Voucher in agricoltura, una soluzione a metà, pasticciata in puro stile romano

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Veneto Franco Manzato in cattedra 11 1Manzato: “l’elasticità e la semplicità insite precedentemente nello strumento sono andate a farsi friggere”

Dopo un lungo tira e molla tra le organizzazioni agricole, le regioni e lo Stato, la questione del rinnovo dei voucher in agricoltura, dei buoni acquistabili dagli imprenditori agricoli con un valore facciale che comprende anche gli oneri per il fisco, l’assicurazione infortuni e la previdenza sociale, è stata risolta in puro stile romano: pasticciato e cancellando quanto di buono era insito nello strumento che aveva consentito al settore agricolo di regolarizzare la mano d’opera avventizia e di evitare “rogne” pesanti con il fisco e con gli ispettori del lavoro nel caso di utilizzo temporaneo ed avventizio di manodopera.

L’assessore all’agricoltura del Veneto, Franco Manzato, utilizza l’ironia con largo impiego del latino rum: “habemus vouchers, quelli nuovi, da da ora. Ma c’è poco da godere. Meno male che quelli vecchi sono validi fino al 31 maggio dell’anno prossimo, perché quelli nuovi quanto ad elasticità somigliano al fil di ferro. Per ora habemus frittatam”. Manzato ribadisce la sua posizione su questi strumenti, “che si sono rivelati straordinari per regolarizzare situazioni impossibili, hanno fatto guadagnare qualche soldo a chi non cercava ‘il lavoro’ ma voleva solo svolgere ‘un lavoretto per qualche giorno’, hanno fatto introitare soldi all’erario risparmiando su controlli piuttosto ‘diseguali’”.

Ora l’effetto è che, grazie ai nuovi voucher, fino a settembre, i pensionati e gli studenti dai 16 ai 25 anni regolarmente iscritti ad un ciclo di studi potranno lavorare in campagna. “Guai a essere semplici parenti, amici, appassionati. Se poi si è cassintegrati si rischia il proprio futuro. Coldiretti parla di discriminazione – aggiunge Manzato – a me sembra una scemenza, come quella professoressa di matematica che, di fronte alla perdita di un tubo di scarico mal avvitato, si è messa a calcolare quanta acqua sarebbe fuoriuscita in quante ore e si è trovata la casa allagata mentre bastava stringere il tubo con le mani per evitare disastri”. Già: quella professoressa assomiglia anche tano ad uno dei tanti (troppi!) professori di cui pullula l’attuale governo italiano, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

“C’è troppa gente che fa ragionamenti a tavolino sul lavoro, e magari non lo ha mai realmente vissuto nella sua quotidianità – dice Manzato – ad esempio raccogliendo asparagi, che non vede i lacci derivanti da vincoli difficilmente comprensibili rispetto alla esigenza di soddisfare esigenze e bisogni sia di ha voglia di un lavoretto sia di chi ha necessità di un paio di braccia in più per qualche giorno. Con migliaia di forme di formaggi DOP ribaltate dal terremoto e aziende sotto choc per il sisma – conclude l’assessore veneto – mi domando che contratti dovremo fare e con quali illuminate e celeri procedure”.