Confartigianato Imprese Veneto contraria ad una regolamentazione regionale delle attività di benessere e bionaturali

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Ceii mestieri informa estetista
Ferron: «si ad una normativa nazionale. No a provvedimenti di carattere regionale che, seppur animati da buone intenzioni, finiscono solamente per dirimere in maniera parziale la problematica e generare incertezza negli operatori del settore»

Ceii mestieri informa estetista«Si ad una normativa nazionale. No a provvedimenti di carattere regionale che, seppur animati da buone intenzioni, finiscono solamente per dirimere in maniera parziale la problematica e anzi generano una profonda incertezza negli operatori del settore». Questa in estrema sintesi la posizione espressa da Valera Ferron presidente dell’estetica di Confartigianato Imprese Veneto nel corso delle audizioni in Terza Commissione consiliare permanente della Regione del Veneto, in ordine al testo unificato dei progetti di legge n. 52 e n. 88 (rispettivamente dei Tosiani e di Lega Nord-Zaia Presidente) sulle “Discipline del benessere e bio-naturali”.

Il settore del benessere è tra quelli che maggiormente hanno subito importanti evoluzioni, sia dal punto di vista tecnico che organizzativo e manifesta un costante trend di crescita. I dati evidenziano come le imprese che oggi operano in Veneto nel comparto dell’estetica siano a fine 2016 ben 3.289 evidenziando un tasso di crescita del 5,3% rispetto all’anno precedente. Queste imprese offrono lavoro a più di 7.800 addetti di cui oltre 3.100 sono lavoratori dipendenti. Le imprese artigiane dell’estetica rappresentano il 2,5% del totale delle imprese artigiane venete (130.373).

Ferron Valeria silvia confartigianato estetica«L’impugnazione da parte del Governo e la conseguente indicazione di incostituzionalità hanno decretato negli anni, il fallimento di vari tentativi di normazione della materia a livello regionale, tra cui quello del 2006 proprio della Regione Veneto con la L.R. n. 19 a cui sono susseguiti quelli di Liguria, Piemonte e Umbria – ha spiegato Ferron -. E’ quindi palese l’inutilità oltre che la inopportunità di affrontare un tema così importante a questo livello. Come operatori – ha proseguito – siamo i primi a chiedere che le professioni bionaturali vengano finalmente disciplinate, in modo tale da garantire quanto meno il rispetto dei requisiti di idoneità igienico sanitaria e di sicurezza dei locali, ma non è ammissibile che ciò avvenga in un contesto regionale senza tener conto di chi come le estetiste già operano nel settore e sono in possesso di specifici titoli abilitativi, creando di fatto una situazione di concorrenza sleale tra le diverse categorie di operatori. D’altronde è chiarissimo che la potestà legislativa regionale nella materia concorrente delle “professioni” deve rispettare il principio secondo cui l’individuazione delle figure professionali, con i relativi profili e titoli abilitanti, è riservata, per il suo carattere necessariamente unitario, allo Stato».

Ferron ammette di «essere consapevole che a causa del sostanziale vuoto legislativo, si verifica con frequenza crescente anche nel nostro territorio regionale da un lato che le amministrazioni locali si muovano in modo autonomo e disomogeneo e dall’altro che le AA.SS.LL adottino posizioni e interpretazioni difformi, senza una visione comune. Non possiamo pertanto tacere e rimanere inerti di fronte a questa situazione, con il rischio di fatto di favorirne l’aggravarsi».

Come se ne esce? Ferron ricorda che «come Confartigianato, di concerto con le altre associazioni di categoria, stiamo sostenendo la proposta di revisione della legge di settore dal titolo “Disciplina delle professioni dell’estetica” (firmata da 60 deputati appartenenti a schieramenti diversi), ed in attesa dell’avvio dell’iter parlamentare. Non si tratta di una proposta emendativa della legge attualmente in vigore (la 1/90), ma di un testo organico di disciplina di settore volto, ad esempio, a regolamentare tutte quelle figure professionali al momento non normate, tra cui figura anche quella di onicotecnico. Riteniamo infatti che solo così si possa dare pari dignità e soprattutto pari obblighi a tutti gli operatori del settore arginando di fatto il dilagante abusivismo e le forme “improvvisate” di attività e tutelando la salute dei consumatori che quotidianamente e con sempre maggior frequenza dedicano attenzione al loro benessere fisico con trattamenti che vanno ad incidere sulla superficie cutanea». 

Le Estetiste di Confartigianato Imprese Veneto, dichiara Ferron, «chiedono quindi alla Regione Veneto, con un atto di responsabilità istituzionale, di non procedere con l’approvazione dei progetti di legge in questione, che diventerebbero l’ennesimo rattoppo, ma piuttosto di approvare una mozione che inviti il Governo a prendere in esame in tempi rapidi la riforma delle norme di settore, che oggi governano il mondo del benessere, al fine di renderle attuali ed in grado di governare le dinamiche e gli interessi sia degli operatori del settore che della loro clientela».