Trentino nuova prova di neocentralismo: il governo impugna l’assestamento 2016 della Provincia

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Ugo Rossi Regione lettura discorso giunta 27.2.2014
A rischio 200 milioni di euro. Oggetto del contendere la diversità di interpretazione di una norma finanziaria varata di comune accorto tra la provincia di Trento e il Governo centrale

 

Ugo Rossi Regione lettura discorso giunta 27.2.2014Nuova prova del rinnovato centralismo da parte del Governo Renzi che ha impugnato la legge della provincia di Trento relativa all’assestamento di bilancio di previsione 2016-’18 che prevede l’allocazione di 200 milioni di euro, soldi che ora sono a rischio di sparizione.

La notizia è piombata nel pieno della discussione in Consiglio provinciale relativa alla nuova legge sulla parità di genere nella formazione delle liste elettorali, norma subito accantonata dalla richeista delle opposizioni di discutere il provvedimento governativo.

Il consiglio dei ministri ha impugnato l’assestamento di bilancio «in quanto una norma introduce deroghe in materia di finanza pubblica, ponendosi in contrasto con i principi di coordinamento della finanza pubblica, in violazione degli artt. 117, 119, e 81 della Costituzione». La norma è quella che consente l’utilizzo dei resti di amministrazione dei bilanci di provincia e comuni trentini. 

Fortemente preoccupate le opposizioni , con l’intervento da parte di quasi tutti i rappresentanti delle minoranze che in varia misura hanno espresso disappunto e preoccupazione chiedendo che il presidente della Giunta Ugo Rossi riferisca all’aula sulla situazione finanziaria e sul rischio che il patto di garanzia firmato con lo Stato a Milano nel 2014 non venga rispettato. 

Le opposizioni hanno messo in risalto il comportamento di un governo centrale ritenuto “amico” dell’autonomia speciale trentina: «se il Governo decidesse di operare in questi termini significherebbe che è impossibile avere garanzie certe a tutela della nostra autonomia speciale e servirebbe in questo caso porsi una seria riflessione sull’operato di un Governo cosiddetto “amico del Trentino» è stata la riflessione comune delle minoranze.

Da parte sua, Rossi evidentemente preso in contropiede ha premesso che «risponderà rispetto alle preoccupazioni che riguardano l’autonomia speciale, ma non rispetto al fatto che le impugnative provengano da un Governo “amico o nemico”, dal momento che la cronaca insegna che tutti Governi hanno fatto impugnative nei confronti delle leggi che questo Consiglio ha approvato, aldilà dell’appartenenza politica. Stiamo parlando di una norma votata da questo Consiglio che prevede delle difformità rispetto alle modifiche della legge 243 che introduce le logiche del pareggio di bilancio».  

Rossi ha ribadito che «noi abbiamo legiferato in senso contrario perché abbiamo un ordinamento finanziario collocato nell’ambito del patto di garanzia, al quale ci atteniamo, un patto di rango superiore alle norme della 243. Il problema risiede nell’interpretazione di quest’accordo. L’approccio che noi avremo – ha proseguito Rossi – sarà quello di impugnare a nostra volta le modifiche alla legge 243. In seconda battuta, stiamo già lavorando politicamente, anche assieme alle regioni a statuto ordinario che hanno lo stesso nostro problema, per evidenziare lo scorretto approccio giuridico da parte del Governo. Il tema è già stato posto all’attenzione del Governo che lo affronterà dentro la legge di stabilità. Da un punto di vista giuridico è evidente che ci troviamo dentro una fase di transizione, che però dobbiamo saper gestire individuando la tematica di cui stiamo parlando», ha concluso Rossi, avvertendo che in caso di mancata soddisfazione la pattuglia parlamentare trentina oggi quasi interamente schierata a favore del governo Renzi potrebbe essere indotta a votare contro la prossima legge di stabilità, con seri problemi di tenuta specie al Senato.