Emilia Romagna ulteriore riduzione delle vendite al dettaglio

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rapporto prometeia grafico indice calo giallo
Nel primo trimestre 2017 ancora una flessione (-0,9%). Il segno negativo domina in modo omogeneo lo specializzato, alimentare e non, mentre aumentano le vendite per iper, super e grandi magazzini

grafico indice calo gialloSecondo l’indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata in collaborazione tra Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna, in regione i consumi registrano ancora un calo nei primi tre mesi dell’anno, accentuando la tendenza negativa del trimestre precedente. Per gli esercizi al dettaglio in sede fissa, le vendite a prezzi correnti subiscono una nuova flessione (-0,9%) nel primo trimestre 2017 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’incertezza pesa sulla possibilità di una ripresa diffusa.

L’aggravarsi della tendenza negativa è riflesso nell’appesantimento del saldo tra le quote delle imprese che rilevano un aumento o una diminuzione tendenziale delle vendite, che scende a -13,3%, e dal leggero peggioramento dei giudizi sull’eccedenza delle giacenze: qui il saldo sale a 10,2% da 8,2%. Grazie anche alla stagionalità, è atteso un miglioramento delle vendite nel corso del secondo trimestre, ma il saldo tra le valutazioni delle imprese non va oltre 0,4%.

La tendenza negativa ha interessato le tipologie del dettaglio specializzato, con una flessione delle vendite dell’1,2%, sia per l’alimentare, che per non alimentare, mentre gli iper, super e grandi magazzini hanno realizzato un leggero aumento dello 0,5%.

Si conferma la forte correlazione tra l’andamento delle vendite e la dimensione aziendale. Il segno è marcatamente rosso nel trimestre per le vendite della piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti), in calo del 2,0%, e solo leggermente negativo per le medie imprese (da 6 a 19 addetti), in flessione dello 0,2%, mentre aumentano lievemente le vendite per le imprese con 20 o più addetti (+0,1%).

Si conferma anche la pressione negativa sulla base imprenditoriale: alla fine del primo trimestre erano attive 45.938 imprese del dettaglio, con un calo dell’1,4% (639 unità) rispetto a un anno prima. La tendenza negativa è determinata dalla rapida riduzione delle società di persone (-285 unità) e da quella più ampia delle ditte individuali (-485 unità). Grazie soprattutto all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, crescono rapidamente solo le società di capitale (+3,1%, +131 unità).