Conclusa a Prissiano (Bz) la vendemmia della più grande e probabilmente antica vigna del mondo: quella del Versoaln. A Mama d’Avio (Tn) completata la vendemmia della vigna di Enantio franca di piede

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E’ stata una grande festa quella che ha accompagnato la vendemmia del Versoaln, la vite più grande e quasi certamente più antica del mondo. Il sorprendente evento ha coinvolto un nutrito gruppo di persone che, a Castel Katzenzungen di Prissiano, hanno raccolto i piccoli e preziosi grappoli maturi prodotti dall’eccezionale vigna. Quest’anno è stata un’ottima annata: la quantità e la qualità del raccolto è stata buona, con un contenuto zuccherino di 17 gradi barbour scarsi. Il vino prodotto dal Versoaln è un vino bianco, leggermente fruttato con una struttura delicata e dalla spiccata acidità, ma molto gradevole.

L’uva raccolta, circa 300 kg, viene lavorata dalla Cantina del Centro Sperimentale Laimburg, centro di competenza scientifica nell’ambito dell’agricoltura e della viticoltura in Alto Adige, e un piccolo numero di bottiglie di vino prodotte possono essere acquistate presso Castel Katzenzungen.

La vigna di Versoaln è sicuramente un monumento storico di grande interesse quello che si trova davanti il visitatore a Castel Katzenzungen, una vite che cresce a ridosso di un muro su terreno porfirico alluvionale con più di 350 anni alle spalle e 300 metri quadrati di superficie.
L’età di questo esemplare è stata stabilita scientificamente nel 2004, similmente a quella che è stata attribuita finora soltanto alla vite che cresce a Maribor in Slovenia.

Varie sono le supposizioni sulle origini del nome “Versoaln”, l’antico vitigno originario della Val Venosta. La versione più accreditata fa riferimento alla posizione delle vigne, di solito situate in posti difficili da coltivare, che costringeva i contadini a trasportare le uve vendemmiate in cesti trattenuti da corde.
La parola dialettale “versoaln” infatti significa “assicurare il raccolto e trasportarlo per mezzo di corde”.

Dall’Alto Adige al basso Trentino.
Nei vigenti di Mama d’Avio al confine con la provincia di Verona si è conclusa la vendemmia da parte dei “Dolomitici”, i vignaioli d’eccellenza fautori della viticoltura biodinamica naturale, del Lambrusco a foglia frastagliata, noto anche come Enantio. Una piccola vigna (che si espande su circa mezzo ettaro) che ha la caratteristica di essere l’unico impianto ad essere sopravvissuto alla tragedia della filossera negli anni Venti del secolo scorso. Un vigneto destinato ad essere sostituito da vini più commerciali e “moderni”, che solo la mobilitazione dei vignaioli ha consentito di evitare grazie all’adozione del vigneto che ora si prepara a dare un vino di sicuro interesse, prodotto in 5.000 bottiglie e 3.000 magnum con etichetta “Ciso” in onore all’antico proprietario del vigneto, Narciso Frachetti che lo ha salvato dall’estirpazione.