Assegnazione degli alloggi pubblici: l’UE dà ragione al comune di Verona

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flavio tosi 1Via libera alla priorità per i residenti. Zaia: «sancito il diritto inviolabile dei comuni di tutelare innanzitutto i propri residenti»

L’Unione Europea mette una pietra tombale sopra l’abitudine di tante amministrazioni comunali – specie a guida di centro sinistra – di non privilegiare i residenti dei comuni nell’assegnazione degli alloggi pubblici, con il risultato che zingari, immigrati e profughi vari vengono spesso privilegiati rispetto alle aspettative dei residenti che pagano quelle tasse con cui si realizzano gli alloggi pubblici.

Appena ricevuta la risposta da parte della Commissione europea, il sindaco di Verona Flavio Tosi ha scritto al presidente dell’Anci Piero Fassino chiedendogli di informare i sindaci dei comuni associati che la Commissione europea ha archiviato la procedura d’infrazione aperta nei confronti dell’Italia, relativamente alle norme di assegnazione degli alloggi pubblici del comune di Verona. «Il fatto che la Commissione europea, dopo oltre tre anni di fitta corrispondenza fra l’amministrazione e la presidenza del Consiglio dei ministri, nonostante il diverso parere del Governo Monti, abbia dato ragione al comune di Verona – spiega Tosi – è una notizia sicuramente utile a tutti i sindaci italiani: è legittimo attribuire punteggi aggiuntivi sulla base dell’anzianità di residenza o di lavoro nel territorio comunale, nella formazione delle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, infatti, un criterio previsto e adottato non soltanto dal comune di Verona, ma anche da diversi altri Comuni italiani». Secondo Tosi, «scegliendo di provare a difenderci, rispetto a quella che era palesemente un’interpretazione errata da parte della Commissione europea, abbiamo fatto salvo il diritto di tantissimi cittadini residenti in altri comuni d’Italia, oltre a quello, ovviamente, dei residenti nel comune di Verona: se avessimo ottemperato subito a quanto ci era stato richiesto, infatti, chiunque fosse arrivato dall’Europa avrebbe avuto lo stesso diritto di chi vive e lavora nella nostra città da molto tempo».

Secondo la Commissione europea, la previsione di punteggi aggiuntivi basati sulla residenza nei criteri di assegnazione degli alloggi pubblici (nello specifico, i punteggi aggiuntivi variabili da 1 a 4 in base all’anzianità di residenza nel territorio comunale, previsti nel bando di assegnazione degli alloggi Agec) «costituiva una discriminazione indiretta ai danni dei cittadini migranti e in violazione del diritto Ue». Ora non più.

Soddisfatto della decisione europea il governatore del Veneto, Luca Zaia: «una buona notizia, un’ottima decisione. Bene ha fatto l’amministrazione scaligera a difendere i diritti dei propri cittadini e che ora la Commissione le dia ragione, segna un punto fermo e incontrovertibile per tutti: nella gestione delle risorse, delle opportunità e dei servizi pubblici, ogni Comune deve tutelare prioritariamente i propri residenti e l’anzianità di residenza o di lavoro nel proprio territorio».

Per Zaia «sbaglia chi accusa di razzismo e discriminazione gli amministratori pubblici che hanno sempre difeso questa logica, perché prestare attenzione innanzi tutto ai bisogni di chi vive e risiede da più lungo tempo nel proprio Comune, indipendentemente da razza, colore della pelle e credo religioso, significa salvaguardare la comunità, la sua cultura e la sua identità. Prenda atto il Governo italiano della decisione assunta da Bruxelles – conclude Zaia – e la renda nota a tutti i comuni italiani, perché è stato sancito un diritto inviolabile».