Il comparto sanitario cattivo pagatore e molto indebitato (specie al Sud)

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I fornitori delle strutture ospedaliere avanzano almeno 40 miliardi di euro. Un dato ufficioso, visto che il Lazio, la Campania, l’Abruzzo, la Sicilia e la Calabria non hanno comunicato l’ammontare dei propri debiti

La sanità di molte regioni del Sud è un malato grave, con tempi di pagamento biblici e un debito mostruoso di difficile solvibilità. In media pagano dopo 300 giorni, ma nel Sud i tempi di pagamento raggiungono i 973 giorni in Calabria, gli 894 giorni in Molise e i 770 giorni in Campania. Vicevresa, tra i buoni pagatori svettano il Trentino Alto Adige (media di 90 giorni) e il Friuli Venezia Giulia (91 giorni), mentre il veneto è nelle posizioni di centro classifica con 279 giorni (in peggioramento rispetto al 2009). Questi dati esprimono i tempi necessari alle strutture sanitarie pubbliche per saldare i propri fornitori. In altre parole, il numero dei giorni che, mediamente, separano la data di fatturazione da quella in cui i fornitori vengono liquidati.

Il debito con i fornitori non è certo, ma secondo una stima della Cgia non dovrebbe essere inferiore ai 40 miliardi di euro. L’impossibilità di quantificare con precisione l’indebitamento complessivo delle Asl e degli Ospedali è legato al fatto che molte Regioni non hanno comunicato alla Corte dei Conti i dati riferiti al 2011 (Corte dei Conti, “Relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni”, pag. 309-310, 25 luglio 2012). Una “singolarità” che ha riguardato la Campania, l’Abruzzo, il Lazio, la Sicilia e la Calabria. Tutte realtà, segnala la Cgia, che si trovano in disavanzo sanitario. Conseguentemente, hanno siglato con lo Stato un apposito piano di rientro impegnandosi nella riduzione della spesa e nella riorganizzazione dell’offerta sanitaria. Al netto di queste regioni, alla fine del 2011 il debito ammontava a quasi 18 miliardi di euro.

Se si tiene conto che nel 2010 (quando l’indebitamento, pari a 35,5 miliardi di euro, includeva gli importi di tutte le regioni) queste cinque realtà del Sud assorbivano quasi la metà del debito complessivo nazionale, si può affermare con buona approssimazione che il dato complessivo riferito al 2011 non dovrebbe essere inferiore ai 40 miliardi di euro.

“Un decreto legge del novembre scorso ha stabilito che dal 1 gennaio 2013 tutte le strutture sanitarie pubbliche dovranno pagare entro 60 giorni. Alla luce di questi dati – afferma Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre – è difficile pensare che le Asl, soprattutto quelle del Sud, riescano a rispettare la nuova tempistica. Infatti, non è un caso che in questi giorni molte strutture sanitarie stiano sottoscrivendo dei contratti con scadenze di pagamento ben al di sopra dei limiti stabiliti per legge, in barba a quanto previsto dal decreto di recepimento della Direttiva europea contro il ritardo dei pagamenti”.

Purtroppo, sottolinea la Cgia, la cattiva abitudine di pagare in ritardo riguarda tutta la pubblica amministrazione che, mediamente, riesce ad onorare le proprie fatture entro 180 giorni. Da quest’anno, con l’estensione del Patto di stabilità interno, anche ai comuni con un numero di residenti compreso tra i 1.000 e i 5.000 abitanti (complessivamente pari a 3.700 realtà), si corre il pericolo che il problema del ritardo dei pagamenti si allarghi ulteriormente. Anche questi enti, infatti, potrebbero non riuscire a saldare le fatture in tempi certi e ragionevoli alle migliaia e migliaia di imprese impegnate nella realizzazione di piccole opere pubbliche od in attività di fornitura.

