Legittima difesa, nuovo stop alla Camera dei deputati

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legittima difesa pistola puntata
Chiesto il rinvio in commissione. Rosato: «solo un approfondimento per fare una buona legge». Zaia: «se il Governo Renzi continua a fare orecchie di mercante, saranno i cittadini ad imporre le nuove regole»

 

legittima difesa pistola puntataNuovo stop alla Camera dei deputati riguardo all’attesa legge sulle nuove regole relative alla legittima difesa. Quella arrivata in aula non era la rivoluzione che la Lega Nord auspicava. E anche la versione educolrata ha subito un altro stop. L’iter della proposta di legge sulla legittima difesa alla Camera si arricchisce di un nuovo tassello con la decisione dell’assemblea di farla tornare in commissione Giustizia. 

La proposta (pdl) depositata dalla Lega Nord puntava a prevedere sempre la presunzione di legittima difesa per chi protegge la propria abitazione o negozio dai ladri. La pdl (presentata a febbraio dello scorso anno e il cui iter in commissione è iniziato a novembre) era formata da un solo articolo, poche righe, per modificare l’art. 52 del Codice penale, quello appunto sulla legittima difesa, aggiungendo all’attuale contenuto dell’articolo 52 «si presume, altresì, che abbia agito per difesa legittima colui che compie un atto per respingere l’ingresso, mediante effrazione o contro la volontà del proprietario, con violenza o minaccia di uso di armi da parte di persona travisata o di più persone riunite, in un’abitazione privata, o in ogni altro luogo ove sia esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale», aprendo così la via alla presunzione che la legittima difesa per chi si ritrova i ladri in casa esiste sempre.

Durante l’iter in commissione Giustiza il contenuto della pdl cambia, specie sotto i colpi del PD che con un emendamento prevede che «la colpa dell’agente è sempre esclusa se l’errore riferito alla situazione di pericolo ed ai limiti imposti è conseguenza di un grave turbamento psichico ed è causato, volontariamente o colposamente, dalla persona contro cui è diretto il fatto». Quindi, agire in caso di «grave turbamento psichico», (per esempio, si rientra in casa la sera e si trova un estraneo che si dirige verso la stanza da letto di un minore presente nella stanza stessa) è considerato errore, quindi circostanza che esclude la pena. Scatta la protesta della Lega che non riconosce più la proposta di legge (tanto che saranno ritirate le firme leghiste e Nicola Molteni rinuncerà a svolgere funzione da relatore). 

Così come riformulata, la pdl arriva in aula a inizio marzo di quest’anno. I continui interventi della Lega spingono il Pd a chiedere il rinvio ad altra seduta. Una mossa che consentirà, una volta ricalendarizzata la pdl, di contingentare i tempi e tagliare gli interventi dei leghisti.

Oggi la pdl è ritornata in aula. Ma già da ieri il clima sull’argomento era teso. A stoppare i lavori, con la richiesta di rinvio in commissione, è Ap, poco convinta del testo finale. Sul punto anche i centristi (come FdI e FI) hanno presentato una loro proposta che chiede di intervenire in merito al rapporto di proporzione tra difesa e offesa. 

Il rinvio della norma fa scattare il commento del governatore del Veneto, Luca Zaia: «il diritto alla legittima difesa da parte di un cittadino che vede la sua casa, la sua intimità e la sua incolumità violate e messe a repentaglio è qualcosa che non è né di destra né di sinistra. E’ qualcosa che attiene alla richiesta forte di un popolo, di fronte alla quale governo e politica non possono fare orecchie da mercante». Per Zaia, volenti o nolenti, se vogliamo dirci rappresentanti del popolo non possiamo ignorare le legittime richieste che vengono dai cittadini, colpiti dalla recrudescenza di una criminalità alimentata anche dal senso di impunità che proviene dal  miserando stato di carenza di mezzi in cui vengono lasciati gli uomini delle nostre forze dell’ordine. Nessuno vuole un paese di pistoleri. Ma nella maggioranza di governo si continua a millantare, in nome di un buonismo peloso, la suggestione negativa della libertà di farsi giustizia da soli. Bisogna prendere coscienza che le leggi, al momento, tutelano più l’aggressore dell’aggredito. Sono gli stessi magistrati a chiederci di modificare norme che li obbligano a rimettere in libertà veri, propri e recidivi pezzi da galera».

