Mercato dell’auto, a giugno le vendite ancora giù del 24,43% (-19,7% nei primi sei mesi del 2012)

0
369
Parcheggio sanseverino automobili 2 1Continua la crisi delle vendite: per lo Stato si apre un vistoso “buco” nel gettito tributario

Continua l’andamento negativo del mercato dell’auto in Italia. A giugno le immatricolazioni di nuove vetture, secondo quanto afferma il ministero dello Sviluppo, Infrastrutture e Trasporti, sono scese del 24,42% attestandosi a 128.388 unità, contro le 169.870 di un anno fa.A maggio il mercato aveva registrato un calo del 13,90%. Nei primi sei mesi del 2012 la flessione è pari al 19,73% a 814.179 unità vendute. Il Ministero precisa che a giugno sono stati registrati 333.143 trasferimenti di proprietà di auto usate (-12,56%) e quindi il volume globale delle vendite (461.531 autovetture) ha interessato per il 27,82% auto nuove e per il 72,18% auto usate.

federauto presidente Filippo Pavan Bernacchi 1Allarme rosso tra i concessionari: con le 128.388 targhe di giugno, che segnano un -24,4% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, si archivia in profondo rosso il 1 semestre 2012 facendo fermare il contatore a -200.120 proiettando il mercato dell’auto a 1.370.000 su base annua. “Con la chiusura di giugno il I semestre del 2012 si inabissa come il Titanic – afferma Filippo Pavan Bernacchi presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus, di tutti i marchi commercializzati in Italia -. Solo che il nostro iceberg si chiama recessione. Abbiamo lanciato da tempo il ‘mayday’, ma il Governo Monti sembra esser sordo a ogni istanza di un comparto che dà lavoro a 1.200.000 addetti, 220.000 dei quali probabilmente non avranno protezione”. Il calo è generalizzato: per Pavan Bernacchi “è stato un mese tremendo per le auto, per i veicoli commerciali, per gli industriali e anche l’usato sta segnando il passo. Ma a preoccupare più del presente è il futuro prossimo. E a chi dice che gli incentivi non servono rispondo che il Brasile, grazie alla loro introduzione, cresce del 70%, che la Cina li ha varati e che la Francia li sta valutando attentamente”. Pavan Bernacchi dice che “stimoli alla domanda e revisione della fiscalità delle auto aziendali sono necessari per compensare la forte riduzione del potere d’acquisto reale delle famiglie e delle imprese italiane ma, finora, la reazione delle istituzioni è assente, in particolare da parte del Governo che, a tutt’oggi, non ha ancora riconvocato il tavolo aperto al Ministero dello Sviluppo Economico con le associazioni di categoria”.

Secondo il Centro Studi Promotor GL events, “proiettando il risultato dei primi sei mesi su base annua si ottiene una previsione di immatricolazioni per l’intero 2012 di 1.403.000 unità, volume questo estremamente basso, tanto che per trovare un livello analogo bisogna tornare indietro nella serie storica delle immatricolazioni di 33 anni, risalendo fino al 1979. Per una più completa valutazione della situazione occorre anche considerare che, poiché la domanda sta privilegiando modelli mediamente di minor valore unitario, al calo delle immatricolazioni nel primo semestre corrisponde una contrazione del fatturato più elevata e che il Centro Studi Promotor GL events stima nel 28%, ovviamente con una correlativa diminuzione del gettito Iva, danneggiando fortemente anche le entrate dello Stato con ripercussioni sul raggiungimento degli obiettivi di contenimento del debito pubblico”.

Il calo del gettito fiscale è valutato da Unrae: “ad un anno dall’entrata in vigore della ‘Manovra Estiva 2011’ e di quella ‘Salva Italia’ che hanno interessato il settore auto per, rispettivamente, 3,6 e 5,1 miliardi di euro, l’auto tira le somme dei primi 6 mesi 2012. A fronte di 8,7 miliardi di euro di maggior introito fiscale previsto dalle due manovre (estate 2011 e Salva Italia), lo Stato ha in realtà perso: 1,25 miliardi di minor gettito Iva nei primi 6 mesi (saranno 2,3 miliardi a fine anno, l’equivalente di una piccola manovra); 65 milioni di euro di minor incasso Ipt in 6 mesi (con una previsione di mancato introito a fine anno pari a 100 milioni di euro, rispetto allo scorso anno, nonostante il passaggio da Ipt fissa a Ipt a ‘geografia variabile’, che avrebbe dovuto assicurare un aumento di oltre 400 milioni alle casse delle province); dei 168 milioni di euro previsti di gettito dal superbollo per le auto potenti, lo Stato ne perderà più di 100”.

Che previsioni fare per il mercato dell’auto e di tutto il comparto economico che muove? Secondo Unrae “il peggioramento di alcuni importanti indicatori congiunturali, ancora 2 rate di Imu da pagare per le famiglie, l’Iva che potrebbe aumentare a ottobre, una domanda totalmente anelastica rispetto agli sforzi promozionali di Case e Concessionarie: questi presupposti convergono verso una domanda totale che si dovrebbe attestare a fine anno attorno a 1,4 milioni di vetture”.

“Sul fronte delle alimentazioni – prosegue la nota Unrae -, le vetture a gpl e metano raggiungono nel complesso l’11% di quota di mercato, crescendo di oltre 6 punti rispetto al 1° semestre 2011. Tutto ciò a scapito della benzina, che flette nel semestre del 29,5%, fermandosi al 34,7% di rappresentatività e – in misura decisamente minore – del diesel, al 53,9%. Da evidenziare, inoltre, la robusta flessione delle vetture dei segmenti premium ed alto di gamma (E ed F) che, a causa di una fiscalità fortemente penalizzante, hanno registrato nel semestre un calo rispettivamente del 28,6% e del 38%”.

Che dire di questa situazione tutt’altro che rosea e che promettere di volgere ancora di più al brutto? Se Monti vuole tenere fede alla sua nomea di tecnico di spesso (alla prova dei fatti, finora usurpata), dovrebbe ammettere l’errore di gioventù, ritirando gli scellerati aumenti contro il settore auto motive che ha varato all’atto del suo insediamento, visto che andando avanti di questo passo rischia, oltre ad incassare decisamente meno di prima, anche di trovarsi sul groppone migliaia di nuovi disoccupati da assistere con i relativi costi. Errare umanum, perseverare diabolicum: Passera e Monti dovrebbero prendere un provvedimento semplice e, stante la situazione, assolutamente non costoso per le casse dello Stato: annullare i provvedimenti dell’estate e dell’inverno 2011 e portare la fiscalità sull’auto allo stesso livello della media europea, con particolare riguardo ai veicoli aziendali, senza dimenticare il costo dei carburanti per non penalizzare l’arrivo in Italia dei turisti esteri che ora preferiscono méte decisamente più convenienti del Belpaese.