Conegliano Valdobbiandene Prosecco Superiore: presentato il rapporto annuale del Centro studi

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Consorzio-prosecco-presidente-innocente-nardi-ilnordestLa sfida di essere simbolo del territorio e della sostenibilità

Creare valore per la comunità in termini di occupazione, protezione dell’ambiente e incremento del turismo. Fare squadra per far sì che la catena produttiva diventi una rete che includa e promuova ancor più tutte le realtà che fanno parte dei 15 comuni della denominazione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore.

E’ questo l’impegno che il Consorzio di Tutela si è assunto in occasione della presentazione del rapporto annuale del Centro studi del Distretto Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Per il Consorzio è tempo di passare da una logica di prodotto a quella di simbolo facendo sì che ogni bottiglia (sono 68,8 milioni quelle vendute nel 2012) si trasformi in un messaggio da diffondere nel mondo per far conoscere il territorio e creare un valore aggiunto per l’intera comunità e non solo per i produttori. Un’opportunità che per il presidente della Regione Veneto Luca Zaia si concretizzerà anche con l’Expo2015 in cui la sua giunta ha deciso di investire per promuovere le eccellenze del Veneto. Tra queste, secondo il governatore, c’è anche il Prosecco che nasce nell’area storica di produzione. Da qui l’invito ai produttori a pensare positivo: «avete una fortuna tra le mani – ha detto Zaia – il distretto del Conegliano Valdobbiadene rappresenta il “cervello” di quello che è divenuto il vertice di una grande piramide di qualità, la cui base abbraccia l’intero NordEst».

«Siamo di fronte a un nuovo inizio, a un’ulteriore nuova stagione. Il nostro imperativo è dare valore alla nostra denominazione sotto diversi aspetti», afferma il presidente del Consorzio di Tutela Innocente Nardi, che annuncia un impegno verso una responsabilità sociale che parta da una sostenibilità intesa a 360 gradi. «Il successo del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore si identifica pienamente con il nostro territorio e per questo ci siano posti alcune nuove sfide da affrontare. Tra queste quella di investire in un concetto di sostenibilità, che vada oltre l’aspetto ambientale, su cui siano in prima linea da anni, e che riguardi anche una sostenibilità del paesaggio, economica e sociale. Obiettivo che oggi è realizzato con la presentazione del Centro Studi che vede la collaborazione di Regione Veneto, Provincia, Camera di Commercio, Università di Padova, enti locali e Banca Prealpi».

A incoraggiare il progetto del Consorzio di fare del Conegliano Valdobbiadene un “simbolo”, sono stati anche gli altri autorevoli relatori, intervenuti al convegno, tra i quali il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli e il sociologo Aldo Bonomi, direttore del Consorzio A.A.ster di Milano. «Il prodotto diviene simbolo quando è anche strumento di relazione che comunica con l’esterno – afferma Mirabelli -. Ogni bottiglia contiene un messaggio ricercato perché ha un’identità, la denominazione di origine non è solo un’indicazione geografica ma è anche un qualcosa che trasmette un’immagine. E’ una responsabilità forte, che passa dalla custodia dell’ambiente, dalla dignità delle persone che concorrono alla creazione del prodotto, dalla ricerca che sta dietro alla bottiglia fino all’affidabilità che può avere nei confronti del consumatore». Per il presidente emerito della Corte Costituzionale nel caso del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore è riduttivo parlare di prodotto, perché l’area in cui nasce si identifica molto con la tradizione viticola ed enologica ed è anche formazione e ricerca. Da qui l’invito a dare vita anche a una carta etica che certifichi l’impegno che Consorzio e produttori si sono assunti.