Sulla stessa lunghezza d’onda Mariastella Gelmini, vicecapogruppo vicario di Forza Italia alla Camera: «quella sulla legittima difesa è una legge fondamentale perché riguarda la sicurezza e soprattutto il diritto alla vita dei cittadini e delle loro famiglie contro i malintenzionati pronti a tutto pur di compiere rapine. Dopo l’ennesimo fallimento di un governo e di una maggioranza in stato confusionale occorre una legge chiarissima che non possa dare adito a interpretazioni ambigue. La sicurezza è un diritto inviolabile. Si lavori per un’intesa».

Per il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli «per una volta tanto il Parlamento faccia quello che i cittadini chiedono da tanto: approvi la proposta di legge della Lega Nord, che introduce “la difesa legittima domiciliare”, garantendo ai cittadini che si trovano a casa propria la libertà e la sicurezza di poter difendersi, sempre, senza se e senza ma. Facciamo quello che la gente ci chiede, eliminiamo l’assurdo reato di eccesso di difesa per chi si trova in casa propria o nel proprio esercizio commerciale». Ciò perché per Calderoli «un cittadino ha il sacrosanto diritto di difendersi con ogni modo o mezzo da chiunque entri a casa propria: cambiare la norma e cancellare l’eccesso di difesa avrà anche un valore deterrente, perché ogni malintenzionato sarà consapevole dei rischi che correrà intrufolandosi in casa altrui e forse molti balordi ci penseranno bene prima di tentare una rapina. Modifichiamo la legge, per permettere ai cittadini di potersi difendere, e vedrete che questo porterà ad un drastico calo di rapine». «In diversi Stati americani – conclude Calderoli – è in vigore la cosiddetta “Castle doctrine”, tratta dalla britannica “common law”, per cui “la casa è un castello inviolabile” dentro il quale i cittadini possono difendersi con ogni mezzo e infatti in questi Stati le villette non sono protette da recinzioni, antifurti o cani da guardia, proprio perché i criminali sono consapevoli che i padroni di casa sono autorizzati a difendersi e per questo non violano gli altrui domicili. Perché non possiamo fare altrettanto a casa nostra?».

Sulla legittima difesa «c’è una richiesta di approfondimento anche da parte della maggioranza. Noi pensiamo di aver portato un aula una proposta di legge fatta bene, ma stiamo a guardare i miglioramenti con attenzione e se ce ne sono li implementeremo» ha detto Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera dopo il ritorno in commissione alla Camera della Pdl sulla legittima difesa. «Il problema di oggi non è la modifica della legge sulla legittima difesa, ma sbloccare le leggi ferme al Senato sul complesso della riforma della giustizia – ha aggiunto Rosato -. Penso sia al civile che al penale, alle norme contro la criminalità organizzata. Ci sono anche le intercettazioni, che fanno notizia ma son una piccola parte rispetto alla riforma completa della giustizia. Guardiamo con attenzione a quello che accade».

L’unica buona notizia a riguardo giunge dalla Procura di Vicenza che ha depositato la richiesta di archiviazione del procedimento aperto nei confronti di Graziano Stacchio, il benzinaio di Ponte di Nanto accusato di eccesso colposo di legittima difesa perché la sera del 3 febbraio 2015 aveva imbracciato il fucile per difendere la commessa del negozio di preziosi assaltato da un gruppo criminale. Il gestore dell’area di servizio si era trovato a schivare le raffiche di mitra dei banditi e ne aveva ucciso uno, Albano Cassol, nomade trevigiano di 41 anni, morto per una ferita alla coscia.