Eva Klotz si dimette dal Consiglio provinciale di Bolzano dopo 31 anni di presenza

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Eva-Klotz-ilnordest-quotidianoLa “Pasionaria” indipendentista lascia la politica per seguire il marito ammalato. Dimissioni anche a Trento con l’abbandono dell’imprenditore Mosna ad appena un anno dall’elezione

Trentuno anni nel consiglio provinciale di Bolzano, 1.365 sedute – con una sola assenza ingiustificata – e una vita politica dedicata alla lotta per l’autodeterminazione del Sudtirolo: Eva Klotz si dimessa dal consiglio provinciale di Bolzano durante la sua settima legislatura per prendersi cura di suo marito.

La “Pasionaria” lascia la scena politica, senza veder realizzata la sua missione. I consiglieri di tutti gli schieramenti hanno salutato con un lungo applauso in piedi la 63enne politica sudtirolese. Con lei si congeda la generazione del Pacchetto d’Autonomia.

Il “giorno” dell’addio di Kloz inizia nel primo pomeriggio in Piazza Magnago, sede del consiglio provinciale altoatesino. La Klotz, visibilmente emozionata, saluta con un sorriso e una stretta di mano i politici e simpatizzanti che entrano in consiglio provinciale e risponde alle domande dei cronisti. «Non sono mai stata la “mangia italiani” che alcuni mi accusavano di essere, perché avevano bisogno di dipingermi come il diavolo», racconta. «Mio padre (Georg, uno dei protagonisti della stagione degli attentati separatisti degli anni Sessanta, ndr.) mi ha insegnato – aggiunge – a distinguere sempre tra lo Stato come istituzione e la gente che ci vive». Quando la consigliera sente il campanello dell’aula scappa dentro come un’alunna. Per tre decenni questa stata casa sua e di certo non vuole mancare di rispetto proprio l’ultimo giorno da consigliera.

«Il consiglio deve approvare le mie dimissioni. Questo – afferma in aula la “Pasionaria” – dimostra l’importanza di questa istituzione: una volta eletta non puoi decidere da sola quando lasciare». I Verdi Hans Heiss e Riccardo Dello Sbarba la definiscono «l’avversaria più cara, rispettosa verso le istituzioni e gli interlocutori». Alessandro Urzi (Alto Adige nel cuore) ricorda come la Klotz avesse un giorno regalato un lungo pezzo della sua amata treccia al missino Ruggero Benussi che disse: «entrambi amiamo la patria, anche se non la stessa».

Dopo Luis Durnwalder, che lasciò lo scorso gennaio dopo 40 anni in consiglio e 25 anni alla guida della Provincia autonoma, ed ora Eva Klotz, se ne va definitivamente la generazione del “Pacchetto d’Autonomia”. «Klotz – ha commentato l’ex governatore – va a letto pensando all’autodeterminazione e si sveglia con lo stesso pensiero. Ha combattuto onestamente per i suoi ideali e per questo la rispetto».

Da Bolzano a Trento con le dimissioni lungamente annunciate e ora confermate del vicepresidente del Consiglio provinciale Diego Mosna, che ad appena un anno dalle elezioni lascia la politica per tornare a tempo pieno alla sua attività di imprenditore cartario. Mosna, sceso in campo come più autorevole guida del centro destra alle elezioni provinciali, non è riuscito a digerire i riti e le litanie della politica trentina, dove l’essere all’opposizione della maggioranza di centro sinistra rende ininfluente la propria presenza. A Mosna subentra il consigliere comunale di Trento Claudio Cia che conferma la sua adesione alla Lista civica Trentina. Formazione politica che accoglie anche Claudio Civettini, che ha dato l’addio alla Lega Nord per l’impossibilità di convivenza politica con l’attuale segretario provinciale.