Legge elettorale, non passa il “Lodo Brunetta” per il Trentino Alto Adige. Il Pd lancia “Rosatellum 2.0”

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La proposta prevede coalizioni nazionali nei 231 collegi uninominali e il 65% di proporzionale con listini bloccati. Probabilmente finirà tutto nella solita melina

aula parlamento vuotaAlla fine, il cosiddetto “Lodo Brunetta” per posticipare alle elezioni del 2023 (o anche prima se le elezioni della primavera del 2018 daranno origine ad un Parlamento ingovernabile) gli effetti scaturiti dall’emendamento Biancofiore-Fraccaro sulle modalità di voto del Trentino Alto Adige che ha bloccato i lavori sulla nuova legge elettorale è stato ritenuto inammissibile dai tecnici della Camera.

Ora si riparte da una nuova proposta lanciata dal relatore Emanuele Fiano, il “Rosatellum 2.0”fatto proprio dal Pd che è caratterizzato dalla presenza di coalizioni nazionali nei 231 collegi uninominali, che invece non c’erano nella prima versione del “Rosatellum”. Un elemento che i Dem offrono a Giuliano Pisapia, a Forza Italia, che eviterebbe il listone unico con Lega e Fdi, e ad Ap, che ha fatto una cauta apertura. Anche l’atteggiamento più morbido del partito di Alfano sullo “ius soli” indicherebbe che il dialogo sulla legge elettorale è aperto. Matteo Renzi resta cauto in attesa di sviluppi: «il Pd ci ha provato e ci prova ma credo che molti degli altri partiti facciano melina e sarebbe bene che la legge elettorale fosse il più possibile condivisa. Il Pd ci prova, ma da solo non ha i numeri», ha aggiunto Renzi ricordando Bersani quando disse «abbiamo non vinto».

Il presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, Andrea Mazziotti, ha reso noto il responso negativo della presidente Laura Boldrini sul cosiddetto “Lodo Brunetta”, che avrebbe fatto superare il problema delle norme sul Trentino Alto Adige. Un voto segreto in Aula su un emendamento proposto dai deputati regionali Michaela Biancofiore (FI) e Roberto Fraccaro (M5S), l’8 giugno scorso, ha eliminato dalla legge il “Mattarellum” in quella Regione, ed ha fissato in 231 i collegi complessivi in Italia. La Svp ha subito gridato all’attentato alla reappresentatività delle minoranze e il Pd, suo alleato a Bolzano e a Roma, la ha appoggiata senza remore, ben conscio del “peso” politico dei suoi voti specie al Senato. Il “Lodo Brunetta” prevedeva di inserire nella legge una norma transitoria faceva entrare in vigore le norme per il Trentino Alto Adige dopo un anno. Si sarebbe così potuto portare avanti la legge, che era un proporzionale. Caduto il “Lodo Brunetta”, il relatore, il Dem Emanuele Fiano, ha annunciato un nuovo testo base, che presenterà in Commissione giovedì pomeriggio. La Svp, che aveva minacciato nei giorni scorsi di uscire dalla maggioranza, si è limitata a chiedere, con il capogruppo Daniel Alfreider, che il nuovo testo garantisca le minoranze linguistiche. Si lavora quindi a un nuovo regime particolare per la Regione autonoma Trentino Alto Adige diverso dal “Mattarellum”. 

Per il resto l’ipotesi del Pd è un “Rosatellum” rivisto nei numeri e nei contenuti politici. Quello aveva 303 seggi uninominali maggioritari, ma nella scheda non c’erano le coalizioni. Nel “Rosatellum 2.0” i collegi sono i 231 fissati dal voto d’aula dell’8 giugno, ma sulla scheda nei collegi ci sono le coalizioni nazionali. Gli altri 399 seggi sono proporzionali eletti mediante listini bloccati scelti dalle segreterie di partito. Per il “Parlamento 2.0” si prepara un’altra infornata di nominati, premiati più per la fedeltà al leader di partito che all’effettiva capacità, competenza e, non ultimo, anche proprietà di linguaggio e padronanza d’uso della lingua italiana.