Capannina Immobiliare, la Cassazione accoglie il ricorso contro il Fisco

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È stata la Sezione Tributaria Civile della Suprema Corte, presieduta dal giudice Oronzo De Masi, ad accogliere il ricorso di Capannina Immobiliare Srl, assistita dagli avvocati Claudio Maggiolo e Andrea Micciche’ contro la decisione della Commissione Tributaria Regionale del Veneto che aveva riconosciuto le pretese del Fisco.

La vicenda risale al 2004 quando Capannina Immobiliare aveva acquistato un terreno, avvalendosi dei benefici fiscali dell’imposta di registro, ipotecaria e catastale in misura fissa – ex all’art.33, comma terzo, della legge n.388 del 2000 – per rivenderlo pochi giorni dopo l’atto d’acquisto.

Nel 2010 il Fisco aveva notificato alla società immobiliare la decadenza dai benefici fiscali, per non aver svolto alcuna attività edificatoria entro il quinquennio dall’acquisto e aveva richiesto le imposte nella misura ordinaria, anzichè agevolata.

In primo grado la Commissione Tributaria di Venezia, riconoscendo le ragioni della società contribuente secondo cui l’avviso di accertamento era illegittimo perché notificato oltre il termine, aveva annullato la pretesa del Fisco.

Una decisione che è stata poi riformata dalla Commissione Tributaria Regionale del Veneto che, nel 2014, aveva invece riconosciuto la tempestività dell’avviso di accertamento ed aveva negato il rilievo alla forza maggiore, addotta dalla contribuente, per non aver edificato entro i termini previsti per mantenere il beneficio fiscale.

La Suprema Corte, chiamata a pronunciarsi sul ricorso della contribuente, ha accolto le doglianze di Capannina Immobiliare e, con sentenza depositata lo scorso 18 gennaio, ha cassato la pronuncia della CTR e rinviato ad una nuova decisione “sul rilievo, delle circostanze dedotte dalla contribuente, quali causa d’inesigibilità dell’edificazione dell’area nel termine.”

Scopri tutti gli incarichi: Andrea Miccichè – AMP Studio Legale – Ambrosio, Maccaferri, Perrotta; Claudio Maggiolo – Maggiolo Pegoraro;