Patto della munnezza tra Bologna e Bari: 20.000 tonnellate di rifiuti pugliesi smaltiti negli impianti emiliani

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Gazzolo: «una scelta di solidarietà istituzionale tra territori». Fabbri: «non abbiamo intenzione di pagare la malagestione dei rifiuti pugliese»

 

inceneritore ferrara heraPer risolvere l’emergenza rifiuti che attanaglia la Puglia e in particolare Brindisi, la Regione Emilia-Romagna ha sottoscritto un “patto della munnezza” accogliendo la richiesta del governatore pugliese Michele Emiliano: 20.000 tonnellate di rifiuti saranno smaltite in poche settimane negli impianti di Bologna e Ferrara.

La richiesta del governatore Emiliano, dopo la chiusura dell’impianto brindisino di Pandi sottoposto a sequestro dall’autorità giudiziaria. L’aiuto sarà limitato al tempo strettamente necessario: dal 12 luglio alla prima settimana di settembre. Saranno i termovalorizzatori di Bologna e Ferrara, scelti in base all’analisi dei flussi e delle dotazioni impiantistiche regionali, ad accogliere i rifiuti, per un quantitativo massimo di 20.000 tonnellate, che rientra nei limiti provinciali autorizzati. In particolare, 8.000 tonnellate sono destinate all’impianto bolognese e le rimanenti a quello ferrarese, pari a circa 400 tonnellate al giorno, il carico di 10 tir, per 6 giorni alla settimana.

«Abbiamo fatto una scelta di solidarietà istituzionale – spiega l’assessore regionale alle politiche ambientali, Paola Gazzolo – per aiutare una Regione che si trova in difficoltà. La richiesta è giunta espressamente dal presidente, Michele Emiliano, per far fronte a un’emergenza vera, poiché in Puglia non sono presenti soluzioni alternative in grado di supplire alla chiusura dell’impianto. Come l’anno scorso avvenne per la Liguria, anche in questo caso si tratta di una nostra disponibilità limitata a poche settimane e a quantitativi ridotti, e il provvedimento non sarà reiterabile. Come abbiamo sempre detto – aggiunge Gazzolo – mettendolo anche nero su bianco nel Piano di gestione approvato in maggio, accettiamo rifiuti da altri territori solo in caso di emergenza conclamata e per brevi periodi». 

Dal punto di vista economico, la Puglia trasferirà ai comuni di Bologna e Ferrara i proventi della tassazione ordinaria sui rifiuti prevista per i cittadini, più un ristoro ambientale di 14 euro a tonnellata.

«La decisione è stata assunta d’intesa con i territori e sono stati informati i capigruppo dell’Assemblea legislativa – prosegue Gazzolo -. Siamo orgogliosi di essere, nella gestione dei rifiuti, una delle Regioni più virtuose in Italia, e con la nuova legge ci siamo dati obiettivi ancor più ambiziosi di quelli richiesti dall’Unione europea su prevenzione, smaltimento e recupero. Adesso è il momento di mettere un po’ della nostra capacità a servizio di una Regione che ha già avviato un percorso anch’esso virtuoso per ridurre la produzione di rifiuti e incrementare la raccolta differenziata». 

Il patto tra governatori “rossi” ha destato l’immediata reazione del capogruppo della Lega Nord in Consiglo regionale dell’Emilia Romagna: per Alan Fabbri «a seguito dello scandalo rifiuti che ha colpito la gestione dei rifiuti in Puglia, il governatore Michele Emiliano vorrebbe inviare a smaltimento 20.000 tonnellate di immondizia agli impianti di Ferrara (12.000) e Bologna (8.000). La Lega Nord dice no. Sarà la nostra trincea politica: non abbiamo intenzione di pagare le conseguenze della malagestione dei rifiuti della Puglia. Dopo esserci opposti duramente all’invio di rifiuti dalla Campania ora, coerentemente, facciamo altrettanto con questo nuovo scandalo». 

Secondo Fabbri «questa situazione, lo sottolineo con forza, è l’esito funesto delle politiche Pd che – con l’articolo 35 dello “Sblocca Italia” – ha reso nazionale la questione rifiuti, scaricando sui virtuosi la cattiva gestione di certe amministrazioni. Capisco l’emergenza – dice Fabbri -, ma non è possibile che, quando si parla di certe amministrazioni, per lo più del Meridione, l’emergenza sia una costante». Il capogruppo leghista precisa inoltre che «il sostegno allo smaltimento recentemente concesso alla Liguria aveva ben altri contorni: l’azione è stata infatti subordinata alla realizzazione di un piano di rientro e, comunque, era la cattiva eredità di un consolidato e cancrenizzato sistema di potere Pd che ha governato per decenni quella Regione. Una Regione – lo sottolineo – di confine e dall’approdo sul mare, che per il sistema produttivo del Nord – motore del Paese – ha un significato strategico. E’ ora di responsabilizzare le amministrazioni, soprattutto del Sud, che hanno sempre mal gestito la cosa pubblica, tra scandali, “postifici”, appalti “allegri”. Non possono essere i “virtuosi” a pagare, continuamente, le colpe di pochi»