Indice di fiducia a settembre in ripresa per le famiglie, rimbalzo per le aziende del manifatturiero

A livello europeo indici in calo. Incertezza a livello produttivo per le tensioni internazionali.

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A settembre 2018 l’indice di fiducia delinea il consolidarsi di una fase moderatamente positiva per i consumatori, mentre persistono elementi di incertezza nello scenario evolutivo delle imprese. Peraltro, con riferimento ai singoli settori produttivi, si osserva un ritorno alla crescita per la fiducia del settore manifatturiero, il primo segnale positivo per questo indicatore dallo scorso febbraio, con un miglioramento dei giudizi sugli ordini, sia interni sia esteri. In leggera ripresa anche i giudizi sul fatturato all’export nel terzo trimestre, dopo le flessioni osservate nei primi due trimestri di quest’anno, mentre risultano ancora in diminuzione le attese.

Nel dettaglio, a settembre 2018 l’indice di fiducia dei consumatori migliora da 115,3 a 116,0; l’indice composito del clima di fiducia delle imprese mostra invece un ulteriore, seppur lieve, peggioramento (da 103,9 a 103,7). Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in miglioramento: il clima economico e quello futuro, dopo il calo registrato lo scorso mese, aumentano, rispettivamente, da 136,7 a 137,8 e da 119,3 a 120,2, così come il clima corrente, che passa da 112,8 a 114,1; la componente personale sale per il terzo mese consecutivo passando da 108,5 a 109,3.

Con riferimento alle imprese, l’indice di fiducia registra una dinamica positiva nel settore manifatturiero (da 105,0 a 105,7) e in quello dei servizi (da 104,7 a 105,1); nel commercio al dettaglio l’indice rimane sostanzialmente stabile (da 104,3 a 104,4) mentre nelle costruzioni diminuisce da 139,3 a 136,9.

Passando ad analizzare le componenti dei climi di fiducia, nel comparto manifatturiero migliorano i giudizi sugli ordini in presenza di attese sulla produzione stabili rispetto al mese scorso; il saldo delle scorte di magazzino è in aumento. Nel settore delle costruzioni, si registra un deterioramento sia dei giudizi sugli ordini sia delle aspettative sull’occupazione.

Per quanto riguarda il settore dei servizi, l’aumento dell’indice di fiducia è dovuto essenzialmente ad un deciso miglioramento dei giudizi sull’andamento degli affari mentre i giudizi e le attese sugli ordini sono in peggioramento. Nel commercio al dettaglio si evidenzia una dinamica positiva delle attese sulle vendite future mentre i relativi giudizi peggiorano rispetto al mese scorso; le scorte di magazzino sono giudicate in lieve accumulo.

In ogni caso, non c’è evidenza che in questa fase sulla fiducia degli operatori economici stiano pesando particolari preoccupazioni legate o al rischio politico o a quello di un ritorno di tensioni sui mercati finanziari: come detto, il morale delle famiglie permane da tempo su livelli più che espansivi, mentre il deterioramento della fiducia delle imprese manifatturiere visto fino al mese scorso era legato più al calo degli ordini dall’estero (in ripresa a settembre) che non a fattori domestici.

A livello europeo, l’indice di fiducia cala a 110,9 da un precedente a 111,6 livello ancora coerente con una fase di espansione moderata dell’economia euro zona. Il calo di fiducia in agosto è spiegato in larga misura dal peggioramento di morale presso le famiglie (-2,9 da -1,9), timorose di un peggioramento della situazione economica generale. Il calo di morale risulta più marcato in Francia e Spagna mentre la fiducia è stabile in Germania e Italia.

Il vero freno viene ancora dal manifatturiero dove il morale è sceso a 4,7 da 5,6 ed è al di sotto della media dei 9 mesi precedenti. Le imprese si aspettano un andamento della produzione più modesto nei prossimi mesi nonostante il lieve miglioramento degli ordini e il calo delle scorte. E’ possibile che sulla valutazione delle prospettive stiano pesando i timori di rallentamento del commercio mondiale e l’incertezza sulle politiche tariffarie.

La crescita media 2018 è attesa ancora al 2,0% per il 2019 ci si attende un rallentamento all’1,7%.

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