Aperta la variante alla SR 62 tra Povegliano e Villafranca di Verona

0
651
inaugurazione-variante-SR-62-veneto-ilnordest-ilnordestquotidiano-quotidiano
inaugurazione-variante-SR-62-veneto-ilnordest-ilnordestquotidiano-quotidianoL’infrastruttura s’inserisce all’interno del progetto “Tibre”. Chisso: «un’opera da tempo attesa dai comuni interessati». Zaia: «nonostante tutto, l’infrastrutturazione della Regione prosegue»

Finalmente è aperta la variante alla Strada Regionale n. 62 “della Cisa”, che libererà dal traffico di transito gli abitati di Povegliano Veronese e di Villafranca di Verona, a sud del capoluogo scaligero, lungo la principale viabilità ordinaria che collega il Tirreno al Brennero e al resto d’Europa.

L’opera è stata realizzata da realizzata Veneto Strade con finanziamento della Regione, per la quale ha presenziato l’l’assessore alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso con il collega ai lavori pubblici Massimo Giorgetti, affiancati dalla sindaca di Povegliano Veronese Annamaria Bigon, dal primo cittadino di Villafranca di Verona Mario Faccioli, con l’assessore ai lavori pubblici Angiolino Faccioli, dal presidente di Veneto Strade Roberto Turri.

E’ una vera e propria liberazione per i cittadini dei due comuni direttamente coinvolti, ogni giorno invasi da decine di migliaia di veicoli, molti dei quali pesanti, che al territorio lasciano solo pericoli, disagi e inquinamento. «Un opera strategica solo apparentemente minore», ha ricordato Chisso portando i saluti del presidente del Veneto Luca Zaia, impossibilitato a partecipare all’evento. Perché la nuova viabilità, attesa da oltre vent’anni, come ha ricordato Mario Faccioli, è parte di un più ampio programma per attrezzare e ammodernare il corridoio intermodale “TiBre”, Tirreno – Brennero, nel contesto dell’adeguamento del veronese come punto di snodo tra Italia, Nord ed Est Europeo. «Di fatto le merci e l’economia passano soprattutto di qua – ha detto ancora Chisso – e anche la ripresa economica passa per questo quadrante. Noi abbiamo cominciato ad adeguare la viabilità ordinaria, che di solito viene ammodernata dopo quella ferroviaria e autostradale. Ci siamo presi avanti e vogliamo realizzare anche il secondo stralcio di questa Variante, attualmente in fase di Valutazione d’Impatto ambientale». Per quest’ultima c’è però un problema di finanziamento. Avrebbe dovuto essere trovato con il prolungamento dell’autostrada della Cisa, per ora al palo. In questi ultimi anni la Regione ha voluto investire soprattutto sulla sicurezza idraulica. «Il nostro impegno – ha affermato in proposito Giorgetti – è di ricercare le risorse per il secondo stralcio con la stesura del prossimo bilancio», per non lasciare a metà una risposta essenziale per il territorio, reclamata dai cittadini.

Zaia ha fatto giungere il suo saluto: «l’apertura di questa nuova arteria, realizzata a tempo di record da Veneto Strade, è la dimostrazione che quando possiamo fare da soli facciamo meglio, prima e spendendo meno di quanto non facciano le analoghe istituzioni statali. Eppure i nostri cittadini lasciano ogni anno a Roma 21 miliardi di euro che non tornano sul nostro territorio, ma sostanzialmente vanno a coprire le inefficienze e gli sprechi altrui. Con una somma del genere, con una sola annualità, potremmo sistemare e mettere in sicurezza tutto il veneto e realizzare tutte le infrastrutture che ci mancano per rendere più forte la ripresa dell’economia».

La variante alla Strada Regionale n. 62 “Della Cisa”, da via Cascina Verde all’aeroporto “Valerio Catullo”, è il primo stralcio di un più ampio intervento di sistemazione, ammodernamento e messa in sicurezza della attuale viabilità, principale collegamento non autostradale tra Verona e Mantova, inserita in un contesto molto urbanizzato infrastrutturato, con pesanti interferenze con la viabilità e il traffico locale.

I dati rilevati dall’Anas sulla S.S. n. 62 in località “Le Chè”, dal comune di Verona sulle direttrici extraurbane e, più recentemente, dal Comune di Villafranca, testimoniano infatti un traffico giornaliero che nel solo ambito territoriale dell’abitato di Villafranca supera i 60.000 movimenti/giorno, dei quali oltre un terzo insistono sulla sola S.R. n. 62. Questo provoca uno scadimento della qualità della vita, rischi per la comunità, inquinamento, costi di trasporto aggiuntivi, pesante usura delle infrastrutture esistenti pensate per una movimentazione molto minore.

La nuova opera è stata realizzata da Veneto Strade spa, per una spesa complessiva di 13.285.000 di euro per lavori, oltre ad espropri, opere consortili iva e così via per un totale di euro 28.950.000 euro. L’asse principale è lungo 6 chilometri, ai quali vanno aggiunti circa 3,5 chilometri di tratti stradali di collegamento. La nuova strada è stata realizzata in trincea, garantendo così un minore impatto ambientale visivo, ma anche consentendo il recupero di 2.200.000 di euro in ghiaia, da riutilizzare abbattendo il costo, con un avanzo di un milione di euro rispetto al progetto.

L’infrastruttura è stata prevista in continuità con gli interventi già eseguiti o programmati lungo l’itinerario interessato, riprendendo il tracciato dell’esistente “Grezzanella” previsto al confine con il comune di Povegliano, in modo che risultasse completamente funzionale ed utilizzabile nella futura e definitiva Variante Generale alla S.S. n. 62, con minimi interventi di completamento o adeguamento dei nodi di interconnessione.

L’ambito territoriale investe i comuni di Villafranca, Povegliano, Sommacampagna e Mozzecane a sud della città di Verona, in una delle zone a più elevata intensità di traffico del territorio scaligero, caratterizzata dalla presenza di importanti direttrici quali la S.S. n.62 “della Cisa”, la S.P. n.24 “del Serraglio”, la S.P. n.26 “Morenica”, la S.P. n.52 “del Molinetto” e la S.P. n. 53 “delle Salette”. Tutte queste direttrici confluiscono nell’abitato di Villafranca, il principale dopo il capoluogo Verona, ed assumono caratteristiche di traverse interne, caratterizzate da un notevole sviluppo urbanistico oltre che dalla presenza di attive zone produttive collegate alla viabilità autostradale della A4, della A22 ed all’aeroporto “Catullo” di Villafranca attraverso la Tangenziale sud di Verona.

Questa situazione risultava penalizzante per la qualità della vita e lo sviluppo delle zone interessate con quotidiani problemi di congestione, inquinamento e degrado ambientale del centro abitato.