Provincia di Bolzano, il piano di lavoro entra nella fase operativa

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Pab-Roberto-Bizzo-a-sinistra-e-il-direttore-di-Ripartizione-Helmuth-Sinn-ilnordestPrevisti il “patto generazionale”, sgravi fiscali per le assunzioni, rilancio del settore edile, sostegno ai disoccupati di lungo periodo, conciliabilità lavoro-famiglia

In Alto Adige il piano provinciale per il lavoro entra nella fase operativa con 44 misure da attuare entro il 2020. La Giunta provinciale ha fissato come obiettivo 2020 in Alto Adige un tasso di occupazione dell’80% per le persone fra i 20 e i 64 anni. I dati attuali vedono l’occupazione in Alto Adige al 76,9% (Italia 61%, Trentino 70,3%, Austria 75,6%), già superiore al traguardo occupazionale UE del 75% nel 2020. “Ma anche in Alto Adige dobbiamo fare i conti con una disoccupazione in crescita, in particolare nelle fasce più giovani della popolazione.

A loro dobbiamo dare risposte concrete e immediate e per questo abbiamo anticipato di un anno i tempi del piano provinciale per il lavoro, un nuovo patto stipulato tra forze sociali ma anche tra generazioni”, ha sottolineato l’assessore Roberto Bizzo illustrando a Palazzo Widmann assieme al direttore di Dipartimento Andrea Zeppa e al direttore della Ripartizione lavoro Helmuth Sinn, gli interventi varati dalla Giunta, affermando che “servono misure strutturali, politiche di programmazione nel medio e lungo periodo, perché la recessione non si può gestire solo con il quotidiano”. Il progetto, avviato in modo innovativo a inizio 2013 con una piattaforma interattiva, ha raccolto pareri, proposte, documenti e coinvolto sindacati, associazioni di categoria del mondo economico, cooperative e associazionismo sociale, che Bizzo ha voluto ringraziare per l’impegno e la collaborazione.

Il Piano fornisce un indirizzo strategico alle azioni della Provincia, che per garantire l’occupazione nel futuro interviene su due livelli: da un lato con un quadro unitario delle politiche economiche, tra cui riduzione del carico fiscale, aumento di ricerca e innovazione con il Parco tecnologico, revisione della spesa pubblica (“no microcontributi a tutti, sì a incentivi mirati”), snellimento delle procedure (polo informatico unico). Dall’altro lato, vengono attivate misure di politica attiva del lavoro: incentivi, misure promozionali e servizi orientati a specifici target di persone (giovani, donne, lavoratori senior, fasce svantaggiate) oltre a interventi trasversali che migliorano i servizi della pubblica amministrazione alla persona. Gli obiettivi di fondo sono fissati in un quadro pluriennale, ma visto il contesto di instabilità economica l’attuazione del Piano sarà flessibile ed adattata periodicamente per fronteggiare eventuali cambiamenti. “E’ importante attivare gli strumenti e le misure, perché quando vi sarà un accenno di ripresa dell’economia l’Alto Adige possa beneficiarne con un incremento dei posti di lavoro”, ha detto Bizzo.

Sono 44 le misure suddivise in 9 pacchetti, ciascuno con strumenti specifici: promuovere l‘inclusione dei giovani attraverso tirocini di formazione per giovani disoccupati e per coloro che abbandonano gli studi; promuovere l‘inclusione delle categorie socialmente deboli tramite il sostegno finanziario per ridotta capacità lavorativa e il sostegno dell’integrazione lavorativa con la promozione delle cooperative sociali; promuovere l’inclusione delle donne mediante l’ampliamento dei servizi per la prima infanzia e dei servizi di cura; promuovere l‘inclusione dei lavoratori anziani grazie ad incentivi all’assunzione dei disoccupati di lunga durata); favorire l’assunzione di giovani grazie al Patto generazionale nel pubblico impiego; promuovere lo sviluppo economico finalizzato alla creazione di posti di lavoro attraverso il rilancio del settore edile, l’agevolazione IRAP per le imprese che fanno nuove assunzioni, gli incentivi all’assunzione di lavoratori anziani.

Tra le misure, 4 sono le novità con attuazione immediata nei prossimi mesi, che dovrebbero consentire, ha spiegato Bizzo, “di compiere un importante passo in avanti per dare risposte concrete al mondo del lavoro. Questo piano vuole mettere in sicurezza il nostro futuro e dare stabilità alla comunità altoatesina, in particolare ai giovani”. Nuovi sono gli incentivi all’assunzione di lavoratori senior (disoccupati di lunga durata): un incentivo equivalente al 100% dei contributi sociali dovuti per 24 mesi alle aziende che assumono lavoratori disoccupati di età superiore a 55 anni, senza lavoro da oltre 6 mesi, con un contratto a tempo indeterminato. Per l’assunzione di disoccupati di età superiore ai 60 anni può essere concesso un contributo maggiore. Il secondo intervento innovativo è il patto generazionale nel pubblico impiego: i dipendenti pubblici cui mancano 3-5 anni al pensionamento potranno ridurre l’orario lavorativo (e lo stipendio) ed agevolare così l‘assunzione di giovani sotto i 35 anni. La misura dovrà essere a costo zero per le amministrazioni e contribuire al ricambio delle competenze. La riduzione dei posti sarà rispettata ma resa più flessibile. Grazie al divario remunerativo causato dagli scatti di anzianità la pubblica amministrazione è in grado di garantire la copertura totale dei contributi a fini pensionistici. La terza novità punta al rilancio del settore edile: sono ampliati gli incentivi per il risanamento dei vecchi edifici e viene istituito un Fondo di rotazione della Provincia con orizzonte di 10 anni per il risanamento energetico degli edifici pubblici. La Provincia sostiene il risanamento di edifici privati, anticipando una tantum l’importo del bonus fiscale decennale e privilegiando gli interventi di recupero energetico. La quarta misura di rilievo prevede l’agevolazione IRAP per le imprese che creano occupazione stabile: viene reso deducibile dalla base imponibile IRAP per un periodo di 3 anni il costo delle nuove assunzioni a tempo indeterminato. Per i nuovi collaboratori, di fatto l‘azienda non paga l’IRAP.

Per quanto riguarda la conciliabilità lavoro-famiglia, il Piano si muove verso ampliamento e maggiore flessibilità dei servizi di assistenza alla prima infanzia, mentre nel settore della formazione sono potenziati i tirocini per giovani disoccupati e il coordinamento dei fondi per riqualificazione e aggiornamento professionale.