A Trento la XII riunione congiunta dei consigli provinciali di Trentino, Alto Adige e Tirolo

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Il “Dreier Landtag” approva una mozione su una comune strategia per il flusso di immigrati al Brennero

 

12 assemblea conginta Trentino Alto Adige Tirolo Widmann Dorigatti Van StaaSi è svolta a Trento la riunione congiunta dei tre parlamentini di Trentino, Alto Adige e Tirolo. Il XII “Dreier Landtag”, dopo gli interventi dei presidenti delle assemblee legislative e degli esecutivi,  ha avviato la trattazione delle proposte di mozione presentati dalle varie forze politiche. 

L’assemblea congiunta – presieduta Bruno Dorigatti, presidente del Consiglio provinciale di Trento –  ha approvato con 8 voti contrari il testo di mozione elaborato dai presidenti Van Staa (Tirol), Dorigatti e Widmann (Alto Adige-Suedtirol), relativo alla tematica dell’esodo degli immigrati e del paventato ripristino di maggiori controlli alla frontiera del Brennero. 

«Delle delibere approvate, la più importante è quella sulla questione dei profughi e del diritto di asilo» ha affermato il presidente del consiglio provinciale di Bolzano, Thomas Widmann in conferenza stampa . «Il confine del Brennero – ha aggiunto – ha un forte valore simbolico, il Tirolo è sempre stato libero, ma ora il problema è europeo e non dei singoli stati. L’importante è fare sentire la nostra voce in Europa non come piccole realtà ma uniti come Eureoregione». «Sono numerose le proposte di delibere concrete e realizzabili esito di questi due giorni di seduta congiunta – ha concluso Widmann – come la campagna promozionale turistica negli Usa a nome dell’Euregio, e i progetti di piattaforme informatiche per la mobilità nei tre territori così come le stazioni di rilevamento lungo il corridoio del Brennero».

«Ringrazio per la comprensione ricevuta da Trentino e dall’Alto Adige sulla posizione dell’Austria rispetto alla questione dei profughi – ha esordito il presidente del consiglio regionale del Tirolo, Herwig Van Staa -. La delibera approvata oggi per i flussi migratori esterna la nostra massima disponibilità alla cooperazione. Siamo riusciti nel documento a trovare un consenso per una comune presa di posizione superiore in termini di fattibilità a quella del Comitato delle regioni». «Non vogliamo ristabilire un confine al Brennero – ha proseguito – né che venga eretto un muro o una barriera. Vogliamo il libero passaggio di persone e merci, ma nello stesso tempo chiediamo che vengano rispettati i trattati di protezione dei confini dell’area Schengen. La protezione dei confini – ha poi evidenziato – è un compito che spetta all’Europa e non solo dei singoli paesi, inoltre siamo convinti che le regioni possano dare un contributo per migliorare le strutture sociali per l’inclusione dei profughi».

Secondo Ugo Rossi, presidente del Gect (gruppo europeo di cooperazioner territoriale) Euregio e della provincia di Trento, «l’Euregio non consiste solo nei rapporti politici tra Innsbruck, Bolzano e Trento, oggi eccellenti, perché parlare di Euregio significa parlare di popoli, comunità e cittadini che hanno lingue diverse ma sono accomunati dallo stesso concetto di Europa che avevano padri fondatori dell’Unione come Degasperi e Gruber dopo il disastro dei nazionalismi e della seconda guerra mondiale». Per Rossi «l’Europa il cui motto è “uniti nella diversità per la pace e la democrazia”: se non è così, l’Europa diventa un puro spazio geografico dai confini incerti dove il passo dai nazionalismi alla guerra è molto più facile di quel che si possa immaginare». Per il presidente tra chi alimenta paure ed erige muri e chi sottovaluta la difficile situazione attuale, esiste «una terza via», sintetizzabile in cinque punti irrinunciabili: la dignità delle persone innanzitutto, «principio che non può valere solo per iracheni e siriani ma anche per altre esigenze umane»; una politica estera europea che dovrebbe parlare con una sola voce mentre oggi «c’è una leadership tedesca evidente, risorgenti nazionalismi e c’è anche chi cerca di chiamarsi fuori da questa sfida”; in terzo luogo l’azione dei singoli Stati nazionali», «ed è chiaro che se si bloccano i flussi migratori dalla Turchia, questi si spostano verso il Mediterraneo». Per Rossi vi è infine la necessità di «buone pratiche collaborative tra città e territori diversi, anche in termini di cooperazione transfrontaliera tra collettività locali e regionali. E qui – ha proseguito Rossi – c’è lo spazio d’azione dell’Euregio, il cui bilancio anche dopo la crisi dei profughi, è positivo, perché i tre Lânder si sono mossi insieme e hanno parlato con una sola voce sia a Roma che a Vienna».12 assemblea conginta Trentino Alto Adige Tirolo aula delegati