le sue declinazioni, come driver di sviluppo e come elemento di competitività. In questo contesto va progettato e realizzato un grande piano di riqualificazione degli edifici pubblici e privati e vanno pianificati investimenti in infrastrutture materiali e immateriali, che sono assolutamente necessarie per lo sviluppo del Paese, e che aiuterebbero anche a riattivare la domanda interna».assemblea 2016 assindustria Bolzano stefan pan podio

I temi lanciati da Boccia sono stati rilanciati dal presidente di Assoimprenditori Alto Adige, Stefan Pan: «quanto all’Europa è necessario che al suo interno non risorgano frontiere, ad iniziare dal quella del Brennero che per una realtà come la nostra è fondamentale che rimanga il più possibile aperta. Viviamo e lavoriamo nell’epoca del “just in time” e oggi chiudere una frontiera strategica come quella del Brennero significa strozzare l’economia e condannare a morte il sistema manifatturiero dell’Europa centrale, ad iniziare da quella del Nord Italia». Secondo pan «dal valico del Brennero passano ogni anno due milioni di Tir che collegano tra loro le industrie dell’Europa centrale e con i controlli di frontiera si rallenterebbe di ore il flusso del traffico, aggravando di extra costi il sistema manifatturiero». Pan ha allargato lo sguardo anche sulla realtà Europa «che è dinanzi ad un bivio fondamentale: crescere e progredire consolidando il suo primato globale costituito dal fatto di essere al primo posto nel mondo per produzione di Pil (25%) dinanzi ad Usa (23%) e Cina (16%), al primo posto per esportazioni dinanzi ad Usa e Cina e con una popolazione che è il 7% di quella globale ma che genera il 50% delle prestazioni sociali mondiali. Una realtà come questa si consolida e cresce solo abbattendo le barriere e ampliando al massimo le collaborazioni tra stati. In caso contrario, siamo tutti condannati a perdere».

Europa che deve crescere: «oltre ad abbattere le frontiere interne, è necessario che – aggiunge Pan – si passi anche ad un apolitica fiscale unica per evitare l’insorgenza di 28 differenti politiche fiscali che, oltre a creare fenomeni di concorrenza tra i diversi stati, rendono difficile agli imprenditori agire globalmente sul mercato europeo. L’Europa è stata capace di creare una moneta unica, ma per evitare tensioni serve anche una politica fiscale unica. E ciò lo si può fare partendo da un gruppo ridotto, così come si è fatto all’atto della creazione della base dell’Europa moderna. Si può ripercorrere l’esperienza dei fondatori, mettendo assieme sei o sette paesi che inizino un cammino di politica fiscale comune cui anche gli altri possano aderire nel corso del tempo, cedendo sempre più ampie fette di sovranità».

Pan ha guardato anche dento i confini nazionali, specie riguardo alla competitività del sistema nazionale: «bisogna snellire il più possibile il sistema avviando le riforme di cui il Paese ha estremo bisogno e a ridurre il carico fiscale su imprese e contribuenti per migliorare la competitività del sistema produttivo. Se le nostre imprese per pagare 100 euro netti in busta paga ad un collaboratore ne spendono altri 130 per pagare gli oneri allo Stato contro i 35 della vicina Svizzera c’è qualcosa che non va. Bisogna agire su tutti i livelli, da quello regionale a quello nazionale a quello europeo»

Pan, in tema di riforme, ha guardato a quanto successo all’Alto Adige nel corso degli ultimi decenni: «siamo partiti dall’essere un territorio poverissimo che con la fiducia nell’autonomia speciale e nell’azione del buon governo locale siamo diventati ad essere uno dei territori più ricchi d’Italia e d’Europa, primi contributori netti al bilancio dello Stato dietro Lombardia e Veneto. L’autonomia è la leva per fare crescere ancora di più l’efficienza del sistema. Bene – ha detto Pan – l’abbassamento dell’Irap al 2,68%, il livello più basso in Italia, così come al taglio netto della politica dei contributi a pioggia per liberare risorse per l’alleggerimento della tassazione, liberando la politica delle aziende per la crescita e lo sviluppo, tanto che dal 2009 ad oggi l’export dell’Alto Adige è cresciuto del 60% in presenza di un tasso di disoccupazione molto basso».

Pan guarda al futuro: «serve attuare il prima possibile la riforma istituzionale dell’apparato provinciale e della sanità, investire nelle infrastrutture di collegamento con l’esterno, ad iniziare dall’aeroporto che deve essere rilanciato, all’autostrada, alle telecomunicazioni con le reti in fibra ottica. La raggiungibilità del nostro territorio  – e il presidente Boccia sa cosa voglia dire questo, visto che per essere a Bolzano ha dovuto atterrare a Verona e poi salire in autostrada – è fondamentale. E’ da miopi tenere chiuso un aeroporto regionale come quello di Bolzano quando ci sono esempi di piccoli aeroporti regionali che funzionano benissimo. Penso a Lugano che ha vicinissimo Malpensa, oppure Innsbruck con il vicino di Monaco. Così come serve potenziare l’Autobrennero, oggi perennemente intasata in molti periodi dell’anno».

Pan guarda anche in casa propria e al futuro della rappresentanza sindacale imprenditoriale: «la ristrutturazione della rappresentanza di Confindustria nel NordEst è a buon punto e sono convinto che a breve tutto il riassetto sarà operativo a vantaggio di tuti gli associati. Abbiamo delle territoriali molto forti che sono in grado di mettere in rete i loro servizi per esprimere quelle potenzialità attualmente inespresse».assemblea 2016 assindustria Bolzano pubblico