Allarme carenza di farmaci in Europa

Sono diventati di difficile reperibilità 3.200 diversi farmaci, di cui 900 non vengono più prodotti per carenza di principi attivi prodotti in Cina e India.

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carenza di farmaci

L’Unione europea è alle prese con una fortissima carenza di farmaci a causa della difficoltà di approvvigionamento dei principi attivi, ormai delocalizzati alle produzioni in Cina e in India, da dove sono sempre più difficili la produzione e la spedizione alle industrie europee di trasformazione finale.

Ancora una volta, l’Unione europea presta il fianco scoperto alla globalizzazione, visto che nel giro di poco più di cinquant’anni si è passati da una sostanziale autosufficienza degli anni Ottanta del secolo scorso ad una progressiva imponente delocalizzazione verso quelle realtà in grado di assicurare minori costi di produzione vuoi per il basso costo della manodopera, vuoi soprattutto per i ridotti se non nulli obblighi di impatto ambientale, con una sostanziale licenza di inquinare quando l’Europa varava limiti ambientali sempre più restrittivi.

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Di fatto, oggi la dipendenza dalle produzioni estere di principi attivi della manifattura farmaceutica europea – e, soprattutto, italiana, leader continentale – è giunta superare l’80%, con il risultato che oggi sul mercato c’è carenza di 3.200 tipologie di farmaci, di cui per oltre 900 ci sono problemi di produzione, come denuncia l’Agenzia italiana del farmaco. Di fatto, oggi c’è carenza di antinfiammatori, antibiotici, antidepressivi, antipertensivi, neurolettici e diuretici.

Emerge la necessità di un drastico cambio di passo, riallocando in Europa la produzione dei principi attivi per ridurre il rischio strategico e logistico, come si è sperimentato – e si sta tutt’ora sperimentando – con la crisi pandemica e la difficoltà di produzione in Cina e India.

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