Emilia Romagna, per l’artigianato la crisi pare finita

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artigiano lavorazioen scarpe calzolaio ciabattino
Segnali di ripresa per il comparto, specie dal mercato interno

 

artigiano lavorazioen scarpe calzolaio ciabattinoComincia a respirare il comparto dell’artigianato in Emilia Romagna. Il 2015 parrebbe avere chiuso la fase di aperta recessione. Il fatturato come la produzione si sono mantenuti sostanzialmente stabili, accusando solo un lievissimo calo dello 0,1%, molto meno ampio di quelli subiti nel 2014 (-3,0 e -2,8 rispettivamente) e anche gli ordini hanno subito solo una lieve flessione (-0,2%). 

Queste indicazioni emergono dall’indagine sulla congiuntura dell’artigianato realizzata in collaborazione tra Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna. Dai mercati esteri però non sono venuti risultati positivi, anzi le performance oltre i confini sono risultate peggiori di quelle sul mercato interno. Ciò nonostante, mentre il fatturato estero accusa un calo dell’1,3%, gli ordini esteri limitano la flessione allo 0,5%. 

La possibile chiusura della fase di recessione si riflette nei dati della cassa integrazione: le ore autorizzate sono risultate circa 2.336.000, il 57,5% in meno rispetto al 2014. Gli effetti della crisi continuano a manifestarsi nell’emorragia delle imprese: a fine 2015 le imprese artigiane manifatturiere attive ammontavano a 29.139, con un calo del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2014, pari a 713 imprese in meno. La flessione è risultata di fatto leggermente superiore a quella dello scorso anno (-2,2%), ma più ampia di quella che ha interessato il complesso delle imprese della manifattura regionale (-1,6%) e anche della riduzione delle imprese artigiane manifatturiere a livello nazionale (-1,9%).