Un legame che è un punto di partenza fondamentale anche per il sociologo Aldo Bonomi che ha lanciato un messaggio chiaro di ciò che si deve fare per raggiungere l’obiettivo di essere un simbolo: «non montatevi la testa, tenete i piedi per terra e tenetevi per mano», ha detto il direttore del Consorzio A.A.ster di Milano secondo cui questo si realizza attraverso la valorizzazione di tre “T”: Terra, Territorio e Tecnica. «Terra significa capire che il distretto ha le sue radici storiche in un bene che sono le colline che, lavorate dall’uomo, producono il Prosecco Superiore. Il territorio – spiega il sociologo – non è la stessa cosa di terra, è una costruzione sociale realizzata partendo da ciò che contraddistingue le reti economiche che producono il distretto e le reti sociali che lo mantengono. Quindi non c’è terra senza sindaci, forze sociali, reti di relazioni, quello che una volta chiamavamo comunità, tenendo insieme le reti corte della produzione con quelle lunghe del simbolo. Ciò significa incorporare nella bottiglia un ambiente e un significato che permetta di competere con i migliori spumanti del mondo. È necessario però – conclude Bonomi – perseguire una terza T, ovvero la tecnica, che per quanto riguarda questo territorio si è configurata con un alto livello di professionalità, come ad esempio gli enologi».

Inviti a fare sempre meglio che sono stati accolti con favore dal Consorzio, pronto a sviluppare una serie di nuovi progetti a sostegno del territorio. Per il presidente Innocente Nardi si deve partire dalla valorizzazione di una doppia vocazione: quella naturale, derivante dalle nostre colline che si estendono tra Conegliano e Valdobbiadene, e quella umana derivata da una imprenditorialità qualificata e dalla presenza a Conegliano del polo di ricerca e formazione che gravita intorno alla Scuola Enologica e all’Università che costituiscono elementi importanti per diffondere una cultura viticola ed enologica di alto livello.

Sono gli stessi numeri del Rapporto del Centro Studi, analizzati da professor Vasco Boatto, direttore del Cirve e curatore del Rapporto del Centro Studi, e da Giancarlo Gramatica, client service director di IRI Simphony Group, a confermare che il Conegliano Valdobbiadene non è solo un prodotto ma anche un simbolo che ha saputo elaborare una ricetta contro la crisi in contro tendenza sul fronte del valore, dell’export, delle opportunità di lavoro e del turismo.

Sono 5.000 le persone che lavorano per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore e il numero di occupati continua a crescere: i viticoltori, ad esempio, sono aumentati del 5,5% nel 2012, toccando così le 3.238 unità. Un quadro che sembra dare spazio soprattutto ai giovani: il 30% delle figure dirigenziali in quest’area ha infatti meno di 40 anni. L’esame dei dati rivela inoltre una crescita in volume pari al 74,2% nel periodo dal 2003 al 2012, che l’anno scorso ha raggiunto un mercato di 68,8 milioni di bottiglie e un giro d’affari complessivo di 450 milioni di euro.

Risultati di successo anche per quanto riguarda l’export che copre oltre il 45% della produzione con un record in termini di valore di quasi 132 milioni di euro ovvero il 14,8% in più rispetto al 2011. Nel 2012, in oltre 80 Paesi sono state vendute 28,3 milioni di bottiglie contro i circa 10 milioni del 2003. I primi mercati sono: Germania, Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti. In questa cornice si inserisce anche il ruolo del Conegliano Valdobbiadene come elemento di traino per il turismo: il numero complessivo dei visitatori delle cantine di questo zona è cresciuto considerevolmente tra il 2011 e il 2012 (+25,6%) per un totale di 285.135 ospiti.

La consapevolezza dell’importanza della valorizzazione del territorio si concretizza in una serie di progetti del Consorzio di Tutela tra cui ricerche e sperimentazioni a sostegno di una viticoltura sempre più green e la candidatura a Patrimonio Unesco, che coinvolge tutti i soggetti presenti a diverso titolo nel territorio.

