Italia in vetta per caro bollette energetiche a causa dell’incidenza di tasse record

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contatori elettrici elettronici
Al contrario, le tariffe per autobus e treni sono le meno care d’Europa (e i risultati si vedono tutti)

 

contatori elettrici elettroniciLa Cgia di Mestre ha messo a confronto il prezzo dei principali servizi pubblici offerti ad imprese e consumatori in Europa: ne scaturisce che la bollette italiane per la fornitura di energia elettrica e gas sono tra le più alte in Ue. Viceversa, i prezzi dei biglietti dei bus e dei treni sono i meno cari d’Europa (e la qualità dei servizi, spesso pessima, è sotto gli occhi di tutti).

Il prezzo dell’energia elettrica per le famiglie italiane, riferito alla classe media dei consumi domestici annui compresi tra i 2.500 e i 5.000 chilowatt/ora (tasse incluse), si colloca al terzo posto tra i paesi dell’area euro. Dopo la Germania e l’Irlanda, in Italia il costo dell’energia elettrica sfiora i 243 euro ogni 1.000 chilowatt/ora consumati. Rispetto alla media dei 19 paesi monitorati (dati sono riferiti al secondo semestre 2015), le famiglie italiane pagano il 10% in più. 

Per quanto concerne il gas, anche in questo caso il prezzo praticato alle famiglie italiane, riferito alla classe media dei consumi  domestici annui compresi tra i 20 e i 200 Giga Joule (ogni GJ equivale a circa 29 metri cubi standard di gas) è il terzo più elevato tra quelli applicati tra i paesi dell’area euro. Dopo il Portogallo e la Spagna, infatti, in Italia paghiamo 90,5 euro ogni chilowatt/ora consumato. Rispetto alla media dei paesi dell’euro presi in esame in questa comparazione gli italiani subiscono una maggiorazione di costo pari a 18,6%. 

«Oltre a scontare l’handicap di essere un paese importatore di prodotti energetici – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo – le nostre bollette della luce e del gas sono tra le più care d’Europa anche perché il carico fiscale è pesantissimo. Nelle tariffe elettriche, ad esempio, l’incidenza della tassazione sul prezzo totale nelle fasce di consumo medio da noi è al 39% contro una media europea del 32%. In quelle del gas, invece, la componente fiscale presente in Italia è del 36%, mentre in Ue si attesta al 23%».

Per contro, spostarsi con i mezzi pubblici in Italia è molto conveniente, almeno in termini di prezzo.  Nel confronto con le principali città europee, il costo del biglietto di bus, tram e metropolitana di sola andata per una tratta di circa 10 chilometri (o almeno 10 fermate) è il più basso in assoluto.  La media misurata a Milano e Roma è di 1,5 euro. Niente a che vedere con il prezzo praticato, ad esempio, a  Stoccolma (3,8 euro), a Londra (3,6 euro) e a Dublino (2,8 euro).

Biglietti tra i meno cari d’Europa anche quando viaggiamo in treno. Il biglietto di sola andata in seconda classe per una tratta di almeno 200 chilometri applicata a partire dalle stazioni di Milano e di Roma è mediamente di 25,1 euro. Solo la media di Barcellona e Madrid è leggermente inferiore alla nostra (24,5 euro), mentre a Londra il costo è di 66,7 euro, la media di Berlino, Francoforte e Monaco è di 52,4 euro, a Parigi è di 39,5 euro e a Stoccolma di 37,7 euro.

«Se pendolari e viaggiatori possono contare su biglietti a basso prezzo – conclude Zabeo – è anche vero che la qualità dell’offerta che ricevono è molto scadente. Ad eccezione  delle tratte di lunga percorrenza, il nostro trasporto ferroviario regionale, ad esempio, versa in pessime condizioni. Mancano gli investimenti, il parco rotabile spesso è obsoleto e la disorganizzazione è molto diffusa, soprattutto nel Mezzogiorno».

Ma nella prima parte di quest’anno come sono andate le cose in Italia? Come nel 2015, anche nel primo semestre 2016 è proseguita la discesa delle tariffe pubbliche: purtroppo non tutte, anche se quelle interessate dalla riduzione pesano sui bilanci delle famiglie italiane in misura superiore alle altre. Rispetto al primo semestre 2015, nei primi 6 mesi di quest’anno la tariffa del gas è scesa del 7,6%, i biglietti ferroviari dell’1,7%, i servizi telefonici dello 0,8% e l’energia elettrica dello 0,2%. Per contro, tornano ad aumentare le tariffe dei trasporti urbani dello 0,3%, quelle dei taxi dello 0,8%, i pedaggi autostradali e la raccolta rifiuti dello 0,9% e l’acqua del 4,5%.