Scuola in Friuli Venezia Giulia: dare attuazione all’Autonomia speciale

La regione eroga contributi per abbattere il caro libri mediante il comodato d’uso.

0
737
presidi scuola continuità scolastica

La scuola è prossima alla riapertura in Friuli Venezia Giulia e le famiglie sono alle prese con l’approntamento del corredo per la frequenza, provvedendo alla ricerca di libri e dizionari vari. Per limitare il caro-scuola e garantire a tutti la frequenza della scuola, la Regione interviene con una serie di provvedimenti.

«Ogni inizio di anno scolastico diventa un bagno di sangue per le famiglie, costrette a spendere svariate centinaia di euro solo per i volumi di testo. La Regione può alleviarle, almeno in parte, con la concessione di testi in comodato gratuito tramite le scuole» afferma l’assessore regionale a lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia, Alessia Rosolen, ricordando che i destinatari dell’intervento sono gli istituti scolastici, i quali devono occuparsi di presentare la domanda nelle modalità prescritte.

Le famiglie ricevono notizia direttamente dalle scuole circa i tempi e le modalità per effettuare la richiesta dei libri di testo in comodato gratuito, secondo quanto previsto dai regolamenti approvati dalle singole scuole. Per l’anno scolastico 2018/2019 l’intervento finanziario della Regione ammonta a 2.400.000,00 euro.

«Stiamo altresì ripensando – dice Rosolen – agli strumenti per il sostegno al diritto allo studio, cercando soluzioni più efficaci: è doveroso assicurare omogeneità agli interventi, garantire sostegno nell’età della scuola dell’obbligo, premiare il merito e aiutare le fasce di reddito più esposte».

L’assessore è impegnata anche sul lato istituzionale, per dare completa attuazione allo Statuto di Autonomia speciale. «Lo scorso 20 giugno, a poche settimane dal mio insediamento, ho scritto una lettera al Ministero rimarcando la situazione di inammissibile incertezza nella quale versano molti insegnanti, denunciando la carenza cronica di dirigenti scolastici e amministrativi e, più in generale, di personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario, mettendo altresì l’accento sulle numerose e delicate necessità delle scuole. Le osservazioni della Cgil sono corrette, ma purtroppo non costituiscono una novità. Piuttosto, stiamo lavorando, assieme al presidente, per risolvere problemi che si stanno cristallizzando e acuiscono disagi non tollerabili – dice Rosolen – La madre di tutte le partite, sul comparto, è dare attuazione al titolo V sull’Autonomia, come ampiamente previsto dallo Statuto».

Stiamo valutando – riferisce Rosolen – l’ipotesi di costituire un asse del NordEst con il Veneto, che, forte dell’esito plebiscitario del referendum sull’autonomia, sta accelerando per potenziare le proprie competenze in materia di scuola. L’autonomia scolastica è una partita che, per impatto economico, sfonda la barriera dei 900 milioni all’anno solo per la gestione del personale. Non si tratta di atti simbolici, ma di riforme che, come nel caso della sanità, trasformano il bilancio della Regione. La domanda è: trattenendo le risorse che, adesso, vanno allo Stato, sapremmo dare risposte migliori e l’offerta didattica salirebbe di livello? A mio avviso – afferma Rosolen – la Regione è pronta a raccogliere questa sfida». Una sfida, tra l’altro, già affrontata e vinta in Trentino Alto Adige, dove la gestione della scuola locale è garantita da anni dall’Autonomia speciale. Giusto che quest’esperienza venga riproposta in tutto il NordEst, magari estendendola anche all’Emilia Romagna.