“Pur capendo le difficoltà economiche di moltissime amministrazioni locali – conclude Bortolussi – bisogna rispettare la legge e far sì che i tempi di pagamento vengano onorati. Insomma, deve valere il principio di reciprocità. Quando un contribuente non paga un’imposta o una tariffa entro un determinato termine subisce sanzioni ed interessi di mora. Adesso che la legge contro il ritardo dei pagamenti lo consente, tutto ciò deve valere anche per l’operatore pubblico. Pertanto, non potranno essere sottoscritti contratti con pagamenti superiori ai 30/60 giorni e quegli enti che non pagheranno entro queste scadenze dovranno essere sanzionati con l’applicazione degli interessi di mora che decorreranno automaticamente dal giorno successivo alla scadenza  del termine di pagamento, senza che sia necessaria la costituzione in mora”.

Infine, la Cgia ricorda che nell’ultimo anno, a seguito di quattro decreti che sono stati approvati dal Governo Monti, sono circa 10 i miliardi di euro che sono stati messi a disposizione per abbattere i 90 miliardi di euro complessivi che le imprese private attendono dalla pubblica amministrazione che per quasi la metà, come già ricordato, sono in capo al settore sanitario.


Tempi medi di pagamento della Sanità alle imprese (*)

in giorni (**)

Rank peggiori pagatori

Regioni

2009

2010

2011

2012
(***)

Var. 2012-2009

1

CALABRIA

691

804

929

973

+282

2

MOLISE

630

761

835

894

+264

3

CAMPANIA

621

704

773

770

+149

4

LAZIO

396

400

387

352

-44

5

PUGLIA

401

331

313

344

-57

ITALIA

277

285

300

300

+23

6

PIEMONTE

261

243

274

288

+27

7

EMILIA ROMAGNA

272

278

288

286

+13

8

SARDEGNA

267

300

312

284

+17

9

VENETO

239

258

281

279

+40

10

SICILIA

217

261

286

276

+59

11

TOSCANA

200

232

247

257

+57

12

LIGURIA

180

170

196

200

+20

13

ABRUZZO

212

207

216

194

-18

14

UMBRIA

148

162

160

164

+17

15

MARCHE

146

124

157

157

+11

16

BASILICATA

188

140

140

148

-41

17

LOMBARDIA

125

116

112

106

-19

18

VALLE D’AOSTA

118

120

112

103

-16

19

FRIULI VENEZIA GIULIA

79

84

95

91

+12

20

TRENTINO ALTO ADIGE

97

91

91

90

-8

Elaborazione Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Assobiomedica

(*) Tempi medi di pagamento delle strutture sanitarie pubbliche con riferimento alle forniture di dispositivi medici.

(**) Numero dei giorni che, mediamente, separano la data di fatturazione dalla data di incasso, ovvero indica il tempo medio di incasso di un’impresa fornitrice.

(***) Media dei primi 11 mesi del 2012.

Debito della Sanità (*) verso i fornitori

Importi in milioni di euro

Rank su anno 2010

2008

2009

2010

2011

LAZIO (**)

6.981

6.744

7.517

n.d.

CAMPANIA(**)

5.299

6.051

6.587

n.d.

EMILIA ROMAGNA

2.577

2.660

2.784

2.945

LOMBARDIA

2.468

2.160

2.526

2.532

VENETO

2.074

2.347

2.511

2.897

PIEMONTE (**)

1.960

2.036

2.373

2.643

SICILIA (**)

1.599

1.816

2.103

n.d.

TOSCANA

1.346

1.699

1.916

2.037

CALABRIA (**)

924

1.484

1.781

n.d.

PUGLIA (**)

1.833

1.910

1.658

1.998

ABRUZZO (**)

1.059

834

870

n.d.

SARDEGNA

542

752

692

771

LIGURIA

584

610

646

588

MARCHE

431

403

399

488

MOLISE (**)

249

327

364

388

UMBRIA

206

237

242

258

FRIULI V. G.

226

228

234

239

BASILICATA

164

145

150

172

P. A. BOLZANO

94

95

95

100

P. A. TRENTO

95

91

83

91

VALLE D’AOSTA

21

27

25

27

TOTALE NAZIONALE

30.732

32.657

35.557

n.d.

Elaborazione Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Corte dei Conti

(*) ASL, aziende ospedaliere e IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico).

(**) Regioni sottoposte a piani di rientro.

n.d. Dati non disponibili poiché non comunicati.