Festival di musica barocca Monteverdi Vivaldi alla conclusione

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festival-monteverdi-vivaldi-venezia 1Chiusura in bellezza per il festival articolatesi in 17 eventi a Venezia
di Giovanni Greto

Dopo 17 appuntamenti, da metà giugno a metà settembre, il Festival di musica barocca Monteverdi Vivaldi 2012, “I furori della gioventù”, è giunto a conclusione nello scorso fine settimana. Venerdì in una sala lunga e stretta della Fondazione Pinault a Punta della Dogana il sestetto ‘Les Musiciens du Paradis’ ha eseguito con valentìa alcuni estratti dall’opera l’Orfeo, composta nel 1607 a Mantova da Claudio Monteverdi (1567-1643), nel 1647 a Parigi da Luigi Rossi (1597-1653), nel 1672 a Venezia da Antonio Sartorio (1630-1680).

E’ stata una piacevole sorpresa scoprire differenti versioni di una stessa opera da parte di autori meno conosciuti, anche se l’Orfeo di Rossi, prima opera italiana commissionata in Francia, destò un enorme successo. In particolare, il grande coro a 4 voci delle ninfe Ah piangete, lagrimate, sulla morte di Euridice, pare facesse piangere il pubblico, mentre il lamento finale di Orfeo è un capolavoro di espressione tragica. Tra le scene interpretate dalla soprano Mailys de Villoutreys, nei panni di Orfeo ed Ariosteo, e del baritono Benjamin Alunni, in quelli di Orfeo ed Esculapio, l’ensemble ha inserito con gusto due sonate strumentali, La Cornara e La Spilimberga, di Giovanni Legrenzi (1626-1690), di origini bergamasche, ma trasferitosi a Venezia, dove venne nominato direttore del Conservatorio dei Mendicanti nel 1672 e vice maestro della Cappella di san Marco il 5 gennaio 1681, succedendo proprio ad Antonio Sartorio.

La sera seguente nella sala degli specchi di Ca’ Zenobio, sede della comunità armena di Venezia, nuovamente un sestetto, Scherzi Musicali, ha interpretato alcune scene dalle opere di Francesco Cavalli (1602-1676). Il compositore cremasco, arrivato giovanissimo a Venezia, grazie al nobile veneziano Federigo Cavalli, che lo portò con sé al termine del suo incarico di Podestà di Crema, mantenendolo ed aiutandolo per tanti anni, fu uno dei maggiori operisti del XVII secolo. La sua importanza sta nell’impostazione popolare data al melodramma, che prima di lui era stato esclusivamente un divertimento dei principi. Il gruppo, che ha eseguito brani da Giasone (1649), da Didone (1641) e da Calisto (1652), era diretto da Nicolas Achten, sempre in piedi per suonare il clavicembalo, il liuto e anche a cantare nella parte di baritono. Convincenti i dialoghi tra i violini, l’accompagnamento e le parti solistiche della viola e della lira da gamba (il cosiddetto lirone) e della tiorba, dal manico assai lungo, simile all’arciliuto. Convincenti gli altri due cantanti, la soprano Marie de Roy e il tenore Reinoud Van Mechelen, che in certi momenti ha eseguito anche la parte di controtenore.

Il concerto finale, all’interno di palazzo Zen, un tempo dimora del poeta e storico Apostolo Zeno (1668-1750) , librettista di Vivaldi, ha visto il ritorno del quintetto italiano Il Gene Barocco alle prese con un repertorio del ‘prete rosso’, sia strumentale che vocale, per accompagnare la vincitrice del VI concorso di canto barocco di Vicenza, la soprano Giuseppina Bridelli, che ha eseguito la cantata Qual per ignoto calle ed alcune arie dall’Orlando Furioso e dalla Juditha Triumphans, composizioni che pongono in primo piano il virtuosismo dell’artista che attira l’attenzione della platea grazie a frequenti e prolungati melismi e gorgheggi. Tra i brani vocali, l’ensemble ha inserito l’Allegro dal Capriccio per violino e basso continuo op. II del fiorentino Francesco Maria Veracini(1690-1768), brillante violinista, il quale al suo arrivo a Venezia nel 1716 fu ascoltato da Giuseppen Tartini (1692-1770), che ne rimase a tal punto impressionato da ritirarsi ad Ancona per perfezionare ulteriormente la propria tecnica.

Prima del concerto, il direttore artistico del Venetian Centre for Baroque Music, Olivier Lexa, si è mostrato soddisfatto del successo della rassegna che “ha confermato la necessità di dare a Venezia la vera musica veneziana” e ha dato appuntamento al prossimo anno per la terza edizione del festival Monteverdi Vivaldi, sempre teso all’incoraggiamento dei giovani musicisti ad abbracciare il movimento della rinascita della musica italiana.