Mercato dell’auto europea: settembre crescita a +7,2%

0
385
mercato dell'auto autoparco automobili jaguar
Valente (Unrae): «un errore ridurre il “superammortamento” sui veicoli. Il mercato dell’auto ha bisogno di stabilità»

 

autoparco automobili jaguarSplende ancora il sole sul mercato dell’auto dell’Unione Europea. In settembre nei 28 mercati dell’area sono state immatricolate 1.455.180 autovetture con un incremento del 7,2% sullo stesso mese del 2015, mentre il consuntivo dei primi nove mesi dell’anno chiude a quota 11.243.263 immatricolazioni con un incremento dell’8% che conferma la previsione del Centro Studi Promotor di 14.800.000 immatricolazioni nell’intero 2016, livello, questo, ancora inferiore del 5% a quello ante-crisi. Nei 28 mercati dell’area è compreso naturalmente anche il Regno Unito che, nonostante la Brexit, fa ancora parte dell’Unione Europea.

Sul risultato di settembre influisce positivamente il recupero in atto nei paesi della fascia meridionale della zona euro il cui mercato è stato fortemente penalizzato dalle politiche di austerity di Bruxelles. In particolare in settembre il mercato italiano cresce del 17,4%, quello spagnolo del 13,9%, quello portoghese del 10,6%, quello greco cala del 10,3% (ma nei primi nove mesi dell’anno cresce dell’8,6%). Nel complesso i paesi della zona euro crescono del 9,4%, mentre più contenuta è la crescita dei paesi non euro (+4,2%) perché il maggior mercato dell’area, quello del Regno Unito, dopo aver toccato il record di immatricolazioni nel 2015, quest’anno ha tassi di ulteriore sviluppo contenuti (+1,6% in settembre; +2,6% nel periodo gennaio-settembre).

La crisi che ci stiamo lasciando alle spalle ha inciso fortemente anche sul peso dei diversi mercati nazionali dell’Unione. Il mercato tedesco resta il più importante, ma l’Italia, che per molto tempo è stata il secondo mercato europeo, è scivolata al quarto posto preceduta dal Regno Unito e dalla Francia. Il recupero italiano è molto forte, ma occorrerà tempo per ritornare ai livelli ante-crisi. Anche in settembre, come nell’intero periodo gennaio-settembre, la ripresa del mercato dell’Unione Europea interessa praticamente tutti i 28 paesi. In settembre si registrano infatti cali soltanto in Irlanda (-1,6%), Olanda (-4,2%) e Grecia (-10,3%), mentre il consuntivo dei primi nove mesi vede in calo soltanto l’Olanda (-5,2%).

«Il fatto che l’andamento positivo interessi praticamente tutti i paesi dell’Unione – dichiara Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – è un ulteriore elemento che induce a formulare previsioni favorevoli anche per il 2017. In particolare è lecito ritenere che il gap del 5% rispetto al massimo ante-crisi del 2007 venga colmato nel prossimo anno. Se così sarà, la crisi dell’auto dell’Unione Europea sarà durata dieci anni. Nel mercato mondiale è durata invece solo due anni, negli USA tre anni ed anche all’interno dell’Unione Europea la durata della crisi non è stata particolarmente lunga per Germania e Francia (due anni) e Regno Unito (cinque anni), ma il risultato complessivo dell’area è fortemente influenzato dai dati dei paesi della fascia meridionale della zona euro oggi in forte recupero».

«L’andamento positivo del mercato europeo – ha commentato Romano Valente, direttore generale dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere operanti in Italia – conferma che le forti iniziative promozionali locali, anche se con declinazioni diverse, funzionano nello stimolare il ricambio del parco anziano, che vale ancora più di 250 milioni di vetture con un’età media di 9,7 anni. Anche provvedimenti fiscali hanno aiutato questo processo, come in Spagna, Gran Bretagna, Francia e Italia. Queste ultime due hanno adottato il “superammortamento”, la Francia ne ha già annunciato il rinnovo per il 2017, in Italia si annuncia una riduzione dell’aliquota dal 140% al 120% – prosegue Valente – con la conseguenza che assisteremo ad una evitabile anticipazione di domanda sul finire dell’anno e un conseguente calo all’inizio del prossimo anno. Come insegnano altri Paesi, anche l’auto ha bisogno di stabilità e di provvedimenti strutturali: la riduzione del “superammortamento” prende una corsia contraria», ha concluso Valente. 

Lo stesso vale per i criteri dell’ammortamento ordinario: sarebbe ormai ora eliminare l’antico e inadeguato tetto di 18.000 euro per la deducibilità fiscale dei veicoli intestati alle aziende per passare alla completa deducibilità del costo d’acquisto e dell’Iva pagata così come accade in tutti gli altri grandi paesi d’Europa, eliminado quel collo di bottiglia che rende meno competitive le imprese italiane che devono accollarsi costi superiori rispetto ai loro concorrenti europei in fatto di gestione della loro flotta veicoli. E lo stesso vale per il superbollo per i veicoli con più di 250 cavalli, che ha ingenerato distorsioni sul mercato (con la predisposizione di versioni speciali depotenziate per il mercato italiano per evitare l’odioso balzello) e il boom delle immatricolazioni e leasing esteri. Il superbollo sul lusso di aerei e barche è già stato abrogato: a quando quello sulle automobili?