Evasione fiscale: da 84.000 controlli sui conti bancari scoperti solo 7,2 miliardi

Ferrara (Unimpresa): «in 13 anni di controlli asfissianti ed iniqui».

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Evasione fiscale aiuti economici

Le indagini sui conti correnti per stanare l’evasione fiscale vanno a vuoto: in 13 anni i controlli svolti dall’amministrazione finanziaria sui rapporti bancari dei contribuenti italiani sono stati 84.155 e hanno consentito di individuare appena 7,2 miliardi euro di tasse non pagate. Dal 2010 al 2022, in media, si tratta di circa 6.500 controlli l’anno, ciascunodei quali ha portato alla luce una maggiore imposta accertata per 86.000 euro.

Secondo un documento del Centro studi di Unimpresa, l’anno con il maggior numero di verifiche è il 2013 con 12.069 controlli effettuati, mentre il dato più basso (1.691) si riscontra nel 2021; mentre l’anno con l’evasionemaggiore scovata è il 2012, con 1,201 miliardi (il “bottino” più magro, 115 milioni nel 2020, segnato dal Covid). Considerando che il valore annuo complessivo dell’evasione fiscale si aggira attorno ai 100 miliardi di euro, le indagini bancarie consentono di accertare, nella migliore delle ipotesi, una quota di gettito nascosto di poco superiore all’1% del totale.

«Il decreto legge appena approvato non interviene su questa norma asfissiante e iniqua. Lo Stato, con i controllisui conti correnti bancari, non ottiene granché se non il doppio risultato di spaventare i contribuenti e di rendere ancora più complessa la gestione burocratica delle attività d’impresa» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.

«I numeri non mentono mai: c’è da chiedersi, pertanto, quali vantaggi produca la gigantesca macchina da guerra fiscale messa in piedi più di 10 anni fa che – secondo Ferrara – è stata usata a singhiozzo e, nella sua lunga sperimentazione, si è rivelata un clamoroso buco nell’acqua. I numeri dimostrano il fallimento di un’idea sbagliata sin dalle origini».

E il rischio di una maggiore penetrazione sui controlli bancari potrebbe accadere a seguito dell’avventodell’euro digitale su cui sta lavorando la Banca centrale europea, sul quale è pure previsto un limite di utilizzo a 3.000 euro per evitare l’utilizzo indebito di questa forma di pagamento.

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