Via libera dal Senato al passaggio di Sappada dal Veneto al Friuli Venezia Giulia

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Soddisfazione dei promotori del referendum: «ora aspettiamo l’approvazione definitiva dalla Camera prima della chiusura della legislatura». Ora tocca a Cinto Caomaggiore. Zaia: «se il Veneto non avrà l’autonomia, garantiremo a Bolzano lo sbocco al mare»

sappada fvgAl voto positivo da parte del Senato sul passaggio del comune di Sappada dal Veneto al Friuli Venezia Giulia, la speranza dei promotori del referendum è «di non lasciarci ora a metà del guado», come sottolinea Alessandro Mauro, coordinatore dei Comitati per il referendum popolare del 2008, che indicò la richiesta del comune bellunese di cambiare regione.

«C’è un’innegabile grande soddisfazione – aggiunge Mauro – siamo orgogliosi di aver portato il caso di un paese di montagna e di confine all’attenzione del Senato della Repubblica, di cui abbiamo il massimo rispetto. La maggioranza è stata ampia e questo aumenta la nostra felicità. Questo è il momento di ricordare le battaglie durate dieci anni, ma non possiamo ancora cantare vittoria». Secondo Mauro ora «serve un quadro amministrativo chiaro, a beneficio dei residenti e di eventuali investitori e che la Camera concluda il procedimento, perché l’attuale situazione di incertezza non giova a nessuno. Il comune è ingessato non conoscendo il proprio futuro, le due Regioni interessate hanno su Sappada un punto interrogativo e di certo non la inseriscono nei loro piani strategici, non sapendo quale sarà il suo futuro. I vari portatori di interesse sono fermi al palo, perché norme e tempi sono profondamente diversi se si ipotizzano nuove attività in Friuli Venezia Giulia o in Veneto. Serve urgentemente una collocazione definitiva per Sappada». 

Il coordinatore del Comitato referendario invoca quindi, «una risposta definitiva entro Natale, per dare la possibilità di una programmazione adeguata per il 2018. La votazione odierna ha rinfrancato quel 95% di sappadini che si era espresso per il si e che progressivamente aveva perso fiducia nelle istituzioni. Non disperdiamo questa nuovo ottimismo facendo melina e arrivando alla fine della legislatura». 

Contento anche il sindaco del comune bellunese: «siamo davvero soddisfatti e a questo punto anche un po’ increduli che dopo dieci anni ci sia stato il primo voto, ma adesso scongiuriamo la beffa della fine legislatura: i tempi per il voto alla Camera sono stretti e ci auguriamo che possa giungere una risposta definitiva sottolinea Manuel Piller Hofer -. Sapevamo da tempo che era calendarizzata per oggi ma dopo tanti rinvii eravamo cauti. Non ci aspettavamo nemmeno una convergenza così ampia, che comunque ci fa piacere. Ora avanti con la Camera: l’iter è stato avviato da quattro anni e urge una risposta, in un verso o nell’altro». 

All’esito del voto del Senato, espire soddifazione anche il presidnet edel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Franco Iacop: «storicamente Sappada ha forti legami culturali e linguistici con il Friuli Venezia Giulia, la sua contiguità geografica la porta a considerare da sempre l’area di Forni come suo interlocutore di vicinato. Non dobbiamo inoltre dimenticare che l’arcidiocesi di Udine include il comune di Sappada e che i legami con la nostra regione spaziano in moltissimi altri campi, su tutti quello turistico e sportivo».

Per la coordinatorice di Forza Italia del Friuli venezia Giulia, la deputata Sandra Savino, «dopo anni di battaglie portate avanti con determinazione, rispetto per le regole e amore per le proprie radici, gli abitanti di Sappada hanno raggiunto un nuovo traguardo nel lungo e difficile percorso per il riconoscimento della propria volontà, ossia il passaggio dal Veneto al Friuli. La battaglia – prosegue Savino – è stata combattuta sempre nel solco del dettato costituzionale e con mezzi civili e democratici e per questo la politica e le istituzioni non hanno potuto e non potranno fermare la forza di una comunità che chiede di decidere per il proprio futuro. La volontà dei popoli è come un fiume: sperare di deviarne il corso è una pia illusione. Lo tenga presente la Camera, quando sarà chiamata al voto. Forza Italia si è sempre schierata a favore della causa di questa comunità che si sente, ed è, in tutto e per tutto friulana. Ed è proprio grazie a Forza Italia, con la sua pressione alla Conferenza dei Capigruppo, che il passaggio al Senato è stato calendarizzato». 

L’urgenza di terminare l’iter legislativo è sottolineato anche dal triestino Massimiliano Fedriga, capogruppo della Lega Nord alla Camera: «bene il voto el Senato, ora la questione venga calendarizzata con urgenza alla Camera. L’autodeterminazione è un principio fondamentale per la Lega e, in tal senso, non posso che essere felice per la sostanziale presa d’atto del Senato della volontà espressa dai cittadini di Sappada nel 2008. L’obiettivo è ora evitare che l’iter si areni alla Camera. Per questo – prosegue Fedriga – il nostro Gruppo chiederà che la questione passi il vaglio della capigruppo con carattere d’urgenza». 

Ma non c’è solo Sappada in lista d’attesa per cambiare regione: per il deputato Dem Giorgio Zanin «dopo il voto praticamente all’unanimità del Senato per il passaggio di Sappada in Friuli Venezia Giulia si prosegua rapidamente anche alla Camera a votare il passaggio di Regione per Cinto Caomaggiore. Si eviti di perdere ulteriore tempo, dal momento che l’attesa dei cittadini di Cinto Caomaggiore dura da undici anni, e si proceda».

Qualegiudizio da parte di chi sta perdendo parte del proprio territorio? «Rispettiamo le scelte di tutti e figuriamoci se un federalista impenitente come il sottoscritto oserebbe mettere in discussione le scelte di una comunità. Prendo tuttavia atto che i comuni che fino ad ora hanno rivendicato la libertà di poter cambiare Regione, hanno tutti chiesto di essere annessi al Friuli Venezia Giulia o al Trentino Alto Adige, e mai, che so, all’Emilia Romagna o alla Lombardia. Ciò che la dice lunga sulle vere motivazioni di queste scelte separatiste – commenta il governatore del Veneto, Luca Zaia -. Anche per questo il 22 ottobre andremo a votare per il referendum sull’autonomia, per dare cioè ai comuni di confine le stesse condizioni fiscali ed economiche delle regioni a statuto speciale le quali godono di possibilità di intervento sui territori che alle regioni a statuto ordinario sono letteralmente impossibili. Se il Veneto non avrà l’autonomia sarà l’autonomia ad avere il Veneto, e garantiremo a Bolzano lo sbocco al mare».