A livello nazionale, l’incremento in termini di valore ha toccato il +56,4% rispetto al 2003 per un totale di 34,4 milioni di bottiglie. Tra le macro aree nazionali, il NordEst ha denotato un significativo aumento delle vendite, raggiungendo un nuovo massimo nel corso del 2012 (15,1 milioni di bottiglie). La GDO rappresenta, dal 2010 il canale di riferimento della commercializzazione italiana di spumante DOCG, raggiungendo, al 2012, un volume pari al 12,8 milioni di bottiglie. Le ottime performance di crescita, registrate presso la GDO, hanno riguardato sia il medio termine che il lungo (+112,9% a volume in raffronto al 2005). In questo canale, la DOCG rappresenta quasi il 57% del fatturato totale di Prosecco. E sempre in questo ambito regna l’ottimismo anche sotto l’albero: sono 283.000 le  bottiglie di Conegliano Valdobbiadene vendute in Distribuzione Moderna nella prima settimana del Natale 2013 con un +61% rispetto alla stessa settimana   del 2012. Nel 2012, l’Ho.Re.Ca rappresenta il secondo canale distributivo nazionale con 9,4 milioni di bottiglie (27,4% delle vendite). L’Ho.Re.Ca ha segnalato nel periodo 2003-12 una flessione delle vendite in relazione ad uno spostamento dei volumi che ha avvantaggiato i canali della GDO e dei grossisti.

Quanto all’export, i vini del Conegliano Valdobbiadene Docg si vendono in oltre 80 paesi per un volume di 28,3 milioni di bottiglie (erano circa 10 milioni del 2003) e un valore di quasi 132 milioni di euro, che fa segnare un 14,8% in più rispetto al 2011 (in ulteriore significativa crescita rispetto al 2010). Alle vendite oltre confine è destinato il 45% della produzione. Nel decennio 2003-2012, il tasso di incremento medio annuo in volume è stato pari al 21,7%.

Con 6,9 milioni di bottiglie e 31,5 milioni di euro di fatturato, la Germania si conferma nel 2012 il mercato estero di riferimento delle esportazioni di spumante DOCG. Essa rappresenta il 24,3% delle vendite a volume e il 23,8% di quelle a valore. In termini di struttura produttiva, il mercato tedesco registra la maggiore presenza di aziende esportatrici (113 nel 2012), con una coorte che annovera tutte le dimensioni. Nel 2012, la Svizzera si è consolidata quale secondo mercato estero della DOCG, aggiungendo una quota a volume pari a 5,9 milioni di bottiglie. Queste performance segnalano il maggiore guadagno dell’export del prodotto (+1,39 milioni di bottiglie in raffronto al 2011), che si associa all’interessante performance della crescita a valore (+30,5% su base annua).

Il Regno Unito rappresenta al 2012, con gli USA, il primo paese importatore mondiale di vino a valore (15.8% del totale) segnalando una significativa crescita in raffronto al 2011 (+13.6%). In termini di consumo pro-capite di spumanti, il Regno Unito registra una tendenza all’aumento nel medio termine (+18.2% in raffronto al 2008). Nel 2012, le vendite complessivamente assorbite dai paesi extra europei hanno registrato un valore pari a 5,7 milioni di bottiglie e un volume d’affari di 28,4 milioni di euro. Queste performance si sono accompagnate a forti variazioni tendenziali delle vendite a volume (+32,8% su base annua) e a valore (+37,9%). Con un valore al 2012 pari al 3,3% delle importazioni mondiali di vino, il mercato russo ha registrato un forte aumento in raffronto al 2011 (+18,4%). Con una variazione tendenziale in raffronto al 2011 pari al 134,3%, la Federazione Russa si è contraddistinta per le migliori performance di esportazione a valore nel breve periodo (2011/12). Nel 2012, gli USA rappresentano, con il Regno Unito, il primo paese importatore mondiale di vino a valore (15.8% del totale) e si contraddistinguono per una forte crescita in raffronto al 2011 (+13.8%). Il mercato statunitense, assorbendo una quota pari a 2,4 milioni di bottiglie e un valore di 11,2 milioni di euro, costituisce il quarto Paese di riferimento dello spumante DOCG.