CNA Emilia Romagna: si vede la ripresa, ma il problema è accesso al credito

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Secondo il Crif regionale la domanda di credito è in aumento

 

indice grafico freccia verde ecologiaSe l’economia dell’Emilia Romagna mostra piccoli ma concreti segnali di recupero, per artigiani e piccole imprese agganciare la ripresa sarà più difficile finché l’accesso al credito continua ad essere un’emergenza. E’ il messaggio che la Cna dell’Emilia-Romagna lancia dalla propria assemblea annuale.

Secondo i dati, il Pil della Regione nel 2015 è stimato in crescita dell’1%, più di quello dell’Italia. Focalizzando l’attenzione sul credito, la Banca d’Italia evidenzia come la flessione dei prestiti al manifatturiero si sia interrotta, grazie anche all’aumento dei nuovi finanziamenti per macchinari e mezzi di trasporto. Ma la diminuzione dei prestiti alle piccole imprese, sebbene anch’essa in attenuazione, resta più marcata.
«Nel giugno 2015 – sostiene la Cna – i prestiti bancari alle piccole imprese sono complessivamente diminuiti del -2,5% (-2,1% per quelle medio grandi). Se i tassi d’interesse per le imprese medio grandi sempre a giugno 2015 erano in media del 4,79%, per le piccole imprese invece i tassi salgono al 7,36%. Guardando i settori, nella manifattura i prestiti medi alle imprese sono rimasti stabili rispetto al 2014, ma per le piccole imprese manifatturiere il calo è del -4%. Nei servizi il calo medio è del -3%, nelle piccole imprese è del -4%. Nelle costruzioni invece i prestiti alle piccole non si differenziano dalla media generale: -5%. Dunque si evidenzia uno svantaggio competitivo che rende difficoltoso per artigiani e piccoli imprenditori poter usufruire dell’auspicata ripresa». Da qui le richieste alle istituzioni ed al sistema bancario: «bisogna consentire ad artigiani e piccole imprese un accesso reale alle risorse messe a disposizione dalla Bce, sostenere e potenziare i consorzi di garanzia che svolgono un ruolo strategico per l’accesso al credito dei piccoli: rafforzando il sistema delle garanzie e intervenendo per tutelare i confidi con una limitazione all’accesso diretto al fondo centrale di garanzia per le operazioni che superano i 200.000 euro, garantendo più concorrenza».
Intanto, cresce il numero di domande di credito presentate dalle imprese emiliano-romagnole agli operatori bancari. E’ quanto emerge dall’ultimo aggiornamento del “Barometro Crif” secondo cui, in regione, la richiesta di credito nei primi 9 mesi del 2015 ha registrato un incremento del +2,9% contro una media nazionale del +3,2%.
Tra le singole province – si legge in una nota – Piacenza è risultata quella con l’incremento più sostenuto con un +8,7% rispetto al corrispondente periodo 2014, seguita da Parma (+6,2%) mentre Bologna ha fatto registrare un aumento pari a +5,6%. All’estremo opposto, viene spiegato, Rimini è stata la provincia che ha fatto registrare la flessione più marcata in regione, con un calo del 4,9%, seguita da Reggio Emilia (-2,1%). Per quanto riguarda gli importi richiesti l’Emilia-Romagna ha fatto registrare una crescita del +2,6% rispetto al pari periodo 2014 con un valore medio richiesto a quota 63.378 euro contro i 71.932 euro della media nazionale. A livello provinciale, è Ferrara la provincia che guida la classifica con 95.194 euro richiesti, seguita da Forlì-Cesena con 89.194 euro. A Bologna, l’importo medio si è attestato a quota 80.645 euro. Il valore medio più contenuto, al contrario, è stato quello rilevato nella provincia di Piacenza, con soli 28.821 euro.