In Consiglio regionale del Veneto approvata la legge sul Referendum sull’Autonomia

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Panoramica consiglio regionale veneto
Zaia: «la Casa dell’Autonomia si costruisce dalle fondameta, passando dalla consultazione referendaria dei cittadini»

Panoramica consiglio regionale venetoIl Consiglio regionale del Veneto ha affrontato la discussione del disegno di legge 192 “Modifiche alla Legge regionale 19 giugno 2014, n.15 ‘Referendum consultivo sull’autonomia del Veneto”, presentato in aula dalla relatrice Sonia Brescacin (Gruppo Zaia Presidente) e dal controrelatore Stefano Fracasso (Pd).

In apertura dei lavori è intervenuto in aula il presidente Luca Zaia che ha esordito: «ai Veneti diciamo: la casa dell’autonomia si costruisce dalle fondamenta, e cioè dalla consultazione referendaria. Diamo avvio a un percorso virtuoso. Oggi sono qui sicuramente con l’idea di portare gli ultimi aggiornamenti e informazioni e per fare un po’ di chiarezza. Siamo davanti ad una legge referendaria importante, approvata a sorpresa dalla Suprema Corte, che ha deciso di andare a sondare un campo inesplorato, permettendo ad una Regione di esercitare per la prima volta uno strumento democratico». 

«Non ci sono – ha proseguito Zaia – quesiti alternativi ed è chiaro che il referendum deve essere una fase anteriore ed esterna alle trattative. Lo spartiacque è la modifica del titolo quinto della Costituzione avvenuta nel 2001, dopo la quale i Governi, di destra e sinistra, si sono sempre girati dall’altra parte. L’opportunità è quella di andare verso la geometria variabile. E l’articolo 1 della nostra legge è chiaro: il presidente – ha sottolineato – ha il diritto di negoziare il contenuto del referendum, non di negoziare sulle competenze. Al riguardo, la risposta del ministro Costa è stata quella, dico oggi sbagliando, di non voler modificare il quesito: oggi dunque abbiamo un quesito ben definito ed è esattamente quello che portiamo avanti. Chiedo quindi di chiudere il dibattito che vuol far passare l’idea che potevamo negoziare e non l’abbiamo fatto, perché non è vero». 

Riguardo all’“election day”, Zaia ha precisato: «lo abbiamo chiesto e sollecitato, senza ottenere risposte, decidendo, in ultima istanza, di fare un’ulteriore richiesta insieme alla Lombardia: anche in questo caso, nessuna risposta, di fronte a cui ho scritto a settembre la mia presa d’atto al presidente Renzi, riscrivendo poi ancora con Maroni per una nuova sollecitazione e segnalando il tutto alla Corte dei Conti. Anche perché la Corte dice che fatti burocratici ed economici non possono bloccare la democrazia diretta».

Zaia ha poi detto che «il quesito resta quello che la sentenza della Corte Costituzionale ci ha autorizzato a porre (“Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?”). Non vogliamo mostrare i muscoli, abbiamo il conforto di grandi costituzionalisti, ci muoviamo nel solco della legge e quindi andiamo avanti – ha detto Zaia -. Questo non è un referendum per un plebiscito personale, è il referendum per dare autonomia ai Veneti». 

Quanto alla campagna comunicativa per il referendum il presidente ha annunciato un progetto di comunicazione istituzionale per il Sì e per il No, in modo che i Veneti possano decidere con consapevolezza e serenità: «sarà giusto dare voce anche ai contrari – ha assicurato – anche ad eventuali comitati per il “No”»

Dopo la relazione del governatore, si è aperto il dibattito consiliare inaugurato dal capogruppo del Movimento 5 Stelle, Jacopo Berti, cui hanno fatto seguito gli interventi di esponenti della maggioranza e della minoranza. Dopo una lunga discussione protrattasi tutta la giornata, a tarda sera il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza la legge con alcune modifiche con 38 voti (Lega Nord, Gruppo Zaia Presidente, Forza Italia, FdI-An Mcr, SiamoVeneto, Veneto Civico, Lista Tosi, Veneto del fare, M5S). Otto gli astenuti, (consiglieri Pd e Amp), un contrario (Graziano Azzalin del Pd).

Con la votazione il cammino del referendum consultivo sull’autonomia del Veneto fa un altro passo avanti. Per il governatore Luca Zaia, il referendum si farà forse già in primavera e sarà una consultazione «dei veneti, non è un referendum per un plebiscito personale, ma per dare autonomia ai veneti». In sede di discussione, Zaia ha ribadito, riguardo al rapporto con il governo, che «la regione Veneto ha tentato tutte le vie per negoziare il quesito e per ottenere l’“election day”. Senza peraltro ottenere le risposte attese. Se non riusciremo a farlo in primavera – ha aggiunto, indicando che le modifiche alla legge indicano gli orari di apertura seggi (7-23) e svincolano dal problema dell’“election day” – lo faremo in autunno».

In sede di dichiarazione di voto, per la Lista Tosi, ha parlato Andrea Bassi che ha spiegato come «con questo eventi si apre un grande percorso per il Veneto. Il Veneto non è più la vacca da mungere». Stefano Fracasso, preannunciando l’astensione del Pd, ha detto: «abbiamo discusso a lungo e siamo anche riusciti, in parte, a fare chiarezza su alcuni elementi opachi come i costi. Ripeto quanto già chiesto: vogliamo sapere quali siano le materie perché vogliamo confrontarci sui contenuti dell’autonomia. Vogliamo andare sul concreto. Dobbiamo rispettare lo Statuto della Regione che prevede che ci sia una Commissione di garanzia che vigili». In dissenso al proprio gruppo si è espresso Graziano Azzalin: «questo referendum non conta nulla». Dalla Libera, Veneto Civico, preannunciando il voto favorevole, ha rilevato: «siamo davanti ad un momento storico», mentre Jacopo Berti (M5S) ha detto che questo «è un momento alto di democrazia, che segna una pietra miliare nella storia della democrazia. Un “Sì” convinto che vuole ringraziare anche i colleghi, Toniolo e Tesserin, che a suo tempo furono i motori di questo referendum. Mostriamo agli altri che ci meritiamo questa autonomia».