Novamont a Rovigo primo impianto al mondo per produrre butanolo da biomasse rinnovabili

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Forte risparmio di energia e diminuzione di produzione di anidride carbonica

chimica provette vasi 3Novamont ha presentato a Padova il primo impianto al mondo su scala industriale per la produzione di butandiolo (BDO) mediante la fermentazione di materie prime rinnovabili. Novamont, società specializzata nello sviluppo e nella produzione di bioplastiche e biochemical attraverso l’integrazione di chimica e agricoltura, aprirà a Bottirghe in provincia di Rovigo lo stabilimento Mater-Biotech grazie ad un investimento di 100 milioni di euro che riconvertirà un sito industriale abbandonato. L’impianto, a regime nel 2017, sarà in grado di produrre 30.000 tonnellate anno di butandiolo direttamente da zuccheri attraverso l’utilizzo di batteri con un risparmio di oltre il 50% di emissioni di CO2.

Nella presentazione, l’amministratore delegato di Novamont, Catia Bastioli, ha parlato di “bioeconomia”: «la sfida non riguarda solo industria e agricoltura ma molto di più riguarda la possibilità di sfruttare siti deindustrializzati e tecnologie prime al mondo per costruire impianti che non siano cattedrali nel deserto, ma punti di connessione e di partenza per nuove iniziative». Il nuovo impianto di Bottrighe a regime darà lavoro a 70 persone, ma si arriverà a 180/200 calcolando l’indotto. 

Cos’è il butandiolo (1,4 BDO) e a cosa serve? Si tratta di un composto chimico derivato dal butano, un intermedio chimico ottenuto da fonti fossili e molto usato sia come solvente che per la produzione di plastiche, fibre elastiche e poliuretani, che vale un mercato di 1,5 milioni di tonnellate per circa 3,5 miliardi di euro all’anno, e che si stima nel 2020 raggiungerà 2,7 milioni di tonnellate con un valore di oltre 6.5 miliardi di euro.  

Attualmente i principali produttori di butandiolo da fonti fossili sono i grandi gruppi chimici mondiali, per una capacità produttiva di oltre 1,5 milioni di tonnellate.

Partendo da una tecnologia sviluppata da Genomatica, società californiana leader nel settore della bioingegneria, Novamont ha messo a punto una piattaforma biotecnologica che partendo da zuccheri attraverso l’azione di batteri di tipo escherichia-coli (e.coli) opportunamente ingegnerizzati, li trasforma in biobutandiolo. Il butandiolo da fonte rinnovabile verrà utilizzato per la produzione della quarta generazione delle bioplastiche “Mater Bi” che si contraddistingue per un contenuto ancora più elevato di materie prime rinnovabili, e per una riduzione delle emissioni di gas serra.

«Mater-Biotech è un tassello di un sistema di impianti primi al mondo e interconnessi – ha continuato Bastioli – al quale dobbiamo guardare come un formidabile acceleratore, come un punto di moltiplicazione di opportunità della filiera delle bioplastiche e dei chemical, per chi produce materie prime, per chi fa prodotti finiti, per nuove idee imprenditoriali, per la creazione di posti di lavoro, per chi si occupa di progettare un futuro di maggiore sostenibilità ambientale e sociale». 

Il 2015 per Novamont si è chiuso con un fatturato di 170 milioni di euro ed investimenti per ricerca e sviluppo di circa mille brevetti che hanno assorbito il 6,4% del fatturato.