Riforma della sanità veneta: via libera al passaggio da 22 a 9 Usl

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Soddisfazione di Zaia e Ciambetti. Proteste dall’opposizione

 

IMG 9686Con un provvedimento “canguro”, il Consiglio regionale del Veneto ha fatto piazza pulita delle centinaia di emendamenti presentati dall’opposizione circa la riduzione del numero di Usl dalle odierne 22 a 9. Con la votazione dell’emendamento n. 1314 che ha sostituito integralmente l’art. 12 del Pdl 23, si è messo un punto fermo sul numero delle Usl.

Il voto del Consiglio è stato salutato con soddisfazione dal governatore Luca Zaia dopo settimane di discussione infuocata: «ringrazio i consiglieri della maggioranza per la determinazione, la tenacia e il senso del dovere dimostrato nel portare avanti una parte fondamentale della riforma della sanità veneta come l’individuazione del numero delle Uls. Il voto – aggiunge Zaia – è il frutto di una discussione approfondita nella quale è stato lasciato ampissimo margine all’opposizione. Com’è giusto in democrazia, però, chi ha ricevuto dai veneti il mandato di governare aveva e ha il diritto-dovere di fare delle scelte, portando avanti le riforme promesse nonostante l’ostruzionismo».

Il voto costituisce una sorta di giro di boa della discussione della legge di riforma: «manca ora – conclude il Governatore – una parte non meno importante relativa all’intero provvedimento. Mi auguro che, pur attraverso un doveroso e approfondito dibattito, si arrivi più presto al voto, perché la sanità veneta e i veneti hanno bisogno di questa riforma».

Soddisfatto per la votazione anche il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti: «il diritto di voto ha prevalso sul diritto di veto. E’ stato ripristinato il diritto della maggioranza a legiferare, con l’assunzione della responsabilità delle scelte strategiche, in questo caso la definizione di 9 Uls in cui viene riorganizzato il sistema socio-sanitario veneto. Non ci sono tagli ai servizi, alla medicina di base, né agli ospedali, alle cliniche universitarie come all’intera rete sanitaria: ci sono tagli nelle poltrone della dirigenza. Meno burocrati, più medici e infermieri, più spazio ai malati e meno alle scartoffie».

Se la maggioranza plaude, dalle opposizioni si levano feroci critiche. I consiglieri regionali di opposizione hanno votato contro l’approvazione «in quanto l’articolo 12 è stato modificato senza aprire un doveroso confronto con la minoranza e la riorganizzazione delle Uls non si basa su criteri oggettivi ma solo politici. Una maggioranza forte – sottolinea la capogruppo del Partito Democratico, Alessandra Moretti – non ha bisogno di forzature regolamentari e di assumere atteggiamenti poco democratici, vanificando così il diritto-dovere della minoranza di fornire il proprio apporto in aula». In ordine all’istituzione dell’Azienda Zero, una prima per Cristina Guarda (PD) «la minoranza ha contribuito a migliorare, soprattutto in relazione al piano di riduzione delle liste di attesa e all’assistenza sanitaria intermedia». «Non è avvenuto alcun confronto – sottolinea il vicepresidente Bruno Pigozzo (PD) – che avrebbe portato ad un miglioramento della riforma sanitaria sotto il profilo della coerenza; pertanto, ne denunceremo gli aspetti illegittimi, non solo in aula ma anche pubblicamente».

Per Claudio Sinigaglia (PD) «le nove Uls rappresentano una scelta incomprensibile, mentre i criteri proposti dall’opposizione volevano restituire un ruolo importante ai sindaci, rappresentanti dei territori, per offrire pari opportunità a tutti i cittadini».  

I consiglieri regionali “tosiani” si rammaricano «in quanto la scelta delle nove Uls è basata solo su motivazioni politiche, per garantire un equilibrio all’interno della maggioranza, senza tutelare i cittadini». Per Andrea Bassi (Lista Tosi) «non siamo davanti ad un emendamento canguro. A me viene da pensare, piuttosto, ad un maiale visto che questa è stata una porcata ai danni dei veneti».  Secondo Maurizio Conte, (Lista Tosi) «non presentandosi in aula, il Governatore Zaia non ha voluto assumersi la responsabilità politica di una riforma che avrà effetti negativi sulla Sanità regionale». 

Marino Zorzato (Area Popolare) solleva invece un problema metodologico, visto che «è stato stralciato il regolamento, perché non si è mai visto che la maggioranza scelga quale emendamento votare, solo per una scelta politica». Per i consiglieri M5S è avvenuta «una spartizione politica sulla pelle dei veneti».