CNA: «imprese bancomat della p.a.»

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Corrarati: «salasso da 31 miliardi di euro sulla sola IVA a causa dello “split payment”»

euro soldi mano guanto da lavoro«Diciotto miliardi e mezzo di Iva non riscossa e 13 miliardi di Iva corrisposta ai propri fornitori da recuperare. È complessivamente di 31,6 miliardi il danno finanziario che pesa sulle imprese italiane, accumulato in appena due anni, da quando, cioè, è entrato in vigore lo “split payment” – sbotta Claudio Corrarati, presidente della CNA del Trentino Alto Adige -. Un pesantissimo salasso per le imprese fornitrici di beni e servizi alla Pubblica amministrazione che spesso, per sopperire al mancato recupero immediato dell’Iva versata, hanno dovuto ricorrere al credito bancario, aggiungendo perlomeno altri 650 milioni di interessi. Sempre che siano riuscite a trovare una banca disposta a erogarlo».

«Una situazione che il sistema imprenditoriale, soprattutto delle micro e delle piccole imprese, non può più sopportare né tollerare – continua Corrarati -. Molte migliaia di piccole imprese sono in ginocchio, non possono più anticipare l’Iva per il committente pubblico, rimanendo in eterno una sorta di bancomat della pubblica amministrazione. L’Unione Europea aveva autorizzato lo “split payment” solo in via transitoria. Ora la CNA è categorica: non si pensi in nessun modo, di prorogare questo sistema vessatorio oltre il 31 dicembre o addirittura di estenderlo; lo “split payment” va abolito».

Per fare chiarezza la CNA ricorda che dal primo gennaio 2015 qualunque pubblica amministrazione riceva una fattura, trattiene l’Iva e la versa direttamente al fisco (cioè a sé stessa). Una gigantesca sottrazione di risorse dai flussi di cassa per le imprese. In questi due anni, fatture pagate ma senza Iva con le Imprese che, invece, attendono fino a 15 mesi per poterla compensare con l’Iva eventualmente ricevuta da altri soggetti privati, o ancora di più se non compensata con la necessità di dover chiedere il rimborso.

«Non conosco nessuna impresa in grado di lavorare mentre ogni giorno ti portano via liquidità – conclude Corrarati -. Paghi l’Iva ai tuoi fornitori, Iva che potrai beninteso recuperare, ma con l’aggravante dei ritardi nell’erogazione dei rimborsi. Certo, se ne hai le condizioni finanziarie, puoi andare in banca e farti finanziare la liquidità sottratta. Ma qui siamo al capolavoro finale: paghi interessi per avere a disposizione nuova liquidità. Così non può funzionare. È un meccanismo infernale che va eliminato».