A Trieste la XXIV convenzione delle Cciaa all’estero

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Pavan: «l’economia del Friuli Venezia Giulia contribuisce al 3% del totale dell’export nazionale». Serracchiani: «sì ad una Cciaa unica della Regione»

 

serracchiani convegno assocamere esteroIntervenendo a Trieste alla convention delle Camere di commercio italiane all’estero, il presidente di Unioncamere Friuli Venezia Giulia Pavan, in apertura di lavori, ha detto che «con poco più di 90.000 imprese attive, il nostro territorio rappresenta la XV regione per numerosità di aziende ovvero l’1,7% del totale.

Ma – ha aggiunto – con un valore delle esportazioni di oltre 12 miliardi di euro contribuiamo per il 3% delle esportazioni nazionali, il che ci pone all’ottavo posto della graduatoria fra le Regioni italiane».
Pavan ha offerto ai colleghi altri elementi di spunto tra cui quello del posizionamento del Friuli Venezia Giulia «primo in Italia per rapporto fra esportazioni e numero di imprese attive. Nel 2014 questo valore – ha aggiunto – ha superato i 133.000 euro, contro i 131.000 dell’Emilia Romagna, i 128.000 del Veneto e i 121.000 della Lombardia».
Dal 2012 al 2014 l’incremento dell’export pro-capite maggiore è a Pordenone con un +10,7%, ciò evidenzia una forte propensione dell’investimento per l’internazionalizzazione da parte delle imprese del Friuli occidentale. Seguono Trieste (+9%), Gorizia (+8,2%) e Udine (+7,8%). Il dato, corre l’obbligo di precisare, trova conferma considerando anche la dinamica del numero delle imprese nel periodo. «Infine – ha detto ancora Pavan – siamo la IV regione italiana con il più alto saldo dell’interscambio commerciale attivo che nel 2014 ha superato i 5,7 miliardi di euro, pari al 13,4% del saldo nazionale. Prima di noi troviamo solo l’Emilia Romagna, il Veneto e il Piemonte. Basterebbero solo questi dati quindi per motivare quanto strategico è per il sistema camerale regionale sostenere e incentivare l’internazionalizzazione delle imprese. Tutte e quattro le Camere di Commercio hanno una struttura dedicata ad assistere e ad accompagnare le imprese all’estero e quotidianamente sono impegnate a fornire servizi per supportare l’internazionalizzazione. Che si tratti delle richieste di assistenza sulle normative e procedure per le esportazioni, di studi e indagini di mercato, di organizzare la partecipazione a fiere ed eventi, missioni o accoglimento di delegazioni imprenditoriali dall’estero, abbiamo un fitto programma di iniziative che toccano costantemente tutti i cinque i continenti. Da oltre 10 anni – ha concluso – gran parte del programma è condiviso fra tutte le Camere di commercio regionali con un approccio volto a mettere a sistema l’offerta per le aziende sfruttando le professionalità presenti nelle diverse strutture».
La proposta di un’unica camera di commercio con ambito regionale è stata ribadita dalla presidente della regione Debora Serracchiani: «credo sia la direzione per una Regione che ha la capacità di essere una piattaforma logistica, culturale e anche evidentemente di slancio verso il consolidare nuove relazioni. Ma dobbiamo avere la consapevolezza che siamo 1.229.000 abitanti, più o meno la provincia di Brescia. Quindi possiamo intraprendere un’attività più semplice, più snella e determinata nell’accettare le sfide del cambiamento».
Per Serracchiani la riforma del sistema camerale deve essere «utile per semplificare un sistema che deve essere snello e capace di raccogliere sfide sempre più complesse e globali. Sul “Made in Italy” stiamo facendo un percorso importante a livello internazionale. Ci muoviamo come sistema Italia e intendiamo attrarre investimenti, fare investimenti all’estero. Ricominciamo a crescere. Credo che il sistema camerale sia assolutamente un punto fondamentale». Serracchiani ha infine ricordato l’impegno del Friuli Venezia Giulia che ha «rafforzato la sua presenza nei Balcani. Abbiamo firmato dei protocolli d’intesa soprattutto per quanto riguarda le aree di ricerca, abbiamo intrapreso un’interessante collaborazione con il commissario del Porto di Trieste che ha l’ambizione tornare a essere il porto di riferimento di un’ampia area del Mediterraneo e quindi abbiamo oggettivamente l’esigenza di fare alleanze con le Regioni e i Paesi vicini. Auspichiamo – ha concluso – che nei prossimi mesi possano vedere la luce importanti accordi di programma, come quello con la Baviera che è il più interessante in questo momento storico anche per la capacità che può avere la nostra Regione di intraprendere legami stretti, forti e consolidati con la Bassa Germania e riuscire a intercettare traffici che altrimenti andrebbero nell’Europa del Nord».