Confronto su autonomia speciale al confine tra Veneto e Trentino

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Protagonisti del dibattito a Borghetto di Avio il governatore del Veneto Luca Zaia, l’ex governatore dell’Alto Adige Luis Durnwalder, i presidenti del Consiglio regionale del Trentino Alto Adige e della provincia di Trento, oltre a studiosi di autonomismo

 

luis durnwalder luca zaiaL’autonomia è un valore che bisogna conservare e quella speciale del Trentino Alto Adige è una sorta di faro sia per la sua ampiezza che per la sua qualità di gestione. Il tema dell’autonomismo è stato al centro di una serata in piazza a Borghetto di Avio promosso dai Veri Autonomisti Trentini e dalla Lega Nord, dove si sono confrontati studiosi di autonomismo (come il consigliere regionale lombardo Stefano Bruno Galli), i due presidenti del Consiglio provinciale di Trento (Bruno Dorigatti, PD) e della regione Trentino Alto Adige (Thomas Widmann, Svp) e il governatore del Veneto Luca Zaia e l’ex presidente della provincia di Bolzano Luis Durnwalder. Il tutto alla presenza di numerosi esponenti dei consigli regionali di Trentino Veneto e Lombardia, oltre che di numerosi amministratori locali.

Partendo dall’autonomia speciale del Trentino Alto Adige che per l’ex presidente della provincia di Trento Carlo Andreotti (Patt) «deve prevedere un forte legame tra le due province di Trento e di Bolzano per evitare che quella del Trentino possa subire i colpi del neocentralismo», Stefano Bruno Galli ha affermato che «l’autonomia speciale rappresenta la soluzione per fare fronte alla crisi degli stati centralisti» e che «anche per la Lombardia la strada maestra è quella della richiesta dell’autonomia speciale così come sta facendo il Veneto».

Il clou della serata è stato il dibattito tra Zaia e Durnwalder: «la riforma proposta dal governo Renzi è di chiaro stampo neocentralista che toglie competenze e taglia risorse agli enti locali con la scusa di ridurre i centri di costo – esordisce Zaia – ed è necessario fermarla votando “NO” al prossimo referendum». Per Zaia «con la richiesta di autonomia speciale i Veneti fanno sul serio. Per la prima volta nella storia ci è stato concesso di celebrare un referendum per chiedere al popolo se vogliono l’autonomia e credo che per noi sarà un’occasione culturale e politica di grandissimo rilievo». Quanto al referendum costituzionale, «questo voto disegnerà in profondità il futuro del Paese e se i cittadini vogliono un futuro centralista, la soluzione è votare “SI”, mentre se credono nei valori dell’autonomia la riforma deve essere stoppata con il “NO”».

Zaia incassa sulla richiesta di maggiore autonomia da parte del Veneto l’appoggio di Durnwalder (definito dallo stesso Zaia «un mostro sacro dell’autonomismo» grazie alla guida ultraventennale della provincia di Bolzano, periodo nel quale l’Autonomia speciale si è ampliata notevolmente): «sarebbe giusto concedere l’autonomia a quei territori come il Veneto che se la meritano, anche perché l’autonomia del Trentino Alto Adige è più forte quando sono autonomi anche i territori confinanti che hanno dato ampia prova di gestire bene come lo abbiamo fatto noi – ha sottolineato Durnwalder -. Finché avrò voce per dire quanto vale l’autonomia, Zaia troverà in me un alleato».

Quanto al rischio che la riforma costituzionale possa mettere a rischio l’autonomia speciale del Trentino Alto Adige, Durnwalder ha ribadito che «il nostro primo compito è difendere l’autonomia speciale. Nessun Stato sovrano la può cancellare, perché è diversa da quella di altre realtà speciali, ancorata com’è ad un accordo internazionale tra Italia e Austria firmato a Parigi. Tra Trentino e Sudtirolo quelli che rischiano maggiormente sono i Trentini». Zaia non è così sicuro: «il Governo Renzi è capace di smontare l’accordo di Parigi in una Notte e quello di Vienna la notte successiva. Trentini ed altoatesini non devono sottovalutare il momento storico dove tutto viene messo in discussione e un premier capace di stracciare anche principi che consideriamo fondamentali. Se qualcuno dovesse attaccare l’autonomia di Trento e Bolzano, il Veneto lotterà al loro fianco».

A margine dell’incontro di Borghetto, c’è da registrare anche la presa di posizione dell’ex senatore Svp Oskar Peterlini, secondo cui «la riforma costituzionale proposta dal governo Berlusconi poi affossata dal referendum voluto dal centro sinistra dava all’autonomia del Trentino Alto Adige una vera sicurezza, visto che si metteva nero su bianco che ogni eventuale modifica allo Statuto di autonomia doveva prevedere l’assenso preventivo del Trentino Alto Adige. Non così la proposta di Renzi che va respinta con un “NO” al prossimo referendum».