Il turno di ballottaggio alle “comunali” del Trentino Alto Adige assesta una scoppola al centro sinistra

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elezioni comunali urna scheda elettorale
elezioni comunali urna scheda elettoraleCalo dell’affluenza, scontento generale, voglia di cambiamento: premiati i candidati di liste civiche

Il turno di ballottaggio dei comuni sopra i 3.000 abitanti delle province di Trento e di Bolzano consegna ai partiti di governo delle due province una bella scoppola: tranne a Bolzano, dove il sindaco uscente Luigi Spagnolli ha dovuto lottare per conquistare il suo terzo mandato con il 58% dei consensi contro il suo sfidante Alessandro Urzì, quasi dappertutto si assiste a sconvolgimenti del panorama politico.

Partendo da Bolzano, la riconferma di Luigi Spagnolli è stata difficoltosa, visto che il suo sfidante del centro destra, Alessandro Urzì, è riuscito in due settimane a rimontare dal 12% per arrivare fino al 42%. «Se avessimo avuto un candidato unitario di tutto il centrodestra – dice la pasionaria azzurra Micaela Biancofiore – avremmo potuto anche vincere». Ma così non è stato e il centro destra paga l’eccessivo personalismo e frazionamento. Cosa che, però, potrebbe essere anche un ricordo, visto che gli stessi protagonisti della campagna del centro destra hanno detto di volere investire sulla ricostruzione della coalizione. Vedremo. Intanto, il centro sinistra festeggia a Bolzano: secondo il responsabile elettorale del PD Carlo Costa, «nonostante il deciso calo di affluenza, Spagnolli ha retto più che bene, mentre così non si può dire per Merano e Laives, dove la coalizione di centro sinistra è stata battuta». A Merano, dove il candidato sindaco uscente della Svp Günther Januth non si ricandidava, ha vinto a mani basse con oltre il 60% dei consensi l’esponente dei Veri Paul Rösch che ha stracciato l’uomo della SVP, fermo a meno del 40%. A Laives, la sindaca uscente Liliana di Fede, segreteria provinciale del PD, è stata battuta sul filo di lana dal candidato del centro destra Christian Bianchi, che ha ottenuto il 51,7% dei consensi. «A Merano e Laives la sorpresa è stata forte – commenta Costa – e se per Merano il candidato scelto dalla coalizione PD-SVP non è riuscito a raccogliere il consenso sperato, a Laives il risultato è stato del tutto inatteso, visto che al primo turno era andato tutto sommato bene. Al ballottaggio, evidentemente, è mancato l’apporto della SVP, che – chiosa Costa – sembrerebbe avere preferito la candidatura di Bianchi, tradendo il patto di coalizione». Nonostante la botta, Costa guarda avanti: «il progetto politico per l’Alto Adige che si basa su un forte accordo tra PD e SVP deve proseguire ed essere rafforzato, magari cambiando anche alcuni aspetti della legge elettorale vigente, in modo da consegnare ai sindaci vincenti una maggioranza sicura, senza costringerli a lunghe trattative in consiglio per trovare una maggioranza sufficiente per governare le città».

A Bolzano i problemi per Spagnolli iniziano proprio ora, visto che deve mettere assieme una maggioranza pescando dai 18 partiti rappresentati in Consiglio comunale: ha a disposizione 30 giorni di tempo, dopo di cui il Consiglio andrà sciolto ed indette nuove elezioni.

Per lo sfidante Urzì, «a Bolzano il risultato avrebbe potuto essere diverso se, come a Laives, la SVP avesse lasciato libertà di voto ai propri elettori».

Se a Merano il nuovo sindaco Rösch si è già insediato nel suo ufficio di via Portici ricevendo dall’uscente Januth le chiavi del municipio, per il giovane segretario provinciale della SVP Philip Achammer, la sconfitta di Merano è giudicata «dolorosa e che la collaborazione della SVP al governo della città dipenderà dal programma che il sindaco presenterà».

Dall’Alto Adige al Trento: qui la botta che gli elettori hanno assestato al centro sinistra è stata forte: nella seconda città del Trentino, Rovereto, il sindaco uscente Andrea Miorandi, uscito perdente al primo turno, è stato battuto sonoramente dallo sfidante espressione delle liste civiche Francesco Valduga che ha ottenuto il 57,6% dei consensi. La ricandidatura di Miorandi, dopo un lungo tira e molla all’interno del suo stesso partito, il PD, che lo ha fatto partire già logorato, non ha contribuito alla corsa elettorale. Lo riconosce anche il leader locale e vicepresidente PD della Giunta provinciale, Alessandro Olivi: «i risultati in genere sono stati in chiaroscuro, con un risultato negativo a Rovereto che deve fare riflettere molto la coalizione. Si deve comprendere la frattura tra la cittadinanza e il progetto politico del centrosinistra autonomista. A Mori il risultato è stato buono, così come ad Ala, mentre a Borgo Valsugana abbiamo perso di poco. La coalizione esce da queste elezioni certamente più debole di prima. Debolezza che dipende da tutti i partiti della coalizione, ad iniziare dal PD che è privo di una guida politica autorevole e forte, ma anche UPT e PATT hanno problemi in casa loro».

«Sono sodisfatto per il risultato, netto e privo di ombre con un margine di 16 punti sul sindaco uscente – dice il neo sindaco di Rovereto, Francesco Valduga -. Ho ricevuto dalla popolazione un mandato forte e ora ci metteremo a lavorare per il buon governo della città con responsabilità e ottimismo, volto a risolvere i problemi insoluti lasciati dalla giunta Miorandi, senza esasperare il confronto politico. La giunta potrebbe essere pronta per la prossima settimana».

A Borgo Valsugana il sindaco uscente Fabio Dalle Donne a capo di una serie di liste civiche è riuscito a contenere l’assalto della coalizione di centro sinistra, mantenendo la guida della città con il 62,4% dei consensi.