“The water baber – I bambini acquatici” al “Sociale” di Rovigo

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The-Water-Babies-Locandina-ilnordestIn scena in prima assoluta l’opera da camera, da fiume, da mare (in 3 quadri) di Paolo Furlani su libretto di Patrick Lynch

Va in scena al Teatro Sociale di Rovigo in prima esecuzione assoluta l’opera di Paolo Furlani “The Water Babies”, commissionata dalla Fondazione Rovigo Cultura. Tre le rappresentazioni previste: due riservate alle scuole (20 e 21 marzo) e una aperta al pubblico, inserita nel cartellone del Teatro (domenica 23 marzo ore 16).

L’opera, tratta da un racconto di Charles Kingsley (1863), è la storia di Tom (attore), piccolo spazzacamino schiavizzato dal padrone Grimes (baritono). Mentre vanno a pulire i cento camini della villa degli Harthover, appare una Lavandaia irlandese (soprano lirico) che, come una fata, protegge Tom dalle angherie del padrone, minacciando di rivelare segreti di Grimes a lei noti. Tom sale per i camini a pulire, finché, sbucato in una bianca camera da letto, incontra la bellissima fanciulla Ellie (soprano leggero), addormentata. La vuole accarezzare, ma sporca il lenzuolo e fugge, inseguito dagli abitanti della villa di Harthover (Coro da camera), inclusa l’astiosa Governante. Appare ancora la Lavandaia, nel momento in cui Tom, spossato e vaneggiante, cade nel fiume, dopo aver incontrato una Vecchia (baritono) che si capirà essere la madre di Grimes.

Nel fiume (Quadro secondo) Tom diviene un bambino acquatico, cui fluttuano attorno gli altri “Water babies”. Qui incontra anche la Libellula (soprano leggero), creatura snob che gli ricorda l’amata Ellie. Un temporale trascina verso il mare tutti, compresi Grimes, caduto ubriaco nel fiume, e i Bambini acquatici.

In mare Tom incontra l’Aragosta (mezzosoprano), prigioniera in una gabbia; la libera e si guadagna così il riscatto finale. Sulla spiaggia passeggiano il saccente Professore (baritono) ed Ellie, cui il professore fa lezione di scienze naturali battezzando tutto col un astruso nome scientifico in latino maccheronico. Ma c’è una creatura inspiegabile: è Tom, il bambino acquatico, che appare nell’acqua. Solo Ellie, con gli occhi dell’amore, lo riconosce, ma, scivolando su uno scoglio, batte la testa e sviene. Le preoccupazioni di Tom per la sorte di Ellie sono interrotte dal Coro dei bambini acquatici che puliscono il fondo del mare. Appare la fata meccanica, Mrs. Bedonebyasyoudid [Ciò-che-hai-fat-to-hai] (mezzosoprano) che ripete ossessivamente la sua morale, del tipo “occhio per occhio”, applicandola anche agli adulti responsabili di maltrattamenti ai bambini che, simbolicamente, dovranno subire le stesse punizioni. Ritorna Grimes, che potrebbe meritare una punizione per i maltrattamenti inflitti a Tom, ma l’arrivo della fata sorella, Mrs. Doasyouwouldbedoneby [Av-rai-ciò-che-fa-rai] (soprano lirico) e il confronto tra le contrapposte visioni morali delle due fate impongono a Tom la scelta tra la vendetta od il perdono. Tom non ha dubbi, anche perché al ricordo della madre Grimes si commuove e si pente. Lo scioglimento della vicenda si apre con lo smascheramento della Lavandaia , che aveva seguito da vicino, sotto le sembianze di diversi personaggi, la peripezia di Tom. La storia si completa con un magico girotondo, un inno all’amore, nella vita di Tom ed Ellie ma anche in quella di tutto il mondo, di noi tutti.

Dal punto di vista stilistico “The Water Babies” rimanda a generi musicali molto diversi, dai cori dell’opera verdiana all’operetta di Broadway, dal concertato rossiniano al blues, con qualche velata allusione al rock. Una commistione di generi (vitale, nell’opera contemporanea), che trova ragione anche nell’organico orchestrale in cui figurano sia un Organo Hammond (col suo suono così caratteristico del rock progressive degli anni Settanta), sia un Contrabbasso (che cambia faccia, dallo strumento dell’orchestra classica, allo strumento amplificato e percosso del Rockabilly dei favolosi Fifties americani), oltre a due Sassofoni (strumenti “multietnici” già nei loro DNA, perché inventati da un belga, Adolphe Sax, ma reinventati completamente nel loro utilizzo dai neri d’America). Questo particolare “colore” strumentale contribuisce a dipingere lo straniamento, il viaggio di Tom in un mondo “altro”, fantastico, come quello acquatico, del fiume e del mare, un mondo che può apparire allucinato, come un… trip della beat generation (un esempio tra i tanti potrebbe essere il recitativo iniziale del n.21, “Il Professore ed Ellie sulla spiaggia”, che Furlani ha scritto dopo aver ascoltato in concerto il “King Herod” di Britten. È analogo il gioco di spiazzamento di stili: là un giro di blues sotto un canto per ragazzi, qui un Piano Fender da song americano).