Tagli alla sanità 2015, il Veneto ricorre alla Corte Costituzionale

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Zaia: «ogni promessa è debito. Facciamo una battaglia a favore della salute dei cittadini». Coletto: «ricorso sacrosanto. Tagli evitabili con il buonsenso dei costi standard»

 

salute prontosoccorso triageLa regione del Veneto si mette di traverso con un ricorso alla Corte Costituzionale approvato dalla Giunta regionale su proposta del presidente Luca Zaia contro il decreto legge 78 del 19 giugno 2015, convertito nella legge 6 agosto 2015, che contiene la manovra di tagli alla sanità per 2.352 milioni entro il 2015 e le modalità con le quali le Regioni dovrebbero recuperare tale somma. Un atto che pone una forte ipoteca anche sull’ipotesi del Governo Renzi di apportare nel 2016 tagli al fondo sanitario per ulteriori 12 miliardi di euro.

confindustria padova assemblea 2015 luca zaia 1«Avevamo preso solenne impegno che avremmo combattuto con ogni mezzo contro questi tagli – sottolinea Zaia – per difendere il diritto alla salute dei nostri cittadini e puntare l’indice contro l’illegittimità dei tagli, che vanno a colpire indiscriminatamente sia le Regioni virtuose, come il Veneto, sia quelle sprecone, senza applicare i costi standard formalizzati fin dal lontano decreto legislativo 68 del 2011. Non so nel resto d’Italia – incalza Zaia – ma qui in Veneto ogni promessa è un debito».

«A parere dei nostri legali – aggiunge il Governatore – esistono in quel provvedimento numerosi profili di incostituzionalità, che abbiamo a lungo segnalato nel corso dell’iter della questione, e che ci avevano spinto a votare contro l’Accordo con lo Stato in Conferenza dei presidenti delle regioni e a non partecipare poi alla Conferenza Stato-Regioni. Non è quindi vero – tiene a sottolineare Zaia – ciò che va sostenendo il ministro Lorenzin, e cioè che i tagli sono stati approvati dalle Regioni. Una Regione che disse un no chiaro e forte c’è, senza alcun dubbio: il Veneto! Volevamo tenerci le mani libere, ed ora quelle mani intendiamo affondarle fino in fondo in quella che riteniamo una gravissima ingiustizia nei confronti dei cittadini e delle Regioni che hanno saputo tenere i loro conti in ordine nonostante le mille notissime difficoltà. Scendiamo dalle barricate concettuali e politiche sulle quali ci trovavamo da tempo – scandisce Zaia – ma solo per portare il contenzioso ai massimi livelli. Siamo convinti di avere ottime ragioni e le difenderemo con le unghie e con i denti sul piano giuridico e della costituzionalità».

Secondo la Regione Veneto, tra l’altro, la norma nazionale impone di operare un taglio del tutto lineare delle forniture, che contrasta con i principi di ragionevolezza e proporzionalità ex articolo 3 della Costituzione, dal momento che, a prescindere da ogni definizione di standard di efficienza, che espressamente la norma ammette non esistere, al momento in cui essa dispiega la sua operatività, mette a rischio la garanzia dei servizi sanitari in violazione dell’articolo 32 della Costituzione (assistenza universalistica), laddove impone tagli anche agli enti che hanno già raggiunto elevati livelli di efficienza.

Nel mirino del ricorso del Veneto, anche la parte riguardante il blocco degli investimenti e le modalità con le quali si intenderebbe arrivare ad una maggiore appropriatezza prescrittiva. Tali disposizioni, secondo la Regione del Veneto, stabilendo un regìme sanzionatorio per i medici del servizio sanitario regionale, non compensato da una adeguata ridefinizione del regìme di responsabilità civile e penale degli stessi, si pongono in contrasto con i princìpi di proporzionalità, ragionevolezza e buon andamento di cui agli articoli 3, 32,e 97 della Costituzione. Il Veneto ritiene inoltre che la norma nazionale violi le competenze regionali, anche autonomamente considerate, di cui agli articoli 117 (II, III e IV comma), 118 e 119 della Costituzione.

Secondo l’assessore alla Sanità dellaregionedel Veneto, Luca Coletto, «con un po’ di buon senso del Governo, e un po’ di più coraggio da parte di alcune Regioni, lo scontro Regione Veneto giunta ass Luca Coletto LNgiuridico, secondo noi sacrosanto, si sarebbe potuto evitare. Risparmiare si doveva, bastava farlo nel modo corretto, applicando i criteri e i costi standard, come peraltro previsto dalla legge e promesso con la solita dicotomia tra il dire e il fare, sia dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, sia dal ministro della salute Beatrice Lorenzin. Adesso è tardi. Zaia ha fatto benissimo. Dobbiamo difenderci con tutte le armi possibili dallo sfascio della buona sanità che si sta perpetrando».

Coletto ricorda che «dissi in tempi non sospetti, fin dal confronto in Commissione Salute con i colleghi delle altre Regioni che si andava prefigurando una situazione nella quale sarebbe stata a rischio anche l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, come effetto a cascata della mannaia che si voleva far calare indiscriminatamente sulla spesa di chi già aveva dimostrato di saper spendere e chi invece continuava a spendere troppo e male, intaccando così il diritto costituzionale alla salute universalistica in Italia. Ora vedremo cosa ne pensano i giudici della Consulta, ma sono ragionevolmente fiducioso, perché la Costituzione è prima di tutto il baluardo per la difesa dei diritti del cittadino, e nel caso dei tagli in sanità di violazioni di questi diritti ne vedo più d’una, una più grave dell’altra».