Crisi occupazionale, in Friuli Venezia Giulia meno dura grazie all’azione della regione

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brandiBrandi: “siamo riusciti a contrastare la crisi grazie ad efficaci strumenti di sostegno al reddito”

La crisi occupazionale ha continuato a far sentire i suoi effetti in Friuli Venezia Giulia anche nel 2012, ma l’amministrazione regionale è riuscita a contrastarla con efficaci e innovativi strumenti di sostegno al reddito e di politiche attive del lavoro. Il punto più basso dovrebbe comunque essere stato ormai raggiunto. È questo il quadro fornito dall’assessore regionale al lavoro, Angela Brandi, che, in un incontro con la stampa, ha tracciato un bilancio di un anno di attività. “Le conseguenze sul piano produttivo e occupazionale della crisi finanziaria hanno vanificato i progressi che si erano registrati nel primo semestre del 2011, influenzando anche il 2012”, ha detto l’assessore commentando i dati ufficiali su Prodotto interno lordo (Pil), disoccupazione e cassa integrazione.

Il 2012 si dovrebbe chiudere in Friuli Venezia Giulia con un calo del 2% del Pil (- 2,4 il dato nazionale), mentre la disoccupazione nei primi tre trimestri è stata in media del 6,5% (10,4 su scala nazionale), in crescita rispetto al 5,2% del 2011 ma con una tendenza al calo (dal 7% di inizio anno al 6,1% del terzo trimestre). Le ore di cassa integrazione autorizzate, nei primi 11 mesi dello scorso anno, hanno toccato i 22,3 milioni e il 2012 si dovrebbe chiudere con 24 milioni, in aumento dell’11 per cento rispetto al 2011 ma comunque inferiore al picco di 26,5 milioni del 2010. Secondo le previsioni il Pil dovrebbe essere in pareggio nel 2013, mentre si registra (indagine Confindustria) un ritorno di fiducia tra le imprese nell’ultimo trimestre del 2012.

“Possiamo dire che la situazione in Friuli Venezia Giulia – ha detto Angela Brandi – è meno negativa che altrove. Il merito non è solo nostro, naturalmente, ma è certo che siamo riusciti a mettere in campo strumenti efficaci per contrastare la disoccupazione”. La Regione ha agito su due fronti. Prima di tutto il sostegno al reddito, di cui hanno usufruito migliaia di lavoratori colpiti dalla crisi: ammortizzatori sociali in deroga (l’accordo per il 2013 è stato già sottoscritto), i Lavori socialmente utili (LSU), i Lavori di pubblica utilità (LPU), i contratti di solidarietà difensivi, l’accordo con le Banche di credito cooperativo per l’anticipo della cassa integrazione, i “voucher” per dar lavoro ai disoccupati nei comuni dell’area montana. E poi le politiche attive – un mix di incentivi, formazione e potenziamento dei servizi per l’impiego – che hanno permesso l’assunzione di 20 mila lavoratori dal 2009 al 2012, attraverso contratti a tempo indeterminato, stabilizzazione di precari e creazione di imprese individuali.

“Tutti questi interventi – ha ricordato l’assessore Brandi – sono stati discussi e definiti in pieno accordo con le parti sociali, grazie alla convocazione di 11 tavoli di concertazione, in pratica uno al mese”. La crisi ha anche imposto una profonda revisione degli strumenti legislativi, in particolare della legge regionale sul lavoro (legge 18 del 2005), per adeguarli alla gravità e alle specifiche caratteristiche della crisi occupazionale”. Non solo: “occupazione e welfare sono i due cardini attorno ai quali ruoterà anche nel 2013 l’azione della Giunta regionale presieduta da Renzo Tondo”, ha detto Brandi. E lo conferma il fatto che le risorse destinate a sanità e lavoro non sono state toccare, in sede di legge finanziaria, rispetto all’anno precedente. Per il capitolo lavoro, in particolare, sono a disposizione quest’anno 41 milioni di euro (di cui 20 per la formazione), senza naturalmente contare i finanziamenti statali e quelli europei del Fondo sociale.

Sono previste tre novità. Saranno introdotti prima di tutto i cosiddetti “contratti di solidarietà espansivi”, in pratica un “patto generazionale” all’interno delle aziende che, grazie a incentivi regionali, permetterà ai lavoratori più anziani di accedere al part-time, in cambio dell’assunzione di giovani con contratti di formazione. In arrivo anche i Cantieri lavoro, uno strumento più flessibile per realizzare opere di pubblica utilità nei comuni e nelle province, con un duplice obiettivo: impiegare disoccupati per un periodo fino a 6 mesi e permettere così agli Enti locali di superare il blocco delle assunzioni previsto dal patto di stabilità. Saranno infine potenziati i servizi per l’impiego, anche attraverso la collaborazione con agenzie private.