Trentino Alto Adige, elezioni comunali con forte aumento dell’astensionismo

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Alessandro Andreatta sindaco trento
Alessandro Andreatta sindaco trentoEletti 132 sindaci in Trentino e 105 in Alto Adige. Trento conferma l’uscente Andreatta. Bolzano, Merano e Rovereto al ballottaggio il 24 maggio. Tenuta del Pd, calo della Svp, record storico della Lega Nord, flop di Forza Italia

In Trentino Alto Adige gli elettori hanno rinnovato gran parte dei consigli comunali e i relativi sindaci. In Trentino sono stati eletti 132 sindaci su 141 comuni al voto. In Alto Adige sono stati eletti 105 sindaci su 109 comuni al voto. Il 24 maggio prossimo al ballottaggio in Trentino andranno 8 comuni (Rovereto, Ala, Aldeno, Borgo Valsugana, Cavalese, Folgaria, Mori e Storo) e in Alto Adige (Bolzano, Merano e Laives).

Nei due capoluoghi Trento e Bolzano il PD mantiene le posizioni, confermando a Trento l’uscente sindaco Alessandro Andreatta, mentre a Bolzano Luigi Spagnolli dovrà vedersela per la prima volta al ballottaggio (in precedenza era stato eletto due volte al primo turno).

Soddisfatto Andreatta, chiamato da Renzi in persona per congratularsi del risultato conseguito (il 53,% dei voti, in calo rispetto al 64,42% del 2009): «il Pd a Trento è andato bene. Ha raggiunto il 29,6% rispetto al 29,8% del 2009, quindi ha tenuto, pur avendo fatto parte, naturalmente, della mia Giunta, dunque avendo assunto anche ruoli di responsabilità non facili in sei anni caratterizzati da una forte crisi. Con il Pd cittadino ho lavorato bene: non è litigioso, ma costruttivo. Tensioni e personalismi esterni all’ambito cittadino comunque hanno portato anche in questi giorni la gente a chiedermene ragione, pur sapendomi estraneo. Non so se sia stato un danno. Certo non un aiuto». Per Andreatta l’astensionismo in crescita generalizzata costituisce «una sconfitta della politica, dei partiti, un po’ di tutti. Dobbiamo rimboccarci le maniche, capire le ragioni di questo disagio profondo, anche se vedo grande lontananza di alcuni e grande vicinanza di altri, cioè anche cittadini che vogliono essere protagonisti attivi. Punteremo su questi per riconquistare gli altri».

A Trento, la sorpresa è stata la Lega Nord che, forte di una campagna a favore della sicurezza e della vivibilità in città, ha raddoppiato i suoi consensi: se per il sindaco Andreatta «la Lega Nord al 13% è una notizia molto negativa, mi rattrista. E’ un voto nazionale: negli ultimi mesi ha vinto il vento “salviniano”, non “salvifico”, forse più radicale del primo Umberto Bossi», per il segretario federale Matteo Salvini il risultato in Trentino Alto Adige è di valore «straordinario, mai ottenuto nella nostra storia: abbiamo triplicato i voti rispetto a due anni fa. Il Pd invece ha perso voti rispetto alle precedenti amministrative, con un effetto Renzi al contrario. Siamo il secondo partito a Trento e il terzo a Bolzano – ha aggiunto Salvini – con 6 consiglieri a Trento siamo la prima forza di opposizione». Non solo: Salvini sottolinea come «abbiamo preso il sindaco ad Avio e abbiamo vinto a Pinzolo comune cui sono particolarmente legato perché ci vado in vacanza da quando sono piccolo. Abbiamo avuto davvero un’affermazione straordinaria, mai raggiunto nella storia. Certo, a Trento il Pd ha vinto, va riconosciuta la vittoria degli altri, ma l’effetto Renzi non c’è stato, anzi è stato al contrario. Se questo è l’antipasto è un buon segnale».

Il risultato di Trento è stato condizionato anche da un centro destra, seppur riunito sotto la candidatura unitaria del consigliere provinciale Claudio Cia che ha conquistato il 31%, dal fatto che realtà come Forza Italia sono ormai con l’encefalogramma piatto, centrando un solo consigliere comunale, cosa che ha influito anche sul risultato complessivo. Cia guarda al risultato ottenuto: «all’inizio dello scrutinio sembrava prospettarsi il ballottaggio , ma la “corazzata” di sinistra ha retto. Rispetto alla precedente tornata elettorale mi pare evidente che la gente sia stata disincentivata a votare. E’ avvenuto a causa degli ultimi cinque anni di amministrazione, ma anche per i precedenti: non c’è fiducia in questa politica. E oltretutto è un risultato percentuale più basso, su una percentuale minore di votanti: il consenso ottenuto quindi è drasticamente inferiore in assoluto. Dobbiamo comunque ammettere, quanto all’astensionismo – ha concluso – che evidentemente anche noi non abbiamo motivato a sufficienza gli elettori».

