Vittoria dei “Sì” nei referendum di fusione comunale in Val di Zoldo e in Alpago

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Zaia: «il voto è stato un bell’esempio di democrazia». Ciambetti: «risultato di straordinaria importanza, ad iniziare dalla partecipazione popolare»

 

referendum scheda urnaDomenica, i tre comuni alpagoti di Farra, Pieve e Puos e di quello nei comuni zoldani di Forno e Zoldo Alto, si sono recati alle urne per votare ai referendum che proponevano la fusione tra i relativi comuni al fine di semplificare la macchina amministrativa e  ridurre i costi operativi, con un’altissima partecipazione che che ha visto in entrambi i casi un nettissimo consenso per l’unione dei rispettivi municipi.

Nei comuni di Farra, Pieve e Puos d’Alpago il “Sì” ha prevalso con il 79,59% dei voti validi; nei comuni di Forno di Zoldo e Zoldo Alto, i voti favorevoli sono stati l’84,24%.

«Le fusioni bellunesi devono diventare un modello per l’intero Veneto, anche per questo il sostegno di Governo e Regione deve essere garantito e potenziato – ha detto il senatore di Forza Italia Giovanni Piccoli -. Ancora una volta il Bellunese si conferma all’avanguardia: qui, amministratori e cittadini hanno capito che è finito il tempo dei campanilismi e che l’unico modo per rimanere sul territorio è unire le forze e creare sinergie ed economie di scala. In Zoldo e Alpago c’è stata un’assunzione generale di responsabilità, così come avvenuto qualche tempo fa a Quero-Vas e Longarone-Castellavazzo. Tanta responsabilità deve essere ripagata non con interventi straordinari o spot ma con un sistema di incentivi che deve articolarsi in maniera più organica sia a livello nazionale che regionale. C’è poi da dire che di fronte a una Provincia debole, fiaccata dalle recenti riforme del Governo Renzi, i comuni non hanno altra strada se non quella di diventare più forti e incisivi». 

«Quando si consente ai cittadini di decidere in totale libertà di coscienza il proprio futuro, a trionfare è innanzi tutto la democrazia. E nell’Alpago e in Val di Zoldo, prima ancora dei “Sì” alla fusione dei Comuni delle due aree, hanno vinto la partecipazione e la volontà popolare» ha commentato il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia. «Non ho mai nascosto il mio favore per un ridimensionamento del numero dei comuni del Veneto – prosegue Zaia – e come Regione stiamo lavorando da alcuni anni a un piano di riordino territoriale finalizzato a rendere più economico ed efficace il sistema gestionale degli Enti locali, a tutto beneficio dei cittadini contribuenti. La volontà di aggregazione che sta emergendo dagli stessi amministratori locali, a cui va la mia gratitudine e la mia stima per l’impegno e la lungimiranza che dimostrano – conclude Zaia -, nasce dalla consapevolezza che semplificazione, risparmio delle risorse, ottimizzazione della spesa pubblica ed efficacia dei servizi sono ormai traguardi imprescindibili. Ma sono gli abitanti a dover dire l’ultima parola e quella dei cittadini del bellunese è, a mio avviso, una parola di saggezza».

«Il risultato dei referendum sulle fusioni dei comuni in Alpago e Val di Zoldo è di straordinaria importanza ad iniziare dall’elevata partecipazione dei cittadini: in alcune sezioni elettorali è stato superato il 90 per cento degli aventi diritto» ha detto Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto. «Questo è il frutto di un percorso che non è stato né breve, né improvvisato: le amministrazioni locali hanno lavorato di concerto con la Regione e soprattutto hanno fatto le cose per tempo, senza precipitazione o fretta, lavorando nel formare la consapevolezza dei cittadini sull’importanza del voto e la vera posta in gioco. Non c’è stato – ha proseguito Ciambetti – nessuna forzatura e i fatti hanno premiato questa strategia risultata vincente». 

Il presidente del Consiglio regionale ha tenuto a precisare che «le fusioni tra comuni sono la strada principale da seguire e lo posso dire senza tema di smentita visto il mio impegno nella scorsa legislatura per giungere a definire le norme per le fusioni, per lo svolgimento dei referendum e le agevolazioni anche economiche concesse dalla Regione – ha detto Ciambetti – ma proprio l’esperienza maturata mi spinge a consigliare i sindaci e le amministrazioni che intendono seguire questa strada a lavorare con prudenza, a non dare per scontato nulla e a fare le cose con calma. Laddove si è agito con troppa fretta, si sono registrate cocenti delusioni: il Veneto è ancora una terra di forti campanilismi e non è facile superare i sentimenti di appartenenza, ma lavorando bene, come è stato fatto oggi in val di Zoldo e nell’Alpago, i risultati si colgono».

Il vicepresidente della Regione, Gianluca Forcolin, che ha la delega anche agli enti locali, nell’esprimere la sua soddisfazione per l’esito della tornata referendaria sottolinea come la Regione del Veneto abbia avviato un percorso di riordino territoriale che pone al centro proprio la promozione e l’incentivazione delle gestioni associate dei comuni e in particolare delle fusioni. «E’ diventato un nostro obiettivo strategico – aggiunge – sostenere sul territorio le iniziative, come le fusioni, che hanno come obiettivo lo sviluppo integrato e l’ottimizzazione dell’organizzazione istituzionale, in un contesto nazionale sempre più caratterizzato da tagli dei trasferimenti erariali e riduzione della spesa pubblica. Da tempo la Regione è impegnata a mettere in luce quanto possano essere convenienti le forme di aggregazione tra Comuni, non solo nel segno del risparmio, ma anche dell’efficienza». 

Forcolin ricorda inoltre che, dando attuazione alle norme regionali in materia, un particolare rilievo è stato dato all’incentivazione finanziaria a favore delle gestioni associate, con priorità per le fusioni dei Comuni. In particolare sono stati previsti a partire dal 2016, contributi straordinari triennali per accompagnare la fase di riorganizzazione strutturale di avvio dei nuovi comuni nati dalle fusioni. Un ulteriore impulso è venuto anche dalla recente semplificazione del procedimento referendario per la fusione, attraverso le norme che hanno modificato la specifica disciplina risalente a una legge regionale del 1992.