Pesca costiera, il Distretto Alto Adriatico già pronto a partire

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Manzato: “il Distretto potrebbe essere il primo in Europa a gestire autonomamente le proprie acque”

La gestione della pesca nell’Alto Adriatico è prossima ad una profonda riorganizzazione: “la programmazione del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca 2014-2020 ha espresso l’orientamento alla regionalizzazione dei bacini comunitari, intesi come aree omogenee di pesca, che una volta istituiti regolarmente potranno esprimere meglio le loro specificità” ha dichiarato l’assessore regionale veneto alle attività ittiche, Franco Manzato, secondo il quale “il Distretto Alto Adriatico, nato lo scorso febbraio, potrebbe essere il primo distretto europeo ad avere le piene potenzialità per gestire in modo autonomo ed efficiente le proprie acque, grazie al comune intento delle Regioni interessate (Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia) di costituire un organo sovraordinato, con la possibilità di creare un’attività coordinata con la Slovenia e la Croazia, che a breve entrerà a far parte ufficialmente dell’Unione Europea”.

Questa la sintesi formulata Manzato a margine del seminario dedicato alla piccola pesca, tenutosi in Regione. Al tavolo di confronto hanno partecipato, oltre all’assessore veneto insieme alle associazioni di categoria della regione, due tra i principali referenti in tema di pesca del Ministero delle Politiche agricole e forestali, il dottor Massimo Spagnolo – Direttore dell’Istituto di Ricerche Economiche per la Pesca e l’Acquacoltura (IREPA onlus) di Salerno – e il professor Corrado Piccinetti – Responsabile del Laboratorio di Biologia Marina e Pesca di Fano (Università degli Studi di Bologna).

“Chiediamo al Ministero – ha continuato Manzato – la possibilità di operare in autonomia, con la creazione di appositi piani di gestione che vengono dal basso, da coloro che operano in mare, che lo conoscono e sanno come dialogarci. Le nostre marinerie desiderano farsi promotrici dell’attività di pesca e noi abbiamo il dovere di responsabilizzare la loro attività”.

Questo permetterebbe di evitare decisioni calate dall’alto che non tengono conto delle caratteristiche di questo mare, permettendo agli operatori del settore, ai loro rappresentanti e alle Istituzioni di mantenere le proprie specificità e le tradizioni degli antichi mestieri di mare.