“Patto per Venezia”: per Baldin (M5S) è fuffa

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Erika baldin consiglio regionale veneto M5S 2
«I 500 milioni promessi da Renzi non ci sono, mentre Marghera ha assolutamente bisogni di interventi urgenti per 300 mila euro»

 

Erika baldin consiglio regionale veneto M5S 2La consigliera regionale Erika Baldin (MS), da tempo impegnata sulla questione di Porto Marghera interviene sul “Patto per Venezia” firmato sabato 26 novembre dal sindaco Luigi Brugnaro e dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

Dopo un’attenta analisi delle carte, la Baldin non ha dubbi: «Renzi sta firmando patti a destra e sinistra, ma resteranno lettera morta. Sono solo promesse il cui timing è alquanto sospetto». La nota della consigliere continua con una analisi tecnica. «Con il “Patto” le parti si impegnano a mettere quasi mezzo miliardo di euro (457 milioni) a vantaggio di Venezia mirati al risanamento di Marghera e a una serie di interventi infrastrutturali, oltre che su cultura e turismo. Il “Patto” segue in realtà diversi altri patti stipulati dal presidente del Consiglio in altri territori, la cui somma è intorno ai 60 miliardi di euro. Questo insinua – sostiene la Baldin – diversi dubbi sull’effettiva realizzabilità degli interventi annunciati in termini di copertura economica. A ciò si aggiunga il fatto che il “Patto”, uno strumento introdotto con la finanziaria 2015, non ha la forza vincolante di altri strumenti contrattuali utilizzati per le aree territoriali, come gli accordi di programma (pur regolarmente disattesi) che sono stati utilizzati a Venezia, sin dallo storico “Accordo di programma” del 1998». 

Entrando nel dettaglio del “Patto per Venezia”, per Baldin «anche se positivo in buona parte dei suoi intenti, il “Patto” appare assolutamente poco solido dal punto di vista delle coperture. Ad esempio, in relazione ai 250 milioni per i marginamenti di Marghera, come confermato dal presidente della commissione parlamentare Bratti. A questi si aggiungono i 72 milioni del ministero dell’Ambiente citati dal “Patto” che non ci sono nella finanziaria 2017; poi, non è chiaro da dove arrivino gli altri 178 milioni – nel “Patto” si fa un riferimento generico ai fondi dell’accordo del 1998 e del 2012; infine, la cifra per completare i marginamenti in realtà ormai è arrivata a quasi 300 milioni di euro (250 non bastano)».

Per Baldini «vi sono fondati dubbi che dietro al “Patto per Venezia” vi sia più un’azione di propaganda che un vero intento per affrontare i problemi dell’area. Dopo tanti dubbi, ecco due certezze: se i tratti mancanti del marginamento non verranno completati, le sostanze tossiche contenute nei terreni contaminati continueranno a dilavare in laguna e nella falda sotterranea; in una situazione di inquinamento incontrollato, difficilmente si riusciranno ad attrarre investimenti nell’area per una riconversione industriale e nuovi progetti di sviluppo».