Alimentazione, dal 13 dicembre novità nell’etichettatura degli alimenti nei negozi e nei ristoranti

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massimo zanon presidente confcommercio veneto 3
massimo zanon presidente confcommercio veneto 3Confcommercio protesta contro la mancata emanazione da parte del Governo Renzi della deroga sugli allergeni nei ristorantiIl 13 dicembre entra in vigore il nuovo Regolamento europeo sull’etichettatura di prodotti alimentari (Regolamento UE n. 1169/2011). 

Fra le novità introdotte vi è, ad esempio, l’obbligo di contrassegnare in modo più chiaro i 14 allergeni più frequenti nei prodotti preconfezionati. Ingredienti come glutine, lattoalbumina e noci andranno indicati con caratteri enfatizzati, oppure con scritte di diverso colore. Anche per la merce sfusa, venduta ad esempio nei panifici, nelle macellerie o nei ristoranti i clienti dovranno essere informati degli allergeni contenuti.

Come questo debba avvenire nel dettaglio verrà stabilito dai singoli stati membri. Per quanto riguarda l’Italia alcuni dettagli di questa norma non si conoscono ancora grazie alla colpevole inerzia del Governo Renzi. Inoltre, per la prima volta è stata fissata una dimensione minima del carattere per le indicazioni obbligatorie sulle etichette.

Per molti consumatori la scritta continua ad essere troppo piccola per essere facilmente intellegibile. Mancano poi ulteriori indicazioni riguardo a tipo di carattere, colore e contrasto, che dovrebbero garantire una migliore leggibilità delle indicazioni. Vi è poi un’ulteriore novità per quanto riguarda i prodotti alimentari commerciati tramite vendite a distanza, ovvero per telefono, in internet o per vendita per corrispondenza. Per questi, in futuro, varranno gli stessi obblighi informativi degli alimenti venduti in negozio. Unica eccezione le date “consumarsi preferibilmente entro…” oppure “da consumarsi entro…”, sulle quali bisognerà informare soltanto al momento della consegna.

Confcommercio Veneto, dopo la protesta sulle modalità farraginose di applicazione del Regolamento, passa alla proposta, lanciando un appello al ministro della Salute Beatrice Lorenzin: è la risposta della categoria al silenzio del Governo italiano alla vigilia dell’entrata in vigore del regolamento europeo che obbliga, tra gli altri, i ristoratori a dichiarare la presenza di allergeni nei menu. «Questo silenzio è un vero e proprio schiaffo alla dignità dell’impresa e delle persone che lavorano e vivono nel nostro Paese – dice il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon – e che con il proprio impegno e con le proprie tasse lo tengono in piedi e ne mantengono i costosi e inutili apparati». Capita così che dal 13 dicembre bar, ristoranti, pizzerie, gastronomie, panetterie, eccetera, 300.000 imprese che producono e vendono alimenti non pre-imballati con i loro 750.000 addetti non abbiano ricevuto alcuna “istruzione per l’uso” ufficiale su come comportarsi correttamente, perché nessun ministero, nessuna istituzione dello Stato italiano ha finora provveduto.

Di qui l’appello al Ministro Lorenzin perché intervenga urgentemente nei confronti delle Direzioni tecniche del Ministero alla salute affinché predispongano atti regolamentari che diano libertà di scelta agli operatori italiani al pari dei colleghi europei, consentendo loro di scegliere la migliore opzione tra quella scritta e quella orale.

Confcommercio Veneto che per prima ha denunciato questo “assenteismo colposo”, evidenziando al tempo stesso che la previsione di un’unica procedura d’informazione del cliente (quella scritta) rende di fatto impraticabile rispettare il nuovo obbligo, pur nell’incertezza del diritto, intende trasformare la minaccia di sanzione per gli inadempienti nell’opportunità di sperimentare nuove modalità di informazione proponendo due alternative a scelta delle singole imprese: forma scritta (sui menu o sui listini prezzi) o forma orale , a richiesta (e con tutte le garanzie del caso)

Così già da domani il consumatore in Veneto potrà contare su un’informazione corretta prima di scegliere una consumazione: gli basterà leggere il menu o rivolgere la richiesta al personale. A monte, il responsabile aziendale avrà compilato un formulario inserendo per ogni piatto gli eventuali allergeni; aggiornerà poi in tempo reale il documento (“agenda allergeni”) in funzione della modifica di una o più ricette per la sostituzione di una marca o di un prodotto con un altro per rispettarne la stagionalità, e provvederà a informare il personale di sala “tracciandone” l’avvenuta presa di conoscenza. Avvisi affissi/diffusi plurilingue (come si deve in una regione che è leader del turismo italiano) inviteranno i consumatori a informarsi prima di scegliere. Alle imprese, qualunque opzione venisse scelta, grazie all’Agenda Allergeni sarà garantita una procedura organizzativa capace di soddisfare con chiarezza e tempestività le esigenze informative sulla composizione degli alimenti. Quella del rispetto della dignità d’impresa e della fiducia nei suoi confronti è per Confcommercio Veneto l’unica via possibile per coniugare una doverosa tutela della salute dei cittadini, con la salvaguardia delle nostre tradizioni alimentari e dell’intera filiera agroalimentare italiana.

«Ci saremmo aspettati le scuse da parte del Governo o di una qualche istituzione – dichiara ancora Zanon – scuse rivolte alle imprese e alle loro associazioni, ma anche ai cittadini, ai turisti stranieri, a coloro che soffrono di allergie o di intolleranze alimentari». «Insistere cocciutamente con la “politica del bugiardino” per gli allergeni al ristorante – sostiene Edi Sommariva, consigliere delegato di Confcommercio Veneto – vuol dire sbagliare target, perché anziché tutelare la salute dei consumatori e la dignità di imprese e lavoratori, si finisce con il difendere soltanto la burocrazia dei controlli e dei controllori. Tanto più che per le sagre, ad esempio, non esiste alcun obbligo in proposito».