Goletta Verde: mari e fiumi del Centro Sud affogano nella fogna

Bilancio della XXXIV campagna di monitoraggio delle acque di Legambiente. La cattiva o inesistente depurazione soprattutto al Mezzogiorno costa all’Italia 30 milioni di euro di multe da Bruxelles ogni sei mesi. 

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Acque reflue mancata depurazione
Uno dei tanti, troppi scarichi fognari non depurati direttamente a mare nell'Italia del Sud.

I mari e i fiumi del Centro-Sud affogano nella fogna: questi i risultati conclusivi della XXXIV campagna di Goletta Verde di Legambiente che denuncia come in Italia siano ancora tanti, troppi i casi di inquinamento da scarichi fognari non depurati o trattati da impianti che funzionano male, una negligenza di tanti amministratori del territorio costosa per tutto il Paese: «siamo già stati condannati dall’Ue a pagare 25 milioni di euro, cui se ne aggiungono 30 ogni semestre di ritardo nella messa a norma» sottolinea Legambiente.

La campagna di Goletta Verde, la cui imbarcazione per le restrizioni imposte dalla pandemia non ha potuto andare lungo tutte le coste trasformando l’indagine in una campionatura ricorrendo alla collaborazione di oltre 300 ha evidenziato che 1 punto ogni 3 monitorati (su 259 totali) è risultato oltre i limiti di legge nelle acque marine – praticamente un punto inquinato ogni 84 chilometri di costa – e 1 su 4 nei laghi (102 prelievi in 28 bacini in 11 regioni). 

Secondo Legambiente nel 70% delle zone campionate dove secondo le autorità competenti non si può fare il bagno, manca il cartello di divieto di balneazione. Il monitoraggio ha evidenziato i punti più critici sul versante costiero tirrenico, a ridosso delle foci di fiumi, rii e canali che, sfociando in mare, portano con sé cariche batteriche a volte molto elevate. Maglia nera confermata in Campania, Calabria e Sicilia, dove mancano impianti di depurazione e di allacciamento alla rete fognaria, e in Centro Italia, nel Lazio.

L’associazione ambientalista lancia un appello ad investire parte delle risorse finanziarie che arriveranno dall’Europa per il piano di rilancio nella realizzazione delle reti fognarie e degli impianti di depurazione, perché ancora troppe realtà urbane ne sono prive e causano a tutto il Paese pesanti sanzioni europee. Ancora un caso di inefficienza della classe politica meridionale, incapace di andare oltre le politiche assistenzialistiche e che dinanzi alla programmazione e alla realizzazione delle opere pubbliche di base, come fognature e depuratori, si arrende impreparata. Forse sarebbe il caso che il governo BisConte intervenisse con la nomina di una serie di commissari, utilizzando alla bisogna i 60 milioni di euro/anno che si devono pagare per le multe europee.

Intanto, per una vacanza di qualità meglio privilegiare la montagna dolomitica e le spiagge dell’Alto Adriatico.

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