Acquisto A4 da parte degli spagnoli di Abertis: reazioni dalla politica per un’occasione mancata

0
378
Concessione A4 Brescia-Padova
Donazzan; «un altro pezzo di patrimonio italiano in mani straniere». Olivieri: «per A22 è stata un’occasione persa. Se ne poteva pianificare l’acquisto economicamente e finanziariamente fattibile»

 

autostrada A4 bspd portale logoIl giorno dopo la chiusura dell’acquisto da parte degli spagnoli di Abertis delle autostrade Brescia-Padova (A4) e Valdastico (A31), la politica torna ad interrogarsi se non fosse stato possibile creare condizioni differenti per mantenere in mano italiana un pezzo fondamentale di infrastruttura e di economia nazionale.

Per l’assessore al lavoro della Regione del Veneto, Elena Donazzan «l’entrata di Albertis nella A4 Holding che gestisce la Brescia-Padova, una delle autostrade a più alta redditività, dà la misura di un fatto oggettivo e oramai inconfutabile: un altro pezzo di patrimonio italiano passa in mani straniere. Gli spagnoli – aggiunge – si sono fatti strada, è proprio il caso di dirlo, dopo diversi tentativi di entrare nel sistema autostradale italiano. Dieci anni di tentativi andati a vuoto, ora riusciti. Per me significa solo che con Renzi al governo, e grazie ai suoi sodali sul territorio, stiamo perdendo pezzi importanti e strategici per lo sviluppo infrastrutturale del Veneto e dell’Italia. E’ in corso la più poderosa svendita degli assets strategici nazionali di cui si abbia memoria». 

Secondo l’assessore «la Brescia-Padova è un’ottima fonte di ricchezza e di utili, con i suoi 91.000 veicoli al giorno a cui si aggiungono i 13.000 della Valdastico. Certamente un super affare per gli spagnoli che già auspicano un’ulteriore crescita e che, con questa operazione, si aggiudicano il 51%. Una maggioranza a guida iberica e c’è quindi da chiedersi che cosa ci stiano a fare i politici del territorio in questa cruciale partita. Tosi e Toniolo mi appaiono come inutili pedine di disegni più ampi. Forse la ricerca di un ruolo di prestigio (seppur meramente formale) serve a far dimenticare che il territorio non conta assolutamente nulla. Le grandi opere infrastrutturali di cui parliamo – conclude – sono state il frutto di grandi investimenti della collettività e sono una variabile importante nel nostro sistema di sviluppo che si muove quasi esclusivamente su gomma. Risultato della governance della politica locale? Perdere proprio la governance. Magari mantenendo un incarichetto, tanto per salvare la propria faccia». 

Per il vicepresidente di A22 ed esponente “pesante” del PD trentino, l’ex deputato Luigi Olivieri, quella della Brescia-Padova «si è trattata di un’occasione persa. A4 ha il doppio dei pedaggi giornalieri di A22. Si poteva pianificarne l’acquisto che sarebbe stato, ne sono convinto, economicamente e finanziariamente fattibile, anche se la cifra in gioco non era banale. Tant’è che lo stesso ministro Delrio non lo aveva escluso» per dare origine ad un polo autostradale del NordEst con dentro le due concessioni “in house” di Autobrennero e di Venezia-Trieste e della stessa Brescia-Padova e Valdastico, tanto da farne il secondo polo autostradale dopo Autostrade per l’Italia. Secondo Olivieri «i decisori politici trentini e altoatesini non hanno saputo o voluto approfondire l’occasione di business». 

Difficile dare torto ad Olivieri: la miopia e la scarsa lungimiranza politica che contraddistingue tanti, troppi esponenti di vertice della politica del Trentino Alto Adige stanno letteralmente buttando al vento occasioni d’oro (gli spagnoli di Abertis pagano di fatto l’Autostrada acquistata oggi nel 2023, tre anni prima della scadenza della concessione, con i 200 milioni di euro annui di utile lordo generati dai pedaggi, avanzandoci pure soldi) e svilendo l’Autonomia speciale strappata con i denti da figure non più ripetibili come Kessler e Magnago.