Agosto, ancora in calo il mercato dell’auto

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immatricolazioni auto calo grafico 1Con un calo dello 0,2% (quello del gruppo Fiat Chyrsler -6,9%) il comparto traina la crisi dei consumi e del gettito fiscale

In agosto, secondo i dati diffusi dalla Motorizzazione Civile, sono state immatricolate in Italia 53.191 autovetture. Si tratta di un risultato ancora una volta deludente in quanto si registra un calo dello 0,2% sul livello molto depresso dell’agosto 2013.

Dopo l’inversione di tendenza delle immatricolazioni del dicembre scorso, il calo di agosto è il secondo dato negativo. Anche in maggio vi è stata una contrazione (-3,83%), mentre gli altri mesi del 2014 hanno tutti fatto registrare incrementi peraltro piuttosto contenuti tanto che il consuntivo gennaio-agosto chiude con una crescita del 3,52%.

«Non è certo un risultato soddisfacente, se si considera che nel 2013 il mercato era sceso di ben il 47,7% sui livelli ante-crisi (2007) – sottolinea in una nota il Centro Studi Promotor -. Il dato di agosto è stato con ogni probabilità influenzato anche dall’annuncio dato dal ministro Lupi a fine luglio sull’intenzione del Governo di adottare incentivi sotto forma di agevolazioni fiscali a favore degli acquirenti di auto nuove secondo una formula ispirata a quella adottata per le ristrutturazioni edilizie. E’ ben noto che l’annuncio di incentivi non seguito immediatamente dalla loro adozione ha un effetto depressivo sulla domanda in quanto molti potenziali acquirenti rinviano decisioni di acquisto già maturate per poter beneficiare degli incentivi. D’altra parte, indipendentemente dal probabile effetto negativo dell’annuncio di incentivi, non vi sono stati negli ultimi mesi elementi tali da giustificare l’attesa di una ripresa della domanda di auto. Il quadro economico, che a fine 2013 sembrava in miglioramento, si è nuovamente deteriorato con la comparsa nei primi due trimestri dell’anno di due cali consecutivi del Pil e quindi con il delinearsi di una nuova recessione aggravata dall’affacciarsi di un quadro deflazionistico» commenta Promotor.

Secondo il Csp non vi è alcun miglioramento nei fattori specifici che frenano la domanda di autovetture e il calo dei consumi di carburanti indica che è diminuito il tasso di utilizzazione delle auto, mentre nessun miglioramento vi è stato per la pressione fiscale specifica che continua ad essere a livelli record, nè si può dire che miglioramenti vi siano stati sotto il profilo del caro-carburanti e del caro-assicurazioni. A tutto ciò si aggiunge l’assenza da parte dei pubblici poteri di interventi per sostenere un settore come quello dell’auto che occupa 1.200.000 persone, con l’eccezione del già citato annuncio di fine luglio del Ministro Lupi, annuncio che, se continuerà a non essere seguito in tempi brevi da fatti, avrà ulteriormente aggravato la crisi. E’ diffusa la convinzione che il mercato italiano dell’auto, dopo essersi quasi dimezzato dall’inizio della crisi, abbia ormai raggiunto livelli incomprimibili, ma, con un quadro economico esposto ad ulteriori peggioramenti – conclude la nota del Centro Studi Promotor -, con la deflazione incombente e con l’assenza di interventi specifici non si può escludere che la caduta del mercato dell’auto in Italia possa continuare. Ciò in netto contrasto con quanto sta avvenendo in altri mercati europei dell’auto che sono stati pure fortemente penalizzati dalla grande crisi esplosa nel 2007, ma che nel 2014 sono in ripresa.

Preoccupato anche Massimo Nordio, presidente dell’Unrae, l’associazione degli importatori in Italia: «senza provvedimenti la mobilità rimane sempre meno accessibile e conseguentemente il destino del mercato dell’auto nel 2014 resterà segnato da volumi modesti ed insufficienti a reggere i bilanci della filiera distributiva, con conseguenze dirette sul fatturato, sulla capacità di gettito fiscale e sul mantenimento di un livello di occupazione che nei soli settori della vendita e riparazione autoveicoli vale 255.000 posti di lavoro, un numero di gran lunga superiore (circa 10 volte) rispetto a quello della produzione di automobili in Italia».

Nessun particolare cambiamento sul fronte delle motorizzazioni: continua la crescita del diesel, che negli 8 mesi del 2014 sfiora il 56% di quota, crescono in modo deciso le vetture ibride (+37,7% in volume nel mese e +53,7% nel cumulato), il Gpl conferma volumi e quota di mercato al 10%, mentre cedono le altre motorizzazioni.

Critica anche l’associazioned ei concessionari, Federauto: per il suo presidente Filippo Pavan Bernacchi, «agosto, pur con il suo basso peso specifico, potrebbe anticipare la tendenza dei prossimi mesi, ossia l’assestamento del mercato auto su livelli depressivi. Detto in altri termini, l’automobile che da sempre nel nostro Paese ha spinto la ripresa dell’economia, in questo momento sta trainando… la crisi dei consumi. In pratica abbiamo trasformato una filiera da sempre virtuosa per le casse dello Stato e per l’occupazione in un problema che genera altri problemi, in un circolo vizioso che deve assolutamente essere spezzato».

Federauto fa presente che il mercato privati, l’unico che non si può “dopare” con autoimmatricolazioni (che alimentano le “chilometri zero”) o altro, langue. Mentre i numeri totali, in qualche maniera, sono livellati su quelli dello scorso anno, a prezzo di pesanti autoimmatricolazioni e ricorso ai noleggi.

La Federazione nel contempo registra un forte inasprimento nei rapporti tra concessionarie e case automobilistiche. Questo a causa delle minori risorse a disposizione che spesso, per raggiungere obiettivi di breve, vengono drenate dai bilanci dei venditori. Anche se questo genera una rete distributiva più debole caratterizzata dalla chiusura, anche di aziende storiche, e dall’impossibilità dei superstiti di investire in strutture, attrezzature, personale, aggiornamenti, per meglio soddisfare la clientela.

Di qui l’invito di Pavan Bernacchi ai politic «ad astenersi da anticipazioni mediatiche che poi non trovano riscontro nella realtà dei fatti. Degli incentivi per l’automotive, di qualunque tipo, nello “Sblocca Italia” non c’è traccia, e molto probabilmente non saranno varati neanche in futuro. Mancano da un lato le coperture, dall’altro la volontà politica. E questo a prescindere dal fatto che porterebbero un delta positivo a favore dello Stato e della società in termini economici, di sostegno all’occupazione, di qualità dell’aria e di sicurezza. A patto, però, che siano almeno triennali e che, in logica di “droga del mercato”, vengano tolti un po’ alla volta. Altrimenti meglio lasciare tutto così. Ai clienti dico “mai come adesso è il momento di acquistare”, i prezzi non sono mai stati così bassi né le promozioni così allettanti. Inoltre i prodotti che offriamo sono ad altissima tecnologia, belli e funzionali».