luigi spagnolli sindaco bzA Bolzano Luigi Spagnolli ha commentato che «non abbiamo vinto, ma neanche perso, visto che nessuno ci ha battuto». Spagnolli ha annunciato che, prima del secondo turno, non cercherà un accordo con le altre forze del centrosinistra che non lo hanno sostenuto al primo turno, cosa del resto difficile, visto che dovrebbe allearsi con una sinistra estrema che ha già detto di non volere annacquare il proprio programma. «Decidono gli elettori, non i partiti», ha sottolineato Spagnolli aggiungendo che «la presenza di 18 partiti in consiglio comunale sono una bella sfida per la futura giunta» E a meno di un accordo con una delel formazioni di centro destra sarà difficile per il sindaco uscente raggiungere una maggioranza per governare la città. Sempre che lo sfidante al ballottaggio Alessandro Urzì non riesca finalmente a coalizzare tutte le forze del centro destra che al primo turno si sono presentate in ordine sparso per questioni soprattutto personali: qualcosa potrebbe maturate, come ha già dichiarato la Lega Nord che si è detta disponibile a sostenerlo. Probabilmente i temi che hanno impedito a Spagnolli di centrare per la terza volta la rielezione al primo turno è legata a temi della vivibilità connessi alla criminalità e all’immigrazione: lo stesso Spagnolli ha, infine, parlato di una «forte responsabilità della Provincia. Con Durnwalder non è mai successo che due giorni prima del voto dei profughi venissero sistemati in un albergo del centro senza coinvolgere maggiormente il comune».

Chi si leva qualche sassolino dalle scarpe è la deputata altoatesina Micaela Biancofiore che si era spesa per una candidatura unitaria del centro destra a sindaco di Bolzano dell’ex ministro Franco Frattini: «i risultati elettorali nel comune di Bolzano confermano senza se e senza ma che se fosse stato candidato l’ex ministro Franco Frattini contro il sindaco uscente del Pd Spagnolli che la città rifiutava, oggi parleremmo di una probabile vittoria al primo turno del centro destra con la SVP Blockfrei, come avevamo richiesto. Frattini – prosegue – aveva ingenerato entusiasmo e ridato credibilità alla competizione amministrativa. Chi conosce la città e la provincia come me non poteva che prevedere viceversa la cronaca di una morte annunciata del centro destra nel suo insieme, viste le micro rivalità personali di gente dal 2 o 200 voti e l’ambizione smisurata di capetti senza seguito e pudore aiutati solo da simboli sui quali ancora molto si potrebbe costruire, con leadership rinnovate e serie. Mai la coalizione di centro destra, in una città come Bolzano che è di centro destra aveva raggiunto un risultato così deludente pari al 12,7% per non parlare della debacle di Forza Italia che sotto la mia guida era il primo partito italiano dell’Alto Adige col 16,9% provinciale e oggi sfiora solo il 4% a Bolzano e a Trento. Risultato gramo di cui è artefice esclusivo un coordinatore che non è stato in grado di fare le liste, ha presentato il simbolo in solo 4 realtà regionali e che mi auguro si consegni al pudore immediato delle dimissioni».

Sulla stessa lunghezza d’inda della Biancofiore è Giovanni Toti, consigliere politico di Fi: «i risultati del voto amministrativo in Trentino Alto Adige sono ampiamente deludenti e ritengo siano il frutto di inadeguatezza di ricette, litigi, distinguo e totale incapacità della nostra locale classe dirigente passata, presente e futura di rappresentare i nostri elettori e le loro esigenze. Ritengo indispensabile – aggiunge ancora Toti – un ripensamento dell’intera struttura del nostro movimento politico in quella zona provvedendo al più presto alla nomina di un commissario».

Giochi ancora aperti a Merano, dove il candidato sindaco della Svp Gerhard Gruber con il 24,4% dovrà vedersela al ballottaggio con il Verde Paul Rosch al 22,1%. Idem a Laive, doce l’uscente sindaco del centro sinistra Liliana Di Fede (33,5%) si scontrerà con Christian Bianchi (29,5%) del centrodestra. Partita chiusa a Bressanone, dove la Svp centra il risultato con Peter Brunner (51,2%).

Francesco ValdugaIn Trentino tra i comuni maggiori vanno al ballottaggio l’uscente sindaco del centro sinistra Andrea Miorandi (35,5%) superato dallo sfidante espressione delle liste civiche Francesco Valduga (38,4) con quest’ultimo che potrebbe approfittare dell’apporto del centro destra che ha incassato il 18